Nobel per la Letteratura a Kazuo Ishiguro Il gigante sepolto

Il gigante sepolto. Ishiguro

Kazuo Ishiguro, l’autore di Quel che resta del giorno, è il vincitore del Nobel per la Letteratura 2107. Vi proponiamo la recensione del suo ultimo romanzo Il gigante sepolto. Al centro della sua narrazione c’è sempre il passato anche quando il passato non salva.

Da Quel che resta del giorno a Non lasciarmi, passando per Un pallido orizzonte di colline e Quando eravamo orfani, la produzione letteraria di Kazuo Ishiguro si è andata definendo come un organico e ininterrotto discorso sul ruolo che il passato assume nelle esistenze degli uomini, condizionandone scelte ed atteggiamenti, spesso impedendo un confronto aperto con il futuro, perché a vincere sono, per lo più, i rimpianti. E lo fanno vanificando progetti e venando di struggente nostalgia le sue atmosfere narrative.

Kazuo Ishiguro, Il Gigante sepoltoSe salvezza c’è, consiste nell’alimentare gelosamente dentro di sé questo passato in cui sembra pudicamente celarsi la dimensione più autentica di ognuno.
Il gigante sepolto (The Buried Giant, 2015) è un inusuale romanzo storico di ambientazione medioevale. Stavolta il tempo perduto, per magico incanto, non si fa “ricercare”, ma anzi rievocarlo significa confrontarsi con orrori ancestrali, tragedie inaccettabili, sconfitte ben più lancinanti dei semplici rimorsi.

Nell’Inghilterra del leggendario re Artù, sconvolta dai sanguinosi conflitti fra Britanni e Sassoni, la pace perdura solo perché tutto viene dimenticato. Perché di tutto la memoria è labile.
Sullo sfondo di contrade sassoni grondanti sangue di sacrifici animali e inquietanti monasteri abitati da monaci deformi e grotteschi (l’autore conoscerà Il nome della rosa…), tra diafane adolescenti coraggiose e fate morgane dai capelli rossi, orchi famelici ed elfi demoniaci, paladini erranti più simili a Don Quijote che a Lancillotto.

E poi vedove violente e danteschi barcaioli che traghettano nell’Isola della Solitudine solo le coppie che veramente si amano (“Amori che sfidano il passare degli anni ne abbiamo visti pochi”). La “nebbia dell’oblio”, che è alimentata dal temibile drago femmina Querig, impedisce di ricordare. Impedisce persino di conservare la reminiscenza di un passato recentissimo che lega i figli alle madri, i giovani iniziati agli eroici compiti cui non possono adempiere, le domande appena formulate beckettianamente destinate a risposte incongruenti che impongono la ricostruzione di un dialogo costantemente negato.

Ishiguro è nato in Giappone, ma si è trasferito in Inghilterra con la sua famiglia quando aveva sei anni

Un romanzo dal “tempo lento”, a tratti prolisso ma coinvolgente nell’intuizione che lo sorregge. Una nuova solidarietà fra popoli che si sono combattuti può nascere e consolidarsi solo se non viene perduta la memoria degli olocausti che si sono resi necessari per renderla possibile. Atto doveroso, anzitutto per le vittime, e necessario per elaborare le ferite della Storia.
Kazuo Ishiguro ha vinto il Nobel per la Letteratura 2017. Cronache Letterarie

E allo stesso modo un sentimento radicato e duraturo non può permettersi il respiro breve di un “ora”. Ma deve saper accettare con dignitoso coraggio il ricordo di tutto ciò che ha sofferto per crescere. “Senza ricordi l’amore è destinato a morire”: al lettore scoprire chi, in un suggestivo finale degno del miglior Ishiguro, ha la coerenza di accettare tale inevitabile, per certi versi dolorosa, verità.

Kazuo Ishiguro, Il gigante sepolto, Einaudi Editore

 

Potrebbe interessarti anche:
Jon Fosse. Il Nobel che aspettavo da anni

Marco Camerini

Marco Camerini

Formatosi alla scuola storico-critica di Walter Binni – di cui è stato allievo e con il quale ha collaborato negli anni conclusivi del suo magistero accademico alla Sapienza di Roma – è stato a lungo docente di Lingua e Letteratura italiana presso i Licei. Gli interessi della sua attività critica e saggistica sono rivolti alla lirica novecentesca e alla narrativa contemporanea, in particolare anglo-americana.

2 commenti

  1. Ancora una volta il prof.Camerini è da non perdere. Non so se leggero’ Kazuo, ma certo il tema di questo suo ultimo libro è fondamentale. Per noi tutti.

  2. Professore, che piacere leggere una sua recensione. Ho amato questo libro, e mi ritrovo in quello che ha scritto.
    Un abbraccio da una sua ex alunna.
    Giulia Pippa

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.