Come fa una camminata fra le nuvole – A Walk in the Clouds – a trasformarsi nel Profumo del mosto selvatico?
E “a casa da solo” – Home Alone – a diventare Mamma ho perso l’aereo? Com’è possibile che The Sound of Music si tramuti in Tutti insieme appassionata- mente?
E per quale oscura ragione “Che succede, amico?” – What’s Up, Doc? – la battuta del coniglio Bugs Bunny, scelta da Peter Bogdanovich come titolo del suo famoso film con Barbra Streisand e Ryan O’Neal, si trasforma in Ma papà ti manda sola?
Perché i titoli originali vengono stravolti e deturpati in italiano? Siamo d’accordo che la traduzione letterale non sempre è possibile, ad esempio Winter’s Bone sembrerebbe piuttosto macabro come “osso d’inverno”, ma è stato decisamente “dolcificato” con Un gelido inverno. E perché Road to Perdition, ovvero “la via della perdizione”, è diventata Era mio padre?
Entouchables, che designa una collisione impossibile fra due uomini che si toccano tanto, ma appartengono a mondi che non si toccano mai, diventa il banalissimo: Quasi amici.
Per non parlare di Brødre, “fratelli” in danese, che diviene Non desiderare la donna d’altri, laddove il titolo italiano, bacchettone e malizioso, tenta di ridurre il tema universale affrontato dalla Bier a una questione di corna.
Persi nella traduzione
Lost in Translation parla di due persone perse nella realtà intraducibile di un’impenetrabile Tokyo e nell’intraducibilità dei loro sentimenti reciproci. Lost in traslation si usa per designare quelle espressioni intraducibili da una lingua all’altra, che si perdono nella traduzione. Paradossalmente il titolo subisce la stessa triste sorte che voleva denunciare e diventa L’amore tradotto che non ha niente a che vedere con l’originale.
L’amore da noi viene messo dappertutto come il prezzemolo. Ed ecco che Walk the Line, film sulla vita di Johnny Cash e citazione della sua canzone I walk the Line – che significa “rigo dritto”, “faccio il bravo” – diventa Quando l’amore brucia l’anima.
In pole position tra gli scempi c’è “L’infinito splendore della mente immacolata” che in italiano è stato reso con Se mi lasci ti cancello, scatenando un mare di proteste. Il titolo originale Eternal Sunshine of the Spotless Mind è un verso del poema Eloisa ad Abelardo di Alexander Pope. Il titolo italiano altera il senso raffinato del film, facendolo apparire una stupida commedia (motivo per cui non sono andata a vederlo), mentre invece è drammaticissimo.
Stessa sorte è toccata a The Time Traveler’s Wife (letteralmente: “La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo”) che è diventato Un amore all’improvviso.
Titoli tradotti coi piedi
Da noi tutto viene appiattito e spinto a forza verso la commedia sentimentale. Così “una relazione pornografica” – Une liaison pornographique – diventa Una – più casta e banale – relazione privata. Né la versione inglese in questo caso è migliore, visto che lo traduce con An Affair of Love, “una relazione d’amore” .
Restando in Francia, un altro caso clamoroso è Domicile conjugal, “domicilio coniugale”, di François Truffaut che in Italia è diventato Non drammatizziamo… è solo questione di corna.
Tra le serie tv spicca la colombiana “Senza tetta non c’è paradiso” – Sin tetas no hay paraiso. E’ la storia di una giovane prostituta che entra in un giro di narcotrafficanti e ha come principale obiettivo rifarsi le tette, troppo piccole, per avere più successo con i narcos. Qual è il titolo della traspposizione italiana? Le due facce dell’amore.
Se vi volete divertire, su Facebook c’è la pagina “Titoli di film stranieri adattati e tradotti coi piedi”, nonché il sito “Bambini dei film americani che a tre anni fanno già discorsi filosofici”. Miracoli della traduzione! Scoprirete così che La parola ai giurati era in realtà “dodici uomini arrabbiati” e che The Guard – la guardia – è diventato Un poliziotto da Happy Hour.
Dude, Where’s My Car?, che significa “Ragazzo, dov’è la mia macchina?” è diventato Fatti, strafatti e strafighe.
Vendetta for the Saint si è trasformato in La mafia lo chiamava il santo ma era un castigo di Dio. Era nel clima dell’epoca (fine anni Sessanta e anni Settanta) fare titoli lunghi un chilometro ispirati a certi titoli western che si fondevano con la moda del titolo alla Wertmüller, del tipo La vita, a volte, è molto dura, vero Provvidenza?
