Aspettati l’inferno di Omar Di Monopoli
E’ inconfutabile che è il morso del cane a far scaturire le parole forsennate che compongono le pagine dei libri di Omar di Monopoli, scrittore, grafico e sceneggiatore pugliese. Proprio come, in quella terra bruciata dal sole che è il sud di tutti i sud del mondo, è il morso del ragno a scatenare i passi del ballo ossessivo e circolare il cui ritmo segna i battiti del cuore delle infinite estati del sud di tutti i sud.
Realtà o fantasia, cronaca o divagazioni horror, tutto viene raccontato con la frenesia dei latrati di un cane rabbioso che sconquassa l’anima e lascia presagire il dolore delle zanne che affondano nella carne.
Non è un caso che i personaggi nati dalla fantasia di Omar di Monopoli finiscano molto spesso sbranati dai cani: il loro destino era già segnato dai morsi più profondi del degrado suburbano, da quell’accumularsi di ignoranza e miseria, detriti sospinti dalla risacca della vita che si depositano sulle esistenze degli uomini soffocandole senza alcuna pietà.
In Omar di Monopoli già la scrittura è un presagio. Con il suo mischiare frasi in elegante italiano a espressioni dialettali, l’autore crea una sorta di fastidio, di aggressione lessicale che è il preludio della violenza che, prima o poi, verrà raccontata in tutta la sua stupidità.
Gesù beveva birra di Alfonso Cruz
Se i cani di Aspettati l’inferno vi spaventano troppo, potete trovare un modo molto diverso di raccontare il sud del mondo nel libro di Afonso Cruz, intitolato Gesù beveva birra.
A fare da sfondo agli incredibili personaggi narrati dall’autore è l’Alentejo, regione del Portogallo che, come noto, è un paese in tutto e per tutto mediterraneo, a parte il fatto che è affacciato sull’Oceano Atlantico.
Stessa ignoranza, miseria e superstizione, ma inzuppati questa volta in una scrittura solo elegante, fatta di illuminazioni e sempre pronta a scivolare distrattamente nell’ironia.
Una piccola scheggia di luce, quasi una pietra preziosa, il libro di Cruz, scrittore, illustratore e cineasta portoghese, nato nel 1971 a Figueira de Foz, e vincitore nel 2012 del premio dell’Unione Europea per la letteratura.
Nelle sue pagine il dolore degli ultimi non ha bisogno di sangue e di ferocia per mostrarsi in tutta la sua ineluttabilità. Il sud di tutti i sud del mondo, secondo Cruz ha ancora una possibilità di riscatto.
E l’unica cosa che può riscattare l’umanità, lo sanno bene gli ultimi e i disperati, è l’amore. Quell’amore che “non si compra”, come dice Rosa al suo Ari, ma che, come le risponde Ari, “si paga caro”.