Lo schiaffo di Christos Tsiolkas

E’ la classica goccia che fa traboccare il vaso. Altrimenti non si spiegherebbe come una semplice e neppure troppo cruenta azione, possa risvegliare e portare alla luce tanti contrasti sociali e razziali, tradimenti, debolezze e frustrazioni.
Nella multiculturale Australia è ambientato Lo schiaffo di Christos Tsiolkas, titolo originale The Slap: un luogo in cui greci, inglesi, indiani, musulmani e australiani convivono. E chi può raccontarci questa storia meglio di Tsiolkas, greco trapiantato nella terra dei canguri?

La vicenda parte da Hector, Ectora per i suoi parenti greci, che in una giornata di fine estate compie 40 anni. Con sua moglie, l’indiana Aisha, decide di organizzare un barbecue per festeggiare. Sembra che tutto vada per il meglio: il sole caldo ma non troppo, l’aria fresca, il prato verde, i cibi prelibati, la complicità e la passionalità tra marito e moglie. Ma Lo schiaffo di Christos Tsiolkasi personaggi che Tsiolkas disegna non sono solo cartoline di un mondo lontano, sono irrimediabilmente “terreni” e perfettibili: quindi Hector, di bell’aspetto, con una bella casa, una macchina potente, un lavoro soddisfacente e una moglie sensuale, si invaghisce (in modo tutt’altro che platonico) della 17enne Connie, segretaria nello studio veterinario della moglie.

Arrivano gli ospiti multiculturali con i loro bambini. Portano i doni. Parlano del più e del meno. Tutto sembra irrealmente perfetto: in un barbecue scandito da frequenti stappate di birra e conflitti stemperati da salsicce e braciole, Hector trova anche il tempo di amoreggiare con Connie, incurante della presenza di tanti occhi indiscreti. Ma sentiamo Tsiolkas… 

« In effetti Gary (artista frustrato che fa il manovale) era già paonazzo in viso e stava biascicando una raffica di domande ad Anouk (sceneggiatrice di soap opera), puntandole il dito contro il petto. “E’ una cagata. Le famiglie vere non sono così”.
“E’ la televisione, Gary, televisione commerciale”. Anouk riusciva a sembrare insieme graffiante e scocciata. “Certo che le famiglie vere non sono così”.
“Ma così metti in giro delle stronzate che influenzano milioni di famiglie in tutto il mondo! Tutti pensano che le famiglie australiane sono esattamente come quelle che vedono sullo schermo. Non vorresti fare qualcosa di meglio con la scrittura?”
“Infatti. Ecco perché faccio la sceneggiatrice per la televisione. Per fare i soldi e per poter scrivere in santa pace quello che mi pare”.
“E a che punto sei?”
“E’ arrivata a cento pagine!”

Anouk si girò verso il suo ragazzo (attore nella soap di cui lei è sceneggiatrice, di vent’anni più giovane). “Taci Rhys”.
“Perché? E’ la verità”. Si rivolse a Hector. “Anouk me l’ha confessato stamattina. Ha già buttato giù cento pagine del romanzo”.
Gary scrollò la testa e guardò tristemente la birra. “Quello che non capisco è come fai a scrivere quelle stronzate”.
“E’ facile. Ci riusciresti anche tu”. »

Così, mentre gli ospiti chiacchierano amabilmente, all’improvviso si accende la miccia: Hugo, viziatissimo bambino di tre anni, ancora allattato dalla mamma, brandisce con violenza una mazza da cricket contro Rocco, figlio di Harry (cugino greco del festeggiato). Nel tentativo di proteggere suo figlio, Harry sferra un sonoro schiaffo sul viso di Hugo… e da qui si sprigiona la scintilla che fa esplodere tutto, anche quel minimo di equilibrio faticosamente conquistato da ognuno.