Non aprite quella porta
Il poetico e riuscito titolo Mare dentro è legato a un’assonanza perché lo spagnolo Mare Adentro, in realtà significa “alto mare”.
Non aprite quella porta è un film horror degli anni Settanta, poi diventato un cult. Il titolo originale, molto più esplicito recita: “Il massacro della sega elettrica in Texas” – The Texas Chainsaw Massacre. Per evitare il massacro dei titoli stranieri, forse la soluzione migliore è mantenere l’originale (come accade già per le serie tv), tanto più che nel futuro (ma già nel presente) sarà impossibile parlare una sola lingua.
Per concludere un esempio letterario. Che direbbe il premio Nobel tedesco per la letteratura Herta Müller se sapesse (ma lo saprà?) che il suo libro Herztier, letteralmente “la bestia del cuore” è stato tradotto con Il paese delle prugne verdi?
Francamente, su “Non aprite quella porta”, il film ci ha guadagnato 🙂
E’ solo l’abitudine che te lo fa dire. Vuoi mettere un bel massacro con la sega eletterica?! 😉
I titolo sono importanti, sono la sintesi massima dell’opera.
E’ gravissimo alterarli.
Come al solito la tua è una riflessione necessaria.
Io che amo la lingua italiana propendo per la traduzione ma come se si trattasse del verso di una poesia. Salvando il senso e il suono a tutti costi, fregandosene del significato.
A presto,
Amy
Refuso, volvo dire “titoli”.
Vabbè. Oggi non è cosa… “Volevo” non “volvo”. Baci
D’accordo Amy, ma se si traduce finiscono per prevalere le ragioni commerciali. Fra l’altro, un simile tradimento può essere controproducente perché confonde il target. C’è il rischio che vadano a vedere il film quelli che non sono interessati e non lo vedano quelli che lo sarebbero.
Ma le ragioni commerciali vi sembrano tanto vergognose? Non sono mica fondazioni per la cultura a produrre e distribuire i film.
E su Non aprite quella porta Cristina sfonda una porta aperta 🙂
Non ho assolutamente nulla contro le ragioni commerciali, a meno che non facciano tutte quelle cose di cui parlo in questo articolo. Se “domicilio coniugale” viene chiamato Non drammatizziamo… è solo questione di corna ho molto da dire sulle ragioni commerciali…
Il titolo italiano non è meraviglioso, ma non mi pare molto peggio di “domicilio coniugale”. Il fatto è che il titolo dovrebbe servire a trovare il pubblico giusto per l’opera, e i pubblici sono diversi, da Paese a Paese, quindi mi sembra del tutto legittimo che si cambino.
Il caso più scandaloso (e stupido) è quello di Se mi lasci ti cancello, che, appunto, allontana il vero pubblico di quel film e attira quello sbagliato.
A me sembra molto peggio…
D’accordissimo. Anche “Il profumo del mostro selvatico” era preferibile all’improbabile “mosto”.
Ok il “mostro selvatico” ha resistito (sbattuto in prima pagina!) fino a stamattina, quando mio zio Gianni (grazie Gianni) mi ha avvertito, visto che per me era del tutto trasparente… però in effetti era carino 🙂
D’accordissimo su tutto ma cosa sarebbe la “pool position”, la posizione del gruppo? Forse intendevi la “pole position”? Ah, queste traduzioni!
Va bene Marzia! 🙂
Doppiamente colta in flagrante, prima col Mostro selvatico e poi con la “swimming pool position”… ora correggo
Il mitico Lercio ne ha una discreta collezione:
http://www.lercio.it/maxi-multa-allitalia-per-le-traduzioni-alla-cazzo-dei-titoli-dei-film/
e qui ce ne sono altri:
https://ilblogvuotodinidellaneum.wordpress.com/2013/07/02/cinema-10-incredibili-traduzioni-italiane-di-titoli-di-film/
http://oltreuomo.com/traduzioni-di-film/
http://cronacheletterarie.com/2012/06/17/persi-nella-traduzione-titoli-tradotti-coi-pied/
http://www.huffingtonpost.it/jacopo-mosca/i-5-titoli-di-film-tradotti-male-che-abbiamo-piu-odiato_b_2866211.html
https://ildisoccupatoillustre.wordpress.com/2014/11/07/i-5-titoli-cinematografici-dilaniati-dalla-traduzione-italiana/#respond
…ecco dov’è finita la creatività italica…
Grazie Niarb! 🙂