Ogni decisione è figlia di una storia. Quella che mi ha portato a dire sì a questa avventura, ha avuto inizio un paio di anni fa, quando ad una delle merende letterarie che organizzavo con il mio compagno nel nostro appartamento per ambientarmi a Roma, ho conosciuto Tiziana Zita. Abbiamo mangiato, riso, scherzato, ma anche parlato di letteratura, arte, prospettive, visioni. Tutte cose che ci hanno unito. Fino a quando qualche mese fa, Tiziana mi ha raggiunto con una telefonata in cui mi ha lasciato a pensare se e come aiutarla in una nuova sfida: fondare una rivista dal suo blog.
Quando mi sono messa a pensare, ho provato a sgombrare la testa dall’eccesso di contenuti ed informazioni che ogni giorno ci vengono spacciati per approfondimenti culturali soprattutto dalla rete, ed ho provato ad abbozzare una visione trasversale legata, invece, a tutto ciò che quelle informazioni in rete potesse condizionarle. Ho pensato a tutte le persone che stimo, la cui passione autentica per la cultura intesa in senso ampio, condiziona ed ha condizionato l’integrità della propria vita e le prospettive nei confronti del proprio futuro. Persone dai mestieri e gli interessi più disparati, dalle vite più singolari che, però, è sempre un privilegio sentir parlare. Ed ho pensato che si potesse cominciare da loro, per offrire una vita rinnovata a Cronache Letterarie, il cui bacino di utenza, grazie a Tiziana, gode già di una bellissima vista.
A voler usare una metafora, sul mio modo di concepire la linea editoriale della nuova rivista, mi viene in mente la bellissima Turandot che ho visto questa estate allo Sferisterio di Macerata, interpretata dai registi Stefano Ricci e Gianni Forte. In una foresta di simboli dal sapore per nulla orientaleggiante come ci si sarebbe aspettato, la principessa dal cuore di ghiaccio vive la sua transizione verso un mondo aperto ed adulto cavalcando un imponente orso polare e facendosi il bagno nel sangue dei propri spasimanti. Quanto appagamento per la nostra vista! Quanto materiale per un pensiero rinnovato!
Viviamo in un mondo in cui ogni eccesso è stato non solo sperimentato, ma anche analizzato, studiato, fino a diventare noioso; ogni provocazione a cui assistiamo, complice la velocità imposta dalla rete, è superficiale e non dialoga per nulla con la nostra natura (quella sì, che resta la nostra arma più provocatoria!) e con le nostre proiezioni. Così ho detto: ok, ci sto, proviamo. Proviamo a vedere se la purezza dello sguardo premia ancora.
E allora, fedeli all’impero della contaminazione di tutto ciò che contiene il prefisso trans- nella sua espressione, noi partiamo.
Voi seguiteci. Parlateci. E mescolatevi alle nostre parole.
Succeda quel che succeda. Che vi devo dire? Il caos, a me, è sempre piaciuto.
Gianna Angelini
Direttore editoriale di Cronache Letterarie