La belle sauvage di Philip Pullman

La trilogia di Philip Pullman Queste oscure materie è una delle più belle saghe fantastiche di sempre. Questo nuovo romanzo era molto atteso da tutti i fan: sono circa quindici anni che si parla del misterioso Libro della Polvere che ora si è rivelato essere una trilogia, di cui La Belle Sauvage è il primo volume, nonché un prequel de La bussola d’oro.

“Costruiremo cosa?”
“La repubblica dei cieli”.

Con questo proposito, anarchico e libertario, si chiudeva una delle più belle saghe fantastiche di sempre. Queste Oscure Materie, composta da Philip Pullman tra 1995 e 2000 si articolava in tre romanzi: La bussola d’oro, La lama sottile e Il cannocchiale d’ambra, seguiti da due brevi racconti, La Oxford di Lyra e Once Upon A Time in the North, inedito in Italia. Protagonista la dodicenne Lyra Belacqua, ribelle, coraggiosa e appassionata abitante di un universo parallelo al nostro, dove ogni essere umano viene al mondo accompagnato da un daimon, personificazione animale dell’anima. Senza saperlo Lyra si ritrova al centro degli interessi del Magisterium, una sorta di Chiesa riformata dominata dall’Inquisizione, e di una sua fazione particolarmente agguerrita, l’Intendenza Generale per l’Oblazione.

L’Intendenza rapisce bambini per portarli al Polo Nord e usarli come cavie in un esperimento raccapricciante, nel tentativo di comprendere cosa sia quella sostanza, invisibile ad occhio nudo, conosciuta come Polvere e perché reagisca in modo differente tra adulti e bambini. Ovviamente a Lyra non importa nulla di tali quesiti metafisici, a lei interessa solo salvare dall’Intendenza Roger, il suo migliore amico. Per farlo è disposta ad affrontare il gelo artico, le altere e sagge streghe del nord, i feroci orsi corazzati e l’Intendenza guidata dalla splendida e crudele signora Coulter, sua madre.

Liberato Roger, potrà raggiungere suo padre, Lord Asriel, e aiutarlo nella sua impresa alla scoperta dei molteplici universi che si affacciano oltre l’aurora boreale. Ad assisterla il suo daimon, Pantalaimon, e uno strumento che lei sola può usare senza bisogno di anni di studio e pile di libri: l’aletiometro, la bussola d’oro del titolo, un lettore simbolico che rivela la verità.

Dal finale appassionante e drammatico del primo libro veniamo introdotti in un universo ancora più crudele e sconvolgente: il nostro. La lama sottile si apre con un nuovo protagonista, Will Parry, un dodicenne pronto a tutto pur di proteggere sua madre, malata di mente, e cercare suo padre, un esploratore sparito poco dopo la sua nascita. Coraggioso, persino spietato, ma dalla morale incrollabile, Will finisce con l’incappare in una finestra su un altro mondo, l’apparentemente sicura Cittagazze. E’ qui che avviene l’inevitabile incontro-scontro con Lyra che cambierà le loro vite.

La belle sauvage di Philip Pullman Il libro della polvere.

I due ragazzini si ritroveranno ad affrontare innumerevoli sfide e pericoli mortali, fino a ricoprire ne Il cannocchiale d’ambra un ruolo fondamentale nella guerra dichiarata dal visionario Lord Asriel contro l’Autorità, ovvero Dio. Al loro fianco, e contro di loro, creature di vari mondi, tutte accorse al richiamo di Lord Asriel contro l’oscurantismo, in nome del libero arbitrio. Tutto sembra ruotare attorno alla Polvere, particelle dotate di consapevolezza che amano e cercano i segni della conoscenza e della coscienza, che guidano e accompagnano lo sviluppo delle civiltà.

“L’ombra del Nord” secondo volume della trilogia dedicata a Sally Lockhart

La natura della Polvere è uno dei pochi interrogativi cui Pullman non è riuscito a dare piena risposta in Queste Oscure Materie. Perciò, per anni, si è attesa con crescente curiosità l’uscita di quel Libro della Polvere, annunciato all’indomani de Il cannocchiale d’ambra.
In Italia, l’editore Salani ha cercato di riempire l’attesa pubblicando l’opera omnia di Pullman, inclusa la gustosa serie dedicata a Sally Lockhart, un mix avvincente tra Dickens e Conan Doyle con uno spruzzo di Penny Dreadful. Alla fine, quando quasi si erano perse le speranze, a maggior ragione dopo il fallimentare adattamento cinematografico de La bussola d’oro (che pure vantava un cast ideale, riunendo fra gli altri Nicole Kidman, Daniel Craig ed Eva Green), ecco spuntare prima una data, poi un titolo, La belle sauvage.

