Fresh Meat

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Se non avete letto la lista delle migliori serie tv stilata dal Guardian, probabilmente non sapete di cosa stiamo parlando e, se invece l’avete fatto, è assai verosimile che non ci abbiate nemmeno fatto caso. Fresh Meat è così, passa inosservata da cinque anni ma, nel momento in cui entra a far parte del nostro raggio d’interesse, crea dipendenza e sconvolgimenti emotivi.

Difficile non innamorarsi di questa serie diretta da David Kerr e ideata da quei Sam Bain e Jesse Armstrong che dopo essersi conosciuti all’Università di Manchester hanno deciso di condividere penne, sceneggiature e idee assolutamente geniali. Dopo l’indimenticabile Peep Show, andato in onda su Channel 4, la coppia di comedy writers ha deciso di regalare al canale britannico un altro prodotto dal sapore speziato, reso ancor più intrigante dalla specialità della carne fresca messa sul fuoco. Tre ragazze e tre ragazzi condividono una casa sgangherata, studiano a modo loro e si divertono da matti. Niente confraternite o toga party alla Animal House, però; qui siamo a Manchester (nostalgia degli anni d’oro per gli sceneggiatori?), nell’immaginaria Medlock University che ha tanto del sistema scolastico europeo e praticamente nulla di quello americano. Le feste sfrenate ci sono, le sbronze colossali anche, ma senza bisogno di riti di iniziazione o lettere greche stampate sulla facciata di edifici a tre o quattro piani.

ecIo2AWeTipicamente britannico dunque questo comedy-drama, reso disponibile in Italia da Netflix in versione sottotitolata, ossia senza quell’orrendo doppiaggio italiano che finisce per disperdere il meglio delle battute e dell’ironia made in UK. Scelta oculata, data la presenza di Jack Whitehall tra i protagonisti; noto in patria soprattutto per gli sketch in programmi televisivi come The Sunday Night Project e altri show satirici della BBC, il “genere” da lui privilegiato è proprio là stand-up comedy, ossia lo spettacolo in piedi con battute secche. È in Fresh Meat però, che il londinese debutta come attore vero e proprio e dà il meglio di sé, dispiegandosi in una serie di situazioni grottesche, spesso giocate sul sottile filo dell’assonanza. Ma tutta la serie trae giovamento dal mantenimento dell’idioma inglese, declinato nella varietà dei suoi accenti e delle sue espressioni. Non ci sarebbe divertimento con la (piatta) uniformità del doppiaggio, e si perderebbero i momenti awkward (imbarazzanti) dietro goffe traduzioni di commenti intraducibili.Fresh Meat

Mandata in onda in sordina nel 2011, Fresh Meat (vedi il trailer) si è conquistata pian piano il suo spazio nel mondo delle serie tv esplodendo in patria già a metà della prima stagione, messa erroneamente a paragone con quel Greek – la confraternita che aveva fatto faville dall’altro lato dell’Oceano. Quattro stagioni (l’ultima lanciata lo scorso marzo) da otto episodi ciascuna, un viaggio nel mondo dei ventenni universitari più o meno privi di prospettive e assolutamente senza futuro. A essere al centro del ciclone preparatorio all’età adulta, sono sei ragazzi di origine ed estrazione diversa, ognuno con i suoi pregi, i suoi fantasmi e le sue manie. Si piacciono, si sopportano, litigano e urlano, amandosi in ogni caso, come solo i giovani sanno fare, unendo innamoramento ed amicizia in un unico, grande viaggio esistenziale.

Fresh Meat10310d443aJosie (Kimberley Nixon) viene da Cardiff e sogna di diventare dentista. Precisa e impeccabile in stile quasi provinciale, è in realtà una ragazza fragilissima che non disdegna alcool e sesso occasionale per riempire le carenze di affetto che si porta dietro da sempre. Kingsley (Joe Thomas) se ne invaghisce dal primo momento, ma è vergine, insicuro e perennemente fuori tempo massimo. Tutto il contrario di J.P. (Jack Whitehall), giovane aitante e ostentatamente posh (snob), che va a letto con lei al primo colpo e non manca mai di sottolineare il suo alto livello sociale. Lo stesso di Oregon (Charlotte Ritchie), che cela il suo vero nome – Melissa –, la sua auto e il suo reddito per apparire “normale” ed easy come gli altri coinquilini. La sua migliore amica del resto è Vod (Zawe Ashton), un’“anti” tutto per scelta, ribelle fino all’ultimo respiro e indebitata fino al collo. L’unico davvero impenetrabile sembra essere Howard (Greg Hugh), lo scozzese già stanziato in casa, più grande, più eccentrico e socialmente inetto. Personalità distanti che si aggirano per i locali di un edificio condiviso, lontano dal campus, superano le barriere degli imbarazzi e delle posizioni opposte e trovano il loro posto in quell’interregno sospeso che è il passaggio dall’adolescenza all’età adulta.

FRESH-MEAT-Series-3-EPISODE-1La giovinezza è una festa, e loro provano a viverla al meglio, lasciandosi alle spalle presuntuosi genitori manager, ragazze madri disastrate e genitrici ingombranti. Sanno che alla fine del ciclo di studi la realtà busserà alla porta, proponendosi sotto forma di un vestito per lavorare nell’azienda di famiglia, di uno stage non retribuito e di una borsa di studio persa per requisiti insufficienti. Le donne, i cavalier, l’arme e gli amori cantati da Fresh Meat sono i facili innamoramenti dei vent’anni, la musica ascoltata e composta nell’illusione di farsi strada, le manifestazioni e le cause umanitarie sostenute per convinzione o semplice entusiasmo giovanile. I coinquilini di Manchester si arrampicano, inciampano e continuano ad imparare in quel terribile e bellissimo periodo della vita in cui ogni dovere appare una costrizione e i sogni per il futuro si nutrono di passioni sperimentate nel presente. Il microcosmo dell’università prepara la strada alla vita, dove gli amori tormentati torneranno a ripresentarsi, il capo farà lavate di testa peggiori di quelle dei professori e gli esami non saranno più interrogazioni ma scelte importanti da fare.

Fresh Meat632Dietro quella che pare essere un’irriverente celebrazione della vita universitaria socialmente sfrenata, si cela in realtà un ritratto perfetto delle ansie e degli interrogativi che accompagnano la crescita. Ogni personaggio subisce un’evoluzione, che si nutre e deriva dal confronto-scontro con l’altro. Dal primo anno come “freshers” all’ultimo come “seniors”, i ragazzi di Manchester impareranno tra feste, gite e relazioni sentimentali, l’ingrediente essenziale per affrontare il mondo reale: la fiducia in se stessi. Poco importa che i sogni da matricole debbano lasciare il posto alle esigenze di ciò è là fuori. Chiusa la porta del 28 Hartnell Avenue, i ragazzi sapranno fronteggiare crisi peggiori di quelle che li hanno visti adirarsi per una birra lasciata fuori dal frigo. Abbandonata la seconda famiglia dopo quella biologica inizia la vita vera: buon viaggio e buona fortuna ragazzi di Fresh Meat.

Ginevra Amadio

Ginevra Amadio

Nata a Roma, laureata in Lettere Moderne, amante di cinema, arte e buoni libri, non riesco a immaginare a quale di queste cose potrei rinunciare. Oltre a collaborare con varie testate online, scrivo qua e là qualche appunto che nei momenti di esaltazione oso definire racconto.

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