Calvino: Giufà, la luna, i ladri e le guardie. Come illustro un credulone

 

Giufà. Illustrazione. Fiabe italiane di Italo Calvino. Cronache Letterarie
Giufà. Ilustrazione di Marianna Tini

Una mattina Giufà se ne andò per erbe e prima di tornare in paese era già notte. Mentre camminava c’era la luna annuvolata, e un po’ s’affacciava, un po’ spariva. Giufà si sedette su una pietra e guardava affacciarsi e sparire la luna e un po’ le diceva: — Vieni fuori, vieni fuori, — un po’: — Nasconditi, nasconditi, — e non la smetteva più di dire: — Vieni fuori! Nasconditi!

Lì sottostrada c’erano due ladri che squartavano un vitello rubato e quando sentirono: — Vieni fuori! — e: — Nasconditi! — si presero paura che fosse la giustizia. Saltano su, e via di corsa; e la carne la lasciano lì.

Giufà, sentendo correre i ladri, va a vedere che c’è, e trova il vitello squartato. Prende il coltello e comincia a tagliar carne anche lui; se ne riempie il sacco e se ne va.
Arrivato a casa: — Mamma, apri?
— È questa l’ora di tornare? — fa la mamma.
— Mi s’è fatto notte mentre portavo la carne e domani me la dovete vendere tutta, che mi servono i quattrini.
E sua madre: — Domani tè ne torni in campagna e io vendo la carne.

La sera dell’indomani, quando Giufà tornò, chiese alla madre:
— L’avete venduta, la carne?
— Sì, L’ho data a credito alle mosche.
— E quando ci pagano?
— Quando avranno da pagare.

Per otto giorni Giufà aspettò che le mosche gli portassero dei soldi. Visto che non gliene portavano, andò dal Giudice.
— Signor Giudice, voglio che sia fatta giustizia. Ho dato la carne a credito alle mosche e non mi hanno più pagato.

II Giudice gli disse: — Per sentenza, appena ne vedi una sei autorizzato ad ammazzarla.
Proprio in quel momento si posò la mosca sul naso del Giudice e Giufà gli menò un pugno da schiacciarglielo.

Giufà è una favola tratta da:
Italo Calvino, Fiabe italiane, Mondadori 2017 (pp.768-770)

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Calvino. Fiabe Italiane.Fiabe Italiane di Italo Calvino, è una raccolta di 200 fiabe provenienti dalla tradizione popolare italiana, pubblicata per la prima volta nel 1956, nella storica collana I millenni di Einaudi. Divise in tre volumi e raccontate da nord a sud, Italo Calvino ha trascritto queste fiabe da tutte le regioni e dai vari dialetti.

Italo Calvino (Cuba 1923 – Siena 1985) dopo gli studi e la Resistenza in Liguria si laureò in Lettere a Torino. Dal 1947 al 1983 lavorò a vario titolo per l’editore Einaudi. Visse a Sanremo, a Torino a Parigi, e dal 1980 a Roma. Collaboratore di quotidiani e riviste, diresse insieme con Vittorini <<il menabò di letteratura>>. Tra le sue opere: Il sentiero dei nidi di ragno (1947), Ultimo viene il corvo (1949), Il visconte dimezzato (1952), Fiabe italiane (1956), Il barone rampante (1957), I racconti (1958), Il cavaliere inesistente (1959), Marcovaldo (1963), Le Cosmicomiche (1965), Ti con zero (1967), Le città invisibili (1972), Se una notte d’inverno un viaggiatore (1979), Palomar (1983), Lezioni americane (1988).

Marianna Tini, giovane illustratrice romana, ha realizzato l’illustrazione della favola ispirandosi all’impaginazione tipografica del 1600, in particolare all’Iconologia di Cesare Ripa.

 

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Marianna Tini

Marianna Tini

Classe 1992, coltiva la passione per la storia dell'arte a Roma, la città dov'è nata e vive. Disegna per passione e le piace viaggiare, anche solo con la fantasia. Dal 2017 inizia a collaborare con Cronache Letterarie, curando la rubrica dedicata all'illustrazione.

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