La belle sauvage

Dopo l’epico affresco di Queste Oscure Materie, che spaziava fra infiniti mondi e molteplici scenari, non era chiaro cosa aspettarsi. A lungo si è immaginato che ci saremmo ritrovati con una sorta di Silmarillion fra le mani. Invece no, Pullman, professore di letteratura ad Oxford, autore pluripremiato, ha firmato un racconto che ha voluto definire un “equel”: non un sequel, ma neppure un semplice prequel, La belle sauvage narra quasi incidentalmente come la neonata Lyra sia arrivata al Jordan College, dove l’abbiamo incontrata per la prima volta.

Philip Pullman

Un romanzo che ha di nuovo per protagonista un bambino, ma stavolta un bambino assolutamente comune. Malcolm Polstead è un garzone appassionato di canoa, generoso e onesto, che si ritrova suo malgrado coinvolto in una storia di spionaggio che lo costringerà a fuggire con la piccola Lyra e con Alice Parslow, la lavapiatti quindicenne del suo pub. Insieme fronteggeranno il Magisterium, un criminale pazzo e violento e la più imponente piena del Tamigi mai vista che li porterà ad incontri sovrannaturali. Con una dedizione dettata dall’affetto e dal principio di compiere quello che è giusto a qualunque costo, Malcolm prosegue a colpi di pagaia, affrontando intrepidamente ogni sfida, sorretto da tanto idealismo quanto buon senso.

Il romanzo riesce nell’intento di mostrare l’universo di Lyra così com’era all’inizio della deriva teocratica del Magisterium, entità pervasiva avversata, proprio come ogni dittatura, da studiosi e persone normali che amano la libertà. I momenti più prettamente favolistici sembrano memori delle fiabe tradizionali anglosassoni e strizzano l’occhio ad altri fantasy contemporanei (impossibile non pensare alla saga di Rivers of London e alle sue divinità fluviali).

Del resto, forte della sua vasta cultura letteraria Pullman sa perfettamente come adattare il suo stile al racconto. Nella trilogia di Queste Oscure Materie, già dal titolo debitrice al Paradiso Perduto di John Milton, la narrazione da letteratura per l’infanzia, sulla scorta della lezione di C. S. Lewis e delle sue Cronache di Narnia, lasciava progressivamente il posto all’epica anche cruda, impreziosita dall’uso di aggettivi e verbi presi a prestito dai grandi poeti inglesi come William Blake e John Keats, presenti nelle citazioni in apertura ai capitoli de Il cannocchiale d’ambra. Non manca neppure la struggente dolcezza di una tragica storia d’amore.

Nulla è fuori posto nelle pagine di Pullman, e il tessuto complesso del suo affresco fantastico ha sempre vari livelli di lettura: l’intrattenimento si affianca all’allegoria, il thriller alla metafora, lasciando, come tutte le opere veramente grandi, che sia il lettore a stabilire la propria chiave. Forse è per questo che la sua voce dopo tanti anni appare familiare e straniante al tempo stesso.

La belle sauvage di Philip Pullman. Il libro della polvere
“La belle sauvage” primo volume della trilogia “Il libro della polvere”.

Del resto, poche letture sono state per me altrettanto formative e pregne di ripercussioni nella vita “reale”. Era il lontano gennaio del 2007 quando decisi di iscrivermi per la prima volta a un forum online (allora usava ancora così). Lo scopo primario era esercitarmi nell’inglese scritto comunicando con miei coetanei, per poter scambiare idee e opinioni su qualcosa che mi stava a cuore e che avesse un senso all’estero.

Fu così che entrai nel fantastico mondo di hisdarkmaterials.org. Il forum mi regalò una conoscenza diffusa dello slang quotidiano inglese e americano, dibattiti infiniti sull’esistenza di Dio e su cosa fosse andato storto nell’adattamento cinematografico de La bussola d’oro, nonché una settimana di passeggiate sulla costa occidentale d’Irlanda con un gruppo formato da tre olandesi, un inglese, uno spagnolo e un’italiana, io (in tutto il forum eravamo credo tre italiani, di cui una sola attiva – come avrete intuito la sottoscritta). Dieci anni dopo il forum è stato chiuso, i suoi fondatori troppo presi dalle loro carriere “ufficiali”, ma la passione che ci ha unito non è scemata col tempo.

Non è solo il potere della nostalgia, dell’imprinting che le letture adolescenziali e la delusione per un pessimo adattamento cinematografico possono marchiarci addosso. Questo è il potere della letteratura, quella che plasma immaginari e fa provare emozioni intense pagina dopo pagina. E che ti sorregge nei quindici e più anni di attesa di un romanzo, e fa sì che l’hype con il tempo cresca anziché scemare, a maggior ragione quando giunge la notizia di un nuovo adattamento della trilogia, stavolta sotto forma di una miniserie targata BBC, attualmente in pre-produzione. Un’ottima scusa per riprendere in mano i libri e tornare a sognare la nostra Republic of Heaven.

Marzia Flamini

Marzia Flamini

Prima di approdare alla Finarte, sono stata assistente in una galleria d'arte a Via Margutta, guida turistica e stageur fra musei, case d’asta e la rivista ArteeCritica. Vivo circondata dai libri, vado al cinema più spesso di quanto sia consigliabile e viaggio appena posso.

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