Lost in Murakami di Tiziana Zita

Lost in Murakami di Tiziana Zita. Lost in Murakami
Dialoghi su 1Q84

A un anno dalla pubblicazione dei primi due libri, è uscito in Italia 1Q84 Libro 3. Per l’occasione Cronache Letterarie vi propone Lost in Murakami, l’ebook che tenta una interpretazione del romanzo. I dialoghi scaturiscono dal gruppo di lettura sul romanzo di Murakami organizzato da Tiziana Zita, che ha anche curato l’ebook.
Potete trovare questi Dialoghi su 1Q84 in  tutte le librerie online, al costo di 2,54 centesimi. E’ anche possibile scaricare il PDF e leggerlo su qualsiasi computer.

Tiziana Zita

Tiziana Zita

Se prendessi tutte le parole che ho scritto e le mettessi in fila l'una dopo l'altra, avrei fatto il giro del mondo.

5 commenti

  1. Alcune note a commento di “Lost in Murakami”, che ho appena letto…

    “Non riesco a credere che un amore simile possa essere un nutrimento per una persona di trent’anni. Mi sembra l’ossessione sterile di una che nella vita fa il killer”

    Quando sono stato in Giappone ho scoperto un mondo veramente alieno, in cui le persone hanno riferimenti culturali, esistenziali ed emotivi totalmente diversi dai nostri. Non mi stupisce che un giapponese possa coltivare un amore simile, e farne l’unico nutrimento sentimentale della sua vita. Non c’è bisogno che sia un serial killer. Molti giapponesi vivono tutta la vita in un freezer emotivo, che del resto è ciò che gli consente di sopportare delle vite monotone, lavori monotoni, in una società dove lo spazio per l’individualità è quasi assente.

    La “chiusura”…
    Murakami chiude la storia eccome nella terza parte! Il fatto che non dia una spiegazione logica di questa doppia realtà, non vuol dire che non chiuda la storia dei personaggi!
    Comunque, per non guastare il piacere della lettura, non svelo nulla. ☺

    “E’ 1984 di Orwell applicato… Qualcuno ha corretto, o comunque ha cambiato la realtà e questo ha delle conseguenze…”

    Credo sia fuorviante pensare a un “qualcuno” che ha corretto la realtà. Qui non c’è nessun qualcuno. Questa realtà parallela esiste di per sé, nessuno l’ha creata. Anche questo è tipico della cultura giapponese: i cambiamenti e le trasformazioni avvengono. E’ una certezza culturale che alimenta la speranza, in un quadro sociale talmente bloccato, in cui l’individuo trova grande sollievo solo nella speranza che un giorno anche lui potrà cambiare. (Anche in tutti i Manga e nei cartoon giapponesi i personaggi si trasformano, hanno una seconda identità. E nelle strade di Tokyo, le “cosplay” si travestono da personaggi dei manga, per sentirsi diverse).

    Il voler pensare che qualcuno abbia cambiato la realtà è tipico della nostra mentalità logica, dove tutto deve avere una spiegazione comprensibile, se non proprio secondo leggi fisiche, almeno secondo rapporti di causa-effetto. Il bello di immergersi nelle storie di Murakami è proprio che si sfugge a queste regole: bisogna lasciarvisi andare, seguire i personaggi, credere a ciò che gli succede. Personalmente mi sono molto immedesimato in tutti i personaggi, ci sono passaggi di un calore struggente, tutt’altro che freddi…
    Forse per me è facile abbandonarmi a questi aspetti irrazionali, perché vivo la mia vita dando un forte valore al destino. Credo che il destino, il caso, influiscano sulla vita delle persone tanto quanto, o addirittura di più del loro stesso agire.
    Anche il fatto che i personaggi “sentano” delle vicinanze, a istinto, pertiene a questo aspetto. Sono convinto che non si tratti solo di differenze culturali. Si tratta di credere a un mondo interiore fatto di spiritualità, non solo di materialismo logico. Le mamme che “sentono” a distanza se a un figlio è accaduto qualcosa di brutto esistono davvero (ho toccato con mano dei casi reali che mi hanno sconcertato). Chi non ci crede è chi si aggrappa alle prestabilite leggi della logica… ma credo che sia questo, alla lunga, a rendere alcune persone “fredde”, molto più dei personaggi di Murakami.

    Volendo invece fare qualche commento sulla narrazione in sé, la terza parte risente secondo me di una eccessiva dilatazione. Murakami indulge in ripetizioni continue, in personaggi che ribadiscono a parole ogni cosa appena successa, rianalizzandola dal punto di vista di ognuno dei personaggi. Ho l’impressione che fosse un modo per diluire un materiale che, di per sé, era insufficiente a riempire un romanzo intero. Solo che così appesantisce la lettura. A volte sembra di stare sempre allo stesso punto, con evoluzioni talmente microscopiche della narrazione, che, per l’appunto, finisce per sembrare statica.

