Il movimento Beat nasce a New York intorno al 1950 e i suoi capofila sono Allen Ginsberg e Jack Kerouac. Le sue caratteristiche principali sono ribellione, innovazione nello stile, abbondante sperimentazione di droghe, libertà sessuale, interesse per le religioni orientali, rifiuto del materialismo e rappresentazioni crude della condizione umana. Insomma, tutte cose che prima si erano già viste, ma mai tutte insieme. Il termine “beat” assume diversi significati: secondo Kerouac (che, a modo suo, era religiosissimo) intende uno stato di beatitudine; secondo altri, sta per “abbattuto” (dalle droghe e dall’emarginazione), ma anche per “ribellione” o “battito” e “ritmo”, questi ultimi in riferimento alla musica Jazz, in particolare quella di Charlie Parker.
Una delle figure più importanti della Beat Generation
La ricca famiglia preferisce che lui viva all’estero
Il secondo matrimonio con una brillante studentessa newyorkese
Nel 1946, divorziato da Ilse, conobbe una giovane e brillante studentessa newyorkese che aveva appena terminato il primo ciclo di studi universitari, Joan Vollmer, nata nel 1923. La Vollmer era già a sua volta divorziata e madre di una bambina, ed era una ragazza attraente e sensuale, dalla mente aperta e i costumi disinibiti. Ambiva a diventare scrittrice e aveva composto delle poesie molto originali. Burroughs ne fu talmente colpito da legarsi strettamente a lei, a dispetto delle sue fortissime inclinazioni omosessuali.
La comunione fisica, spirituale e affettiva tra i due, forse fu legittimata da un matrimonio. L’unica prova di questo è un’istanza di divorzio che i due presentarono nel 1951. Intanto, nel 1947, ebbero un bambino, William Jr.: durante la gravidanza, Joan non smise di consumare alcol e droghe, soprattutto eroina, e il figlio nacque con molti problemi di salute, che lo perseguitarono per tutta la sua breve vita. E’ morto a 34 anni, nel 1981, dopo aver subito anche un trapianto di fegato. Scrittore non privo di talento, William Jr. ha lasciato un vivido ricordo della sua infanzia in un romanzo pubblicato nel 1973, Kentucky Ham.
Vanno a vivere a Città del Messico
In Messico, le cose non andarono meglio. I due erano spesso strafatti o ubriachi o entrambe le cose insieme, più Burroughs della Vollmer se dobbiamo prestare fede ai ricordi dei bambini. Frequentavano soprattutto altri sbandati con velleità artistiche e sopravvivevano solo con l’assegno che continuava ad arrivare mensilmente dalla famiglia di Burroughs.
Allen Ginsberg, che andò a trovarli, osservò che Joan aveva un aspetto particolarmente disfatto e ipotizzò che Burroughs – che in quel periodo aveva ripreso ad avere relazioni omosessuali – la maltrattasse. Ma la donna, che a sua volta aveva relazioni con altri uomini, sembrava avviata lungo una spirale auto-distruttiva tale da non rendersi più conto di nessun rischio. E’ però possibile che alcuni dei segni che fecero sospettare a Ginsberg i maltrattamenti, tipo la difficoltà a camminare per una vistosa zoppia, fossero in realtà dovuti all’aggravamento di vecchi problemi di salute. La Vollmer aveva sofferto di poliomielite nell’infanzia – per effetto della vita sbandata e dell’abbrutimento.
Burroughs girava sempre con una pistola in tasca
Invece Burroughs sparò basso e colpì Joan alla tempia.
Eddie Woods riferì che il rumore dell’esplosione suonò violentissimo, che il bicchiere intatto rotolava sul pavimento in cerchi concentrici e che Joan, seduta su una sedia, teneva la testa reclinata da un lato. Fu Eugene A. ad accorgersi del filo di sangue che le colava dalla tempia e a dare l’allarme. Mentre Burroughs si precipitava urlando sulla donna ancora viva, i due andarono a chiamare aiuto. All’arrivo dei soccorsi, Joan Vollmer era in coma e morì nel giro di poche ore.
Fu subito arrestato e chiuso in galera
Burroughs fu subito arrestato e chiuso in galera. Ma ci restò solo fino al 22 settembre: quando l’avvocato inviato sul posto dai suoi parenti pagò 2312 dollari di cauzione – più una cifra imprecisata ma presumibilmente molto alta ai giudici e alle autorità locali per “ungere” la pratica – per farlo uscire. Mentre si svolgeva il processo, nel dicembre del 1952, Burroughs venne a sapere che lo Stato della Lousiana non aveva emesso alcun mandato di cattura nei suoi confronti per la faccenda del traffico di stupefacenti. Quindi se ne tornò negli Usa senza avvertire nessuno.
Fu poi condannato in contumacia a due anni per omicidio colposo. Su consiglio dell’avvocato messicano cui si era rivolto prima che si presentasse quello inviato dalla famiglia, aveva dichiarato che il colpo era partito accidentalmente mentre puliva la pistola. Presumibilmente, i soldi distribuiti a piene mani dalla famiglia a tutti gli interessati fecero sì che questa versione fosse accettata senza problemi. E ottenne pure la sospensione condizionale della pena.
La figlia che Joan aveva avuto dal precedente matrimonio, Julie, fu affidata ai nonni materni; il piccolo William Jr. ai nonni paterni.
Con Il pasto nudo ebbe un successo internazionale
Joan Vollmer, una delle tante donne, vittime della violenza
In sostanza, Joan Vollmer non sarebbe altro che una delle tante donne, vittime della violenza di un convivente pieno di problemi. Anche se la mitizzazione che la figura di Burroughs ha subìto, sia in vita sia dopo la morte – moltissimi artisti moderni lo considerano un loro nume – ha fatto passare in secondo piano gli aspetti umani e legali di questo delitto, negli ultimi tempi, una critica più attenta ha cominciato a porre l’accento sulla sostanziale disonestà di questo modo di pensare, per cui all’artista dovrebbe essere più o meno permesso o perdonato tutto, in nome di una sua supposta superiorità intellettuale sulla massa dei comuni mortali.