Con la scusa di raccontarci cosa accade dopo lo schiaffo, Tsiolkas ci immerge nella vita di sette persone e ci mostra come le differenze di sesso, età, religione e classe sociale creino un divario incolmabile, reso ancora più grande dall’ipocrisia del “siamo tutti uguali”.
Dal romanzo, l’australiana Matchbox ha prodotto l’omonima serie tv. Otto episodi per otto capitoli, otto storie per otto differenti punti di vista. In onda sulla rete pubblica australiana fra ottobre e novembre, The Slap (lo schiaffo) è considerata la miglior serie drammatica dell’anno.

Lo schiaffo di Christos TsiolkasTsiolkas, il 46enne autore greco-australiano, è già entrato nella cerchia dei massimi autori contemporanei e la serie televisiva non delude l’immaginario proposto nel suo libro, anzi ne completa visivamente la forma. Tsiolkas con una scrittura scandita e precisa, porta i personaggi alla ribalta, ordinatamente, uno di seguito all’altro. Il primo è quindi Hector (che nella serie è interpretato da Jonathan LaPaglia), il cui compleanno accende il motore narrativo della vicenda.

Lui è l’unico per cui lo schiaffo è da subito un evento “salvifico”.Immediatamente dopo l’accaduto infatti, decide di chiudere la sua relazione con Connie. Basta un attimo perché Hector la veda per quello che è: una bambina. La ciocca di capelli portata alla bocca si trasforma istantaneamente da sensuale a infantile. Così come il suo profumo, troppo dolciastro e dozzinale per essere quello di una vera donna. Lo schiaffo salva Hector da un errore del quale si sarebbe pentito per sempre.

Poi c’è Anouk, la sceneggiatrice amica di famiglia, personaggio a cui la serie televisiva dà addirittura più forma e consistenza di quello che aveva fatto l’autore. Ninfomane e sopra le righe per Tsiolkas, la bella sceneggiatrice diventa più “umana” e sfaccettata sul piccolo schermo e capiamo profondamente la sua difficoltà di relazionarsi con l’età che passa e con il suo corpo che cambia. Cosa che è ancora più evidente, mettendola di fianco al fidanzato Rhys, 25enne star televisiva, che spesso e volentieri è più maturo e responsabile di lei che ha 20 anni di più.

Poi c’è Harry, lo “schiaffeggiatore”, il cugino greco che ha fatto i soldi oltreoceano e che ora osteggia con spavalderia una enorme casa bianca con piscina. L’unico legame con il passato sono le foto dei genitori, dell’Europa povera di un tempo che fu, che gli hanno permesso di arrivare fino a lì. Ma i momenti di maggior godimento per Harry sono fuori da quella realtà dorata; è nei bassifondi cittadini dove consuma animaleschi rapporti con una donna brutta e sfatta, che esce prepotentemente tutto il suo “io” arricchito, volgare e violento. E il figlio di dieci anni, Rocco, sta diventando come lui; gli unici momenti di intimità tra padre e figlio sono davanti ad un violentissimo “spara-tutto” alla Play Station.

Dietro lo schiaffo c’è una vera e propria guerra sociale: quella dei ricchi (o arricchiti) contro i poveri. A Rosie, mamma dello “schiaffeggiato”, Tsiolkas dedica il quarto capitolo del libro. Una donna totalmente al servizio del suo uomo, l’Australezo Gary, etilista cronico con smanie d’artista, e del piccolo Hugo, viziato oltre misura, nevrotico e aggressivo, chiama la madre al grido di “Tetta!”. Nella serie Rosie è interpretata da Melissa George: vi ricordate la bella Laura di In Treatment, quella che ha l’appuntamento il lunedì? Solo che qui è bionda e “gonfiata”.

