In piazza Ponte Milvio, centro della movida romana, davanti al ponte su cui si svolse la battaglia tra Costantino e Massenzio e più di recente quella dei lucchetti, c’è il bar libreria Pallotta. Proprio lì sul marciapiede, ogni giovedì sera si svolge Libri a mollo, ovvero incontri con scrittori italiani, presentati da altri scrittori o da giornalisti. Si sta al fresco, si ascolta mentre si beve qualcosa.
A Carmelo Calì, inventore di Libri a mollo e responsabile del bar libreria, ho chiesto quali sono i tre migliori libri che ha letto quest’anno. Lui li ha pescati dagli scaffali ed ecco cosa mi ha risposto. Vi preannuncio solo che sono tutti italiani.
Carmelo Calì
Non ti dirò Gli eroi imperfetti di Stefano Sgambati che tratta di un libraio che lavora in una libreria di Ponte Milvio, di un uomo che sta nell’enoteca di fronte, di un corniciaio sempre sulla piazza. Il vinaio, la moglie, la ragazza e il libraio… tutto accade fra questi personaggi durante l’ultima l’esondazione del Tevere. Un uomo racconta un segreto durante una cena. Il segreto riguarda sua moglie, il cui cadavere è stato trovato nel Tevere anni prima. La verità è talmente sconvolgente che il vinaio e la moglie vanno in crisi solo per averla ascoltata. Non ti dirò questo, che è uno dei miei libri preferiti, che ho letto già dalle fotocopie in tutte le sue successive stesure… un’opera prima di altissimo livello.
Ma mi dirai…?
Carmelo Calì
La buona legge di Mariasole di Luigi Carrino. Parla della camorra, ma dall’interno perché Mariasole è la moglie di un camorrista e la figlia di un camorrista che si trova a diventare un boss della camorra. Lei accetta il suo destino per salvare il figlio dalla camorra. Inizia col funerale del marito. L’incipit è fortissimo, poi c’è lo svolgimento e un epilogo favoloso. Alla fine ti lascia disorientato. Ci sono personaggi deplorevoli che ammazzano e torturano, ma è raccontato dal punto di vista delle persone con tutta la loro umanità, così se quello che fanno ti allontana, questo ti avvicina. Il libro è strepitoso anche nello stile ed essendo un libro sulla camorra contiene anche dei pezzi in napoletano.
Il secondo qual è?
Carmelo Calì
XXI secolo di Paolo Zardi, scrittore eccezionale, che partendo da una piccola e giovane casa editrice indipendente, abruzzese, Neo., è arrivato nella dozzina dello Strega e ha vinto lo Strega 2.0, quello votato online. Prima Paolo Zardi ha scritto racconti. A ‘Libri a mollo’ i suoi sponsor sono stati De Cataldo e la Parrella. Il romanzo parla di un futuro prossimo, del peggiore dei mondi distopici immaginabili, votato alla decadenza sociale e morale.
Il protagonista, nella sua mediocrità, vende depuratori d’acqua porta a porta. Quando la moglie si ammala ed entra in coma, all’inizio del libro, lui comincia un percorso di scoperta della vita della moglie in contemporanea con lo sfondo di Occidente in declino. In questa realtà fuori controllo lui diventa una metafora per salvare il XXI secolo. Si tratta di un personaggio comune, mediocre. C’è chi decide di non decidere. Sono molti. Lui però trova un modo per affrontare il declino.
Noi Paolo Zardi lo abbiamo invitato a ‘Libri a mollo’ già l’anno scorso quando nessuno lo conosceva, poi c’è stato lo Strega e il successo. E’ una cosa inusitata che una casa editrice sconosciutissima sia entrata nella dozzina dello Strega.
Che ne pensi di tutte le polemiche sullo Strega a Nicola Lagioia?
