Lettere di John Keats a Fanny Brawne
La storia è di una tragica semplicità. Lui conosce lei tramite amici comuni. La prima impressione non è brillante, ma viene ben presto superata. In breve diventano vicini di casa e s’innamorano. Lui deve allontanarsi per qualche tempo, è povero e dipende in larga parte dalla generosità degli amici. Iniziano a scriversi, lettere delicate e insieme appassionate, di una bellezza e semplicità che lasciano senza fiato.
Dopo qualche tempo lui ritorna, ma tutto sembra cospirare contro questo amore. Lei è invisa agli amici di lui, che la reputano leggera, troppo incline ad occupazioni futili come la moda e non sufficientemente persa dietro a lui. Lui non ha niente da offrirle, non ha un mestiere sicuro, ma soprattutto è malato. Vuole lasciarla libera e al tempo stesso è geloso. Soffre quando non può vederla tutti i giorni ma si preoccupa della salute di entrambi. A volte la prega di non passare perché non è abbastanza in forze, ma la supplica per un messaggio della buonanotte, senza il quale non riesce a stare.
Nonostante le scarse prospettive si fidanzano, lui le dona un anello e lei non se ne separa mai. Ma le condizioni di salute di lui non sono buone e alla fine i medici insistono perché faccia un viaggio in Italia, il cui clima gli gioverebbe. Loro sanno perfettamente che nel momento in cui dovessero separarsi non si rivedrebbero più. Lui è troppo malato perché un semplice cambiamento d’aria possa fargli bene e lei vorrebbe poterlo sposare, o quantomeno essere al suo fianco negli ultimi istanti, come lui ha sempre desiderato.
Ma bisogna rimettersi di nuovo alla generosità degli amici, che non la sopportano, e così lui acconsente a partire. E’ un addio straziante e composto, tutt’altro che inaspettato, inesorabile come il destino. John Keats morirà a soli venticinque anni di tubercolosi a Roma, sei mesi dopo esservi arrivato, nel 1821. Fanny Brawne porterà il lutto per anni, prima di acconsentire a sposarsi con un uomo ignaro della sua tormentata storia d’amore con l’ormai celebre poeta.
Le lettere di John Keats
Seguendo le volontà di Keats, gli amici bruciarono tutte le lettere che Fanny gli aveva spedito e che aveva portato con sé in Italia, ma Fanny custodì quei tesori cartacei fino alla morte. Le lettere di Keats a Fanny Brawne furono rese note e messe all’asta alla morte della donna dai suoi figli. E in piena epoca vittoriana scatenarono un putiferio. Idolatrato dai Preraffaelliti, John Keats era uno dei poeti romantici più in voga, celebre per poemi come La Belle Dame sans Merci e poesie come Ode a un usignolo. Ma non gli si riconoscevano passioni amorose. L’immagine che si aveva di lui era quella di un giovane uomo che aveva sopportato virilmente la difficoltà di portare avanti la propria poetica quando l’ambiente culturale non era ancora in grado di sostenerla.
Una sorta di Prometeo romantico dal fortissimo senso etico che si scontrava con la società per difendere i propri valori. Ed improvvisamente se ne scopriva un lato nascosto. Quello di Prometeo innamorato, geloso, combattuto fra l’egoismo dell’amore e la generosità di non impegnare la bella Fanny per non impedirle di trovarsi altri più promettenti pretendenti.
A questo amore lui si vota completamente.
“L’Amore è la mia religione. Potrei morire per esso. Potrei morire per te. Il mio Credo è l’Amore, e tu ne sei l’unico dogma.”
Keats sprofonda nella passione, ma riesce anche ad analizzare quello che prova e ad ammetterlo con onestà. Così riconosce la sua devozione totale, platonica e sensuale insieme.
“Tu sei sempre nuova. Il tuo ultimo bacio è sempre il più dolce, l’ultimo sorriso il più radioso, l’ultimo gesto il più leggiadro.”
I due si amano per quello che sono, senza pregiudizi né idealizzazioni.
“Ti amo ancor di più in quanto credo di esserti piaciuto per quello che sono e null’altro. Ho incontrato donne che, son convinto, vorrebbero essere sposate a un Poema ed essere accompagnate all’altare da un Romanzo.”
E quando lei si preoccupa che lui non la ami abbastanza, o non completamente, lui si affretta a rassicurarla.
“Mai ho sentito la mia mente riposare con gioia totale e serena su alcuna cosa– su alcuna persona tranne te. Quando sei nella stanza, i miei pensieri non fuggono mai dalla finestra: tutti i miei sensi si concentrano su di te.”
Ecco, il poeta che confessa col cuore in mano come nulla, neanche la poesia, venga prima della sua bella. Che scandalo per i suoi fan vittoriani! Anche per confessioni come questa l’epistolario di Keats a Fanny appare straordinario. Straordinario e incompleto: purtroppo ci è rimasta una sola voce, quella del poeta e non dell’amata.
Forse è proprio per supplire a tale mancanza che la regista australiana Jane Campion, celebre per Lezioni di piano, ha deciso di portare sullo schermo questo amore infelice. Girato nel 2009, protagonisti Ben Wishaw e Abbie Cornish, Bright Star è un film delicato, con una splendida fotografia, attenta alle piccole cose, immerso nei (lenti) ritmi della vita di campagna, ed è una messa in scena fedele alla lettera alle parole del poeta. D’altronde la storia di John e Fanny emerge con tale forza dalle righe vergate dal poeta – in Leggiadra stella. Lettere a Fanny Brawne – senza che ci sia necessità di aggiungervi molto, se non, appunto, l’ipotetico punto di vista della ragazza da lui amata.
Le lettere di Keats sono incredibilmente moderne, composte con una scrittura semplice, diretta e sincera, lontanissime dall’immaginario pomposo e rifinito che abbiamo della letteratura ottocentesca. E sono anche una buona porta d’ingresso all’universo poetico di Keats perché, pur con un registro differente, sono accomunate ai suoi componimenti più belli da termini e immagini ricorrenti. Quasi come se poesia e vita fossero inestricabilmente legate. Keats non è un poeta di slanci combattivi e distruttivi come Byron, né di ottimismi e chiaroscuri meditativi come Wordsworth. La sua poesia è intrisa di luce, di natura né matrigna né fraterna, ma vera e simbolica insieme, ambientazione eletta per il canto della Bellezza.
“Bellezza è Verità, Verità Bellezza: questo solo sulla terra sapete, ed è quanto basta”.
Scrive in Ode su un’urna greca. Fanny era per lui l’incarnazione di questa Bellezza abbagliante, la Fulgida stella della sua poesia, e a noi non resta che scivolare attraverso le sue confessioni all’amata in questo mondo splendente, sospeso tra passato e presente, di letteratura e vita.
devo dire che con una sorta di telepatia avete pubblicato un articolo su John Keats perchè proprio ieri ricordavo tramite facebook la meravigliosa poesia ‘Bright Star’ che ho dedicato ad una persona meravigliosa! Quanto amore,quanta passione e delicatezza nelle poesie di Keats,tanto si è perso nei sentimenti al giorno d’oggi,bisogna ricercare con ogni mezzo di ritornare almeno un pò a quell’amore puro