L’amore è eterno finché non risponde di Ester Viola

L’amore è eterno finché non risponde di Ester Viola

L’amore è eterno finché non risponde

Ti lascio ma restiamo amici. Mi ama ancora, è scritto nelle stelle. No, non nelle congiunzioni astrali, ma bisogna scrutare le stelline di valutazione dell’ultima chiamata fatta su whatsapp. Un tempo Paolo Fox, oggi la messaggistica istantanea; non serve più nemmeno attendere l’oroscopo della mattina per sapere se lui, in fondo in fondo, ci pensa ancora un po’. Ora c’è la legge dell’ultimo accesso, a cui non sfuggono neanche i più astuti; si può eliminarlo (sì, è possibile), ma si resta comunque visibili quando si è online.

Una tortura masochistica per noi povere figlie dell’amore ai tempi dei social. Lo sa bene Olivia Marni, fantastica protagonista de L’amore è eterno finché non risponde di Ester Viola, pubblicato da Einaudi. Un esordio fulminante per l’avvocato di Morbegno attivissima su Twitter (@esterviola_). Il suo account è una specie di Bibbia per chi voglia prendere la vita a dosi di cinismo e ironia e sappia sorridere di politica, costume e affari di cuore, cose che – specialmente questi ultimi – scuotono anche le menti più salde.

Lasciati e lasciandi

Olivia è un avvocato divorzista che divide il mondo in Lasciati e Lascianti; sono tutti suoi clienti, chiaramente, ma rappresentano l’epitome perfetta degli spicchi sfigati della ruota dell’amore. «Si lasciano i ricchi, si lasciano quelli che non avrebbero i soldi per lasciarsi, si lasciano gli innamorati, si lasciano persino quelli che si erano messi insieme per non lasciarsi soli. Si lasciano tutti, è solo questione di quando». E giacché il dogma sentimentale vale per ogni essere vivente, anche Olivia viene lasciata. Da Dario, un omino con una leggera calvizie e decisamente anonimo se non fosse che quando si è lasciati, la parte vincente della coppia ci appare sempre come Brad Pitt.

Dario e Olivia continuano a sentirsi. Si telefonano, chattano, senza mai vedersi. «Sono convinta che manchi poco a tornare insieme», ma di fatto l’unica cosa che torna è la luce dello smartphone a ricordare che in fondo a una giornata di lavoro ci sarà sempre un ex che ci contatta perché ha paura o perché forse, di noi, ha pena. L’illusione però, ci tiene in vita anche quando stiamo per affogare e l’acqua ci arriva a un centimetro dal naso. «Lasciarsi – del resto – è una tragedia in due atti. Il primo è quando lui se ne va. Il secondo è vederlo felice con un’altra». Se lui telefona, ancora, «significa qualcosa, deve significare qualcosa». Invece no, non significa niente. Perché basta Facebook, con la sua privacy sui generis, a spezzare in un attimo tutte le speranze.

Lui sorride, a Londra, con una ragazza. Che è giovane, bella e sembra «Kate Moss, nel 1998». Perché, perché non teniamo a freno le dita? Perché quest’ossessione malata di sfogliare i diari digitali in cerca di prove?
E a niente valgono le rassicurazioni dell’amica romantica che pur di tirarci su il morale demolisce Angelina Jolie, neanche fossimo Jennifer Aniston ai tempi delle celebri corna smithiane. L’abbrutimento post presa di coscienza è una fase obbligata e necessaria, infatti, per uscirne davvero.

L’abbrutimento post presa di coscienza

ragazza-in-pigiama-fred-calleriOlivia gira in pigiama mentre pattuglia Facebook in cerca di novità, sfoglia le foto della nuova fiamma, ordina sushi economico e si stupisce quando si accorge di non star pensando a Dario da venti minuti. Rivede l’ex, conosce la Kate Moss italiana e, straordinariamente, non muore, anche se sembrava dovesse andare così. «Nei film fanno mai vedere cosa succede durante il decorso di un cuore spezzato? Niente. Non succede niente, ecco la risposta». Niente a parte il costante e sotterraneo esercizio della dimenticanza. Ci si uccide di lavoro, si esce a conoscere persone, si dà persino credito all’amica cinica che più che al grillo parlante assomiglia a un super-io irritante e cattivello. Si getta il dolore dalla finestra ma rientra poi dalla porta.

Ha bisogno del suo corso, delle sue lacrime, dei suoi accessi su whatsapp alle tre di notte per vedere se lui è online. Poi passa, così come è passato l’amore. E arriva un altro. Per Olivia, per tutte noi. E allora Napoli assume di nuovo i colori di sempre, i Lasciati in fase di divorzio sembrano quasi meno nevrotici e il suo nome e cognome smettono di apparire costantemente in prima posizione sotto la barra di ricerca del dannato Facebook. Kate non è più così tanto Moss, Dario ha sempre più stomaco e meno fascino e le attese tra email e telefono hanno lo stesso sapore ma occhi diversi da immaginare dietro allo schermo.

Se avete perso gli anni migliori della vostra vita ad aspettare la notifica di un messaggio per poi pensare bene a come rispondere, L’amore è eterno finché non risponde vi illuminerà sul perché, in fondo, la sfiga amorosa ci rende tutte tristemente uguali. E dimenticate Carrie Bradshaw, Bridget Jones o affini compagne di sventura, d’ora in avanti siamo tutte Olivia Marni.

Ginevra Amadio

Ginevra Amadio

Nata a Roma, laureata in Lettere Moderne, amante di cinema, arte e buoni libri, non riesco a immaginare a quale di queste cose potrei rinunciare. Oltre a collaborare con varie testate online, scrivo qua e là qualche appunto che nei momenti di esaltazione oso definire racconto.

3 commenti

  1. Il contenuto del libro non è di mio interesse, perché gli uomini, si sa, vengono da un altro pianeta, da Marte ed io, in effetti, mi chiamo proprio “De Mars”! 🙂 Però la recensione è scritta molto bene. Complimenti!

    • Caro Vincenzo, ti ringrazio per i complimenti! Il libro ha forse un contenuto apparentemente rivolto alle donne, ma ti assicuro che è pungente e fresco per qualsiasi sesso 🙂 Magari se un giorno lo leggerai mi dirai che ne pensi. Nel frattempo ti rinnovo i miei ringraziamenti per aver apprezzato il mio stile di scrittura 🙂

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