Carmelo Calì
Nicola Lagioia è editor di Nichel, la collana di narrativa italiana di Minimum Fax, è critico letterario, critico cinematografico, seleziona i film che vanno a Venezia, ha una cultura sterminata e tutto questo a soli 42 anni. Lui sa di che cosa parla. I suoi libri si rivolgono a un target medio alto. A uno che non legge, se gli dai un suo romanzo lo chiude dopo dieci pagine e dice: “Non c’ho capito niente”. L’attacco che c’è in questo momento nei suoi confronti è frutto di invidia! Poi è vero che scrive intere pagine barocche, ma quello è il suo stile. Noi lo sapevamo che avrebbe vinto perché La ferocia è un libro di alto valore letterario e poi perché dietro c’è Einaudi. Negli ultimi vent’anni solo Einaudi, Mondadori, Rizzoli hanno vinto lo Strega.
Ad esempio, secondo me Domenico Dara, che è il mio terzo preferito, doveva entrare nella selezione del premio Strega perché il suo Breve trattato sulle coincidenze, pubblicato da Nutrimenti, diventerà un classico della letteratura italiana contemporanea (leggi qui la nostra recensione). Quando è venuto a ‘Libri a mollo’, l’anno scorso è stato presentato da Giorgio Vasta.
Quest’anno avevo contattato Natascha Lusenti ma lei mi ha detto che non poteva. In ogni caso le avevo regalato il romanzo. Quindi ho chiesto di presentarlo a Flavia Parente. Poi Natascha Lusenti mi ha richiamato e mi ha detto che il libro le era talmente piaciuto che voleva presentarlo. Così lo hanno presentato tutte e due ed è stata una presentazione bellissima perché il romanzo ha diversi livelli di lettura e ne è venuta fuori un’analisi super approfondita. Nel libro c’è una grande cura del linguaggio.
E’ ambientato nel 1969, l’anno dello sbarco sulla luna. Un postino è il personaggio chiave e vive a Girofalco, un piccolo paese della Calabria. Lui comincia ad aprire la corrispondenza della gente del paesino e a intervenire nella vita delle persone. La prima lettera è una lettera d’amore scritta con la sua calligrafia. Com’è possibile? Le coincidenze sono dei sassolini bianchi che ti indicano la via. Il postino è un personaggio poetico, un po’ come Il postino di Troisi. Arrivato all’ultima pagina scopri qualcosa per cui devi rileggere tutto il libro.
Mentre stiamo parlando, seduti a un tavolino del bar, arriva una signora che ci interrompe. Sta andando in vacanza, ha preso un libro e chiede a Carmelo se va bene. Si tratta di Gli anni belli di Marco Proietti Mancini. Lui le dice che è una buona scelta e lei se ne va tutta contenta.
Va bene, questi sono i tuoi preferiti, invece i più venduti in libreria quali sono?
Carmelo Calì
Corrispondono perché quando ci piace un libro noi lo promuoviamo. Non abbiamo libri di classifica, tipo Le cinquanta sfumature.
E se ve li chiedono?
Li ordiniamo.
Come va la combinazione bar libreria e come ve la cavate con la crisi?
Carmelo Calì
La combinazione va benissimo perché c’è chi entra per un caffè e magari prende un libro. La libreria fa da volano per il bar e il bar fa da traino per la libreria. Ma è un’accoppiata necessaria. Senza il bar, la libreria da sola non ce la farebbe. Questo perché gli affitti sono alti, perché ci sono pochi lettori e per il Kindle. Gente che veniva settimanalmente, lettori forti che compravano numerosi libri, ora a causa del Kindle hanno molto diminuito gli acquisti. Poi noi abbiamo rapporti diretti con le case editrici.
Loro ci mandano i libri e noi paghiamo solo quelli che vendiamo. Questo ci permette di avere un rapporto più conveniente di quello che puoi avere con il distributore che di norma prende il 50, 55, anche il 60 per centro del prezzo di copertina. Così, saltando la distribuzione, abbiamo margini più alti, che vanno dal 38 al 50. Anche ‘Libri a mollo’ nasce per portare gente in libreria.
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Il prossimo appuntamento di Libri a mollo sarà con Francesco Piccolo a cui seguirà Guido Catalano (vedi l’intervista di CLetterarie).
