Ci siamo quasi. Domenica notte tutta l’America e il mondo intero si metteranno in ascolto dei famosi verdetti. L’assegnazione degli Oscar è un rito a cui nessun cinefilo riesce a sottrarsi, nemmeno i più polemici dello show-business. E allora ecco a voi una piccola guida per riconoscere i titoli di cui sentirete parlare a lungo. Con delle brevi note a margine.
lll
1. Call Me by Your Name – Chiamami col tuo nome (Regia Luca Guadagnino)
Il film, ispirato ad un romanzo di André Aciman dallo stesso titolo, racconta in modo lirico, la passione del primo amore di un giovane diciassettenne. Ha ottenuto 4 candidature agli Oscar, 2 candidature ai Golden Globes, 4 candidature e vinto un premio BAFTA.
La storia si svolge durante l’estate del 1983, tra le province di Brescia e Bergamo. Elio Perlman, giovane italoamericano di origine ebraica, vive con i genitori in una villa del XVII secolo. Ogni anno la famiglia ospita un giovane studioso scelto dal padre tra i migliori del proprio corso di dottorato. Quell’estate è la volta di Oliver: americano, ebreo, ventiquattrenne, bellissimo. Elio è profondamente attratto da questa presenza e, dopo una serie di approcci ambigui, la loro diventa una storia d’amore passionale e travolgente che cambierà definitivamente la sua vita.
Nonostante la tematica che potrebbe apparire controversa e il desiderio di mostrare la naturalità dell’amore omosessuale attraverso gli occhi della cultura, impersonata dai genitori illuminati di Elio, il film, dal mio punto di vista, è prezioso per motivi diversi dalla narrazione. Guadagnino, infatti, mostra di saper dare voce e vita alle ambientazioni di cui si serve, per fare di ogni oggetto sulla scena, ogni spazio ed ogni angolo in cui i corpi degli attori agiscono, una parte integrante del mood in cui siamo immersi.
Voto al film: 7,5
klkl
2. Dunkirk (Regia Cristopher Nolan)
Il film fa riferimento all’Operazione Dynamo, una operazione di evacuazione navale che ebbe luogo dal 27 maggio al 4 giugno 1940 presso il confine tra Francia e Belgio. Questa riuscì a salvare la vita a 338.226 soldati asserragliati sulle spiagge di Dunkirk. Il film ha ottenuto 8 candidature a Premi Oscar, 3 candidature a Golden Globes, 8 candidature e vinto un premio BAFTA.
Dunkirk non è un film di guerra come gli altri. Per Christopher Nolan, così come per i suoi compatrioti, Dunkirk rappresenta un mito nazionale. Ripercorrere nel film le sue tappe dal sapore epico, ha stimolato una raffigurazione a dir poco singolare. Grazie all’incrocio di eventi che hanno luogo in terra, aria e mare, il racconto segue linee temporali differenti che generano storie inaspettate. Le immagini sono spettacolari e la musica di Hans Zimmer dona loro la giusta enfasi.
Non assistiamo, dunque, semplicemente ad una narrazione storica, ma il regista inglese ci restituisce contemporaneamente panico e speranza, sgomento e remissione, attraverso una nuova lettura degli spazi e del tempo.
Voto al film: 7
Voto alla regia: 8,5
kkk
3. Scappa – Get Out (Regia Jordan Peele)
Il film racconta le disavventure di un giovane afro-americano che pensa di andare a conoscere la famiglia della sua fidanzata, mentre si trova coinvolto in strane manipolazioni della sua mente che lo faranno vacillare. Get Out ha ottenuto 4 candidature a Premi Oscar, 2 candidature a Golden Globes e 2 candidature ai BAFTA.
Get Out è un thriller da paura. Mescolando temi scomodi come il razzismo e la necessità del risveglio della coscienza politica all’epoca di Trump, con una piccola produzione, il regista riesce a creare un vero e proprio caso mediatico che tiene col fiato sospeso fino alla fine. Protagonista del film è Chris, un ragazzo di colore alle prese con la scomoda impresa di dover conoscere i familiari della fidanzata, Rose, bellissima e caucasica. Quello che si prospetta un normale weekend di imbarazzi alla mercé della buona educazione, si trasforma ben presto nel più razzista degli incubi tra horror e oscura ironia.
Sceneggiatura impeccabile – che mi auguro vivamente venga ripagata con un meritato Oscar alla sceneggiatura originale – narrazione che cresce con il giusto ritmo, il film segna l’esordio alla regia dell’attore comico Jordan Peele e merita tutte le celebrazioni del caso.
Voto al film: 8,5
Voto alla regia: 9
iii
4. Phantom Thread – Il filo nascosto (Regia Paul Thomas Anderson)
Reynolds Woodcock, sarto rinomato, e sua sorella Cyril sono al centro della moda britannica nella ambiziosa Londra del Secondo Dopoguerra. Il film ha ottenuto 6 candidature a Premi Oscar, 2 candidature a Golden Globes, 4 candidature e vinto un premio BAFTA.
La storia è ambientata a Londra negli anni Cinquanta: una città in ricostruzione attratta dall’alta moda. Reynolds Woodcock, interpretato da un magistrale Daniel Day-Lewis (che si merita l’Oscar come miglior attore protagonista al di fuori di ogni dubbio), è un celebre stilista che dirige la sua maison con la sorella Cyril. Mr. Woodcock è un uomo devoto al suo lavoro, maniaco e rispettoso della propria routine, scapolo impenitente, profondamente attratto dalla bellezza. La sua vita subisce una scossa interiore dall’incontro con una giovane donna a cui chiede, inizialmente, di fare da modella.
Sofisticato e sottile, Il filo nascosto è un film incantevole. Imbastito attorno al rapporto sentimentale solo apparentemente scontato dei protagonisti, cela sotto-trame di una intensità profonda. Proprio come le trame dei vestisti che disegna, Mr. Woodcock costruisce in modo nascosto, un intero universo narrativo dal carattere pungente e definitivo.
Voto al film: 9,5
Voto alla regia: 9
lll
5. Lady Bird (Regia Greta Gerwig)
Una liceale di Sacramento vorrebbe iscriversi ad un college sulla costa orientale, ma non ha i requisiti. Vive di false aspettative, rappresentate da quel nome, Lady Bird, che ha inventato per sé. Il film ha ottenuto 5 candidature a Premi Oscar, 3 candidature e vinto 2 Golden Globes e 3 candidature ai BAFTA.
Lady Bird è un nome d’arte che l’adolescente Christine decide di darsi per riscattarsi dai vincoli a cui la costringono le sue umili origini. Christine, infatti, è di Sacramento ma sogna New York e fa di tutto per guadagnarsi un posto lì.
Imbastito come un romanzo di formazione in salsa contemporanea, il film è in parte autobiografico e pesca nella vita di provincia della regista Greta Gerwig, al debutto dietro la macchina da presa. Girato da un punto di vista interamente femminile, Lady Bird è costruito in modo da restituire un vissuto privo della retorica di genere. La metropoli si rivelerà un luogo abitato da soggetti più vuoti e impersonali dei ragazzi di provincia. Attraverso la delusione di una vita inseguita inizialmente con tanta passione, la protagonista si riconcilia con la propria identità.
Una regia che può crescere, ma che promette bene.
Voto al film: 6,5
Voto ala regia: 7
kkk
6. The Shape of Water – La forma dell’acqua (Regia Guillermo Del Toro)
Una storia d’amore ambigua e ibrida, ambientata negli Stati Uniti durante i primi anni della Guerra Fredda. Il film ha ottenuto 13 candidature a Premi Oscar, è stato premiato con il Leone d’oro al Festival di Venezia, 5 candidature e vinto 2 Golden Globes, 12 candidature e vinto 3 BAFTA.
Elisa è una giovane muta che lavora come donna delle pulizie in un laboratorio scientifico di Baltimora, dove gli americani combattono la guerra fredda. Elisa vive in un mondo di solitario silenzio, circondata solamente dall’affetto della sua collega Zelda e del suo vicino di casa omosessuale, Giles.
Dopo aver scoperto che in laboratorio viene tenuta in cattività una creatura anfibia che fa da cavia per esperimenti contro i russi, Elisa si avvicina a lei e, nel tentativo di educarla, le si affeziona sempre di più, fino ad innamorarsi di lei.
A metà tra il surreale e l’inverosimile, ma mai grottesco, il film imbastisce una storia d’amore tra diversi, in modo lirico e spettacolare. A tratti ironico e leggero, il film spinge ad una riflessione profonda sulla paura che abbiamo nei confronti di ciò che non riusciamo a comprendere, senza risultare però pedante. Non è la prima volta che il regista messicano pone il racconto onirico nel cuore della storia, ma con Shape of Water egli si spinge oltre, fino a costruire un nuovo immaginario.
Voto al film: 9
Voto alla regia: 8,5
jjj
7. Darkest Hour – L’ora più buia (Regia Joe Wright)
Il film racconto il “no” di Churchill all’egemonia di Hitler. Ha ottenuto 6 candidature a Premi Oscar, ha vinto un premio ai Golden Globes, 9 candidature e vinto 2 BAFTA.
Gran Bretagna, 1940. L’Europa è piegata dall’avanzata nazista e dalle folli mire di Hitler. Il Belgio è caduto, la Francia è stremata e l’esercito inglese è intrappolato sulla spiaggia di Dunkirk. A risolvere lo stallo è chiamato Winston Churchill, designato come successore di Chamberlain che si dimostra incapace di risolvere la situazione.
Churchill deve assolvere un dovere difficilissimo e ne è ovviamente tormentato. Eppure, riesce a tenere testa al nemico, resistere senza mai indietreggiare, guidando il proprio Paese fuori dall’ora più buia della sua storia, verso la vittoria.
E’ vero. L’ennesimo film su Churchill. Eppure Gary Oldman si guadagna la legittimità del girato. grazie ad una bellissima interpretazione che però non basta per gridare al capolavoro. Il film infatti, che non può stupire per la sua trama narrativa, non entusiasma troppo neanche nella parte emotiva. Ma interpretare Churchill è indubbiamente una sfida da accettare per ogni attore maturo. E così, da bravi cinefili, aggiungiamo il film alla collezione.
Voto al film: 7,5
kk
8. The Post (Regia Steven Spielberg)
Un dramma politico alle massime sfere con segreti e rivelazioni sui diritti e le responsabilità della stampa. Il film ha ottenuto 2 candidature a Premi Oscar e 6 candidature a Golden Globes.
Siamo nel 1971. Daniel Ellsberg, economista e uomo del Pentagono, divulga una parte dei documenti di un rapporto segreto che testimonia il coinvolgimento degli Stati Uniti nella guerra del Vietnam. Il primo a divulgare i documenti è il New York Times al quale però viene impedito di proseguire nella pubblicazione da un’ingiunzione della Corte Suprema. E qui ha inizio la storia del film. Il Washington Post, infatti, riesce a prendere possesso dei documenti e rilancia la pubblicazione, grazie al coraggio del suo editore Katharine Graham (una sempre impeccabile Maryl Streep), e del suo direttore, Ben Bradlee (Tom Hanks).
Mettendosi contro i propri investitori – prima donna al comando del giornale – Katharine rischia il tutto per tutto in onore della libertà di stampa. Una storia solo apparentemente