    Tutto sommato però è una storia che mi è rimasta dentro, e molto. Non credo che tra sei mesi non avrà più lasciato alcuna traccia in me. Quello che trovo meraviglioso più di tutto, da un punto di vista puramente soggettivo, è questo mondo magico e irrazionale, vissuto però nel panorama urbano, coi sapori della metropoli, e gli echi di un mondo attuale, che è quello in cui viviamo.

    Viva Murakami

    • Ok Andrea il tuo commento è complesso e interessante. Ti rispondo solo per quanto mi riguarda.

      Condivido il primo punto. Lo so anch’io che nella società giapponese non c’è individualismo, ma tendo a dimenticare la portata del fenomeno e a vedere con gli occhi di un’occidentale. La tua è una giusta osservazione e mi piace l’idea del freezer emotivo che è abbastanza diffuso anche da noi, anche se magari non risale ai dieci anni.

      Per quanto riguarda la “chiusura” io non pensavo all’unione dei due mondi, o alla loro spiegazione, ma all’unione dei due protagonisti. Anche in Kafka sulla spiaggia c’è lo stesso tipo di racconto alternato, ma i protagonisti delle due storie non si incontrano mai (né si conoscono). Mi chiedo che cosa succederà in 1Q84, dove i protagonisti si conoscono e si cercano. Ma fai bene a non dircelo 🙂

      Sì, quando ho detto che qualcuno ha corretto la realtà non pensavo davvero a “qualcuno”. Non pensavo a un’intenzione. Secondo me oltre che 1984 applicato è anche 1984 senza Grande Fratello.

      Questa problematica logico-illogico io non la sento. Sono a mio agio nell’illogico e nello spirituale. Non mi pare questo il problema. Non mi pare strano che i due si sentano, che sentano la reciproca presenza e vicinanza, ma quando alla fine lei lo vede dalla finestra e non va da lui non lo sopporto… mi pare che quel freezer emotivo deve essere assolutamente custodito così com’è, che il freezer è più importante di quello che c’è dentro.

      Anche a me piace questo mondo magico e irrazionale, vissuto nel panorama urbano.
      Non so quanto mi resterà dentro questa storia.

      Certo, anche se l’ho preferito in altri romanzi… viva Murakami!

  2. La lettura di 1Q84 è stata la scusa per scrivere a quattro mani alcune considerazioni a tutto campo dell’opera di Murakami. Faccio parte del Circolo dei Lettori di Elmas, un piccolo paese vicino a Cagliari, e con Gigi, uno dei membri dello stesso Circolo e fan di Murakami, abbiamo pensato di scriverle sotto forma di dialogo tra… un gatto e una crisalide 🙂 Il dialogo è lungo per essere riportato qui in forma estesa, così vi rimando alla relativa risorsa sul sito del Circolo > http://94.32.64.110/www.equilibrielmas.it/website/upload/archivio/Recensione_1Q84_Cancedda_Concu.pdf

    • Eccomi Roberto,

      trovo davvero simpatica la vostra idea di un dialogo tra la crisalide e il gatto: nel mood di Murakami 😉
      Molte della cose che dite le condivido e ne abbiamo parlato anche noi nei nostri dialoghi sulla crisalide (1Q84) e il gatto (Kafka sulla spiaggia). Perciò vi dirò solo quello che ho particolarmente apprezzato.

      “Cosa siamo, cosa andiamo cercando, che valore diamo alle cose, agli altri ecc… E’ con il tempo che acquisiamo comprensione di noi stessi, nella consapevolezza di diversi rapporti, tra il sé e gli altri, tra il sé e le altre cose.
      Le storie, dice Murakami, non fanno altro che aiutare il lettore ad acquisire consapevolezza di un nuovo assortimento di relazioni ipotetiche”.

      E questo è il gatto che parla, poi sempre il gatto:

      “Il mondo è una lotta senza fine tra una memoria e un’altra che le si oppone”

      Mi pare proprio il tema del romanzo, che Murakami eredita da Orwell, sebbene nel caso di Murakami sia difficile parlare di tema perché i temi si moltiplicano e si intrecciano.

      Infine chiudo con la crisalide:

      “Perché anche la verità, come la bellezza, ama nascondersi…”

      Bello! Complimenti e aspetto il vostro commento su “Lost in Murakami”.

      PS Chi è il gatto e chi la crisalide?

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