Per Rosie la guerra per lo schiaffo diventa una vera e propria rivolta sociale per uscire dal suo mondo fatto di una misera casa, di povertà, di scarse speranze per il futuro. Con i pochi risparmi assolda un avvocato e denuncia Harry, pronta a tutto per la sua guerra.
Insomma lo schiaffo è la linea di demarcazione che crea due fazioni, quelli che ritengono che Harry abbia fatto bene e che il bambino se lo meritava, quelli che lo considerano un gesto spregevole contro bambino piccolo. Perciò vi chiedo: voi da che parte state?

Zita Russo

Zita Russo

13 commenti

  1. Ottima cronaca, che esorta alla lettura del libro e alla visione della serie tv. Commento intrigante al punto giusto per spingerti ad approfondire.

  2. Quello che mi ha colpito in particolare di questo libro è la capacità dell’autore di entrare nella testa dei personaggi e farci vedere, al di là dei fatti oggettivi, quelle che sono le ragioni di ognuno, dgli anziani, ai bambini, passando per gli adolescenti terribili! (si questi funziona un po’ meno). Una notevole capacità introspettiva, uno scavo dei sentimenti più profondi e riemergere di ricordi offuscati o volutamente dimenticati! la parte più bella è la giornata del padre che ritrova i suoi vecchi amici!

  3. Hai ragione Luisa, ogni capitolo di Tsiolkas è un mondo a parte. Ed è preciso, puntuale e credibile, come se lo stesso autore avesse vissuto più vite. La parte di Manolis, il papà di Hector, è anche una delle più dense di significato: davanti alla morte di un vecchio amico, uno schiaffo dato più o meno giustamente ad un bambino, passa inevitabilmente in secondo piano. Soprattutto per Manolis e per quelli della sua generazione, che a suon di schiaffi ci sono cresciuti…

    • E’ un romanzo interessante proprio per la capacità di tratteggiare i personaggi dell’autore. Ma ha due difetti: troppe scene a sfondo sessuale tutt’altro che necessarie, condite con volgarità fastidiose -Tsiolkias è ossessionato dal pene. E l’incapacità di tirare le fila del discorso con un finale decisamente deprimente.

  4. Scusa, come al solito non arrivo subito a commentare, aspetto, poi mi ritaglio un minuto per leggere bene la recensione, essendo ormai affezionato a Tiziana e al suo blog.

    Cara Zita,
    devo dirti che mi incuriosisce, ma più che la storia, lo leggerei per assaporare i cambi di ritmo, che sembrano prendere corpo nella tua recensione, la mia curiosità è vedere se ci sono anche nel romanzo…

    • Caro IppoKiro, ti svelerò l’arcano…

      l’articolo l’abbiamo scritto “a quattro mani” io e Livia, insomma c’è stata una collaborazione (Zita e Russo sono i cognomi). Non so se i cambiamenti di ritmo di cui parli sono dovuti a questo, oppure no, e francamente non so se li troverai nel romanzo… 😉

  5. Ciao Ippokiro,

    credo che tu abbia centrato il senso del romanzo (pur non avendolo ancora letto).

    Lo schiaffo in sé è chiaramente un pretesto per raccontare altro, per farci vedere otto vite che “battono” tutte ad un ritmo diverso.

    facci sapere che ne pensi…

  6. CIAO TIZIANA, grazie per avermi inserita nell’elenco dei tuoi lettori delle cronache
    letterarie. Devo dirti che riesci sempre a stimolare la mia curiosità ed anche quest’ultimo romanzo tratta un argomento che m’ interessa, lo acquisterò al più presto.
    Con l’occasione di faccio tanti auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuo
    vo!!!!!!!! Tiziana De Crescenzo (sorella della famosa Patrizia DC)

    • Grazie Tiziana 🙂
      Mi fa davvero piacere e ti faccio anch’io tanti auguri, a te e a tutte le mitiche sorelle De Crescenzo!

  7. Ragazze,
    allora lo leggerò con piacere, non solo per gustarmi questi cambi di ritmo, ma anche come tributo alla bell’iniziativa collaborativa a quattro mani.

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