Suggerimenti originali e preziosi da parte di un librario che ama la lettura (e magari anche la birra artigianale;-)
Quanto al premio Strega, non credo che le feroci critiche siano dettate da invidia. Ma questo è il mondo dell’editoria italiana (e non solo dell’editoria). In ogni caso, basta leggere quel che viene pubblicato altrove (non sono esterofilo)…
Non capisco tanto bene qual è il punto in queste proteste. Il fatto che vincano solo certi editori? Questo mi pare appurato. Il fatto che Lagioia non è all’altezza? Non mi pare che sia questo il problema… Come sai io gli italiani li leggo poco, proprio perché li trovo poco interessanti. Comunque sono tentata da questi romanzi proposti da Carmelo e ne leggerò sicuramente qualcuno.
In genere quando chiedo quali sono stati i libri più belli letti nell’anno, nessuno mi dice libri italiani, o almeno non contemporanei.
Allora perché tutte queste polemiche (che comunque ci sono ogni volta) allo Strega?
OGNI VOLTA CHE I LETTORI SOPPORTANO POCO UNO SCRITTORE VIENE DATO LORO L’ETICHETTA DI INCOLTI O INVIDIOSI O ADDIRITTURA IDIOTI. IO HO LETTO SIA LA FEROCIA CHE XXI SECOLO È HO TROVATO IL PRIMO DI UN INSOPPORTABILE SUPPONENZA E IL SECONDO MOLTO APPREZZABILE. PER SCRIVERE UN OTTIMO LIBRO NON BASTA UNA CULTURA SMISURATA, SERVE L’UMILTÀ CHE NON CREDO APPARTANGA AL LAGIOIA SCRITTORE.ACCETTO PURE CHE MI SI DIA DELL’ INVIDIOSO
Non credo neanch’io alla teoria dell’invidia, in genere gli autori si amano, si discutono, si rinnegano… ricorrere all’invidia, molto spesso, è semplicemente un’alibi. Per quel che mi riguarda, ho letto l’anteprima de La Ferocia, e già le primissime righe mi hanno stupito per la banalità. A fine lettura non mi è rimasta nessuna emozione, nessun ricordo… nessuna voglia di sapere come andrà a finire.
Carmelo Calì ha un merito innegabile: sta riavvicinando l’attività di libraio a ciò che era, dovrebbe sempre essere e spesso non è più, cioè quella di un appassionato ed esperto conoscitore del prodotto proposto, che sa filtrare un libro, consigliarlo e impreziosirlo, all’occorrenza rifiutarlo; quindi non un semplice rivenditore di titoli imposti dall’esterno, dal prezzo oltretutto prestabilito. Per questo motivo mi stanno benissimo i suoi “consigli per gli acquisti”, come mi sta bene che abbia citato libri probabilmente a lui vicini per conoscenza diretta con l’autore e/o per esperienze condivise: del resto nessuno di noi ha la possibilità di leggere tutto ciò che viene pubblicato, e ogni suggerimento è, di conseguenza, inevitabilmente personale a parziale. Concordo su molte sue scelte, in particolare su Marco Proietti Mancini, che in questa sua lista di “amichevoli meriti” spunta come per magia alla fine dell’articolo, per opera della fantomatica “signora” di turno; ma la penna di Marco merita e anche quest’artificio ci sta. Nel passaggio su Lagioia, tuttavia, quando Carmelo sveste i panni del libraio e gioca a indossare quelli del critico, o del paladino dell’indifendibile, arriviamo alla sagra della banalità, e la questione viene liquidata seguendo la traiettoria di tre pseudo-assiomi inesatti e puerili quanto dogmaticamente espressi: 1. Chi critica, soprattutto se ferocemente, è invidioso; 2. Chi non comprende Lagioia non ha i mezzi per farlo, è troppo ignorante e legge pochino; 3. Lagioia ha i titoli, quindi, per italico sillogismo, se fa tutto quello che fa è un pozzo di scienza, anche quando dimostra di confondere una virgola (lui e i suoi editor, da editor sopraffino qual è o dovrebbe essere…) con un casuale sbaffo d’inchiostro sul foglio. Ergo, Lagioia non è l’ennesima pantomima all’italiana di un coglione fatto santo, ma un luminare delle letteratura contemporanea. E chi dice il contrario è ignorante, cieco e invidioso. Alla faccia della cultura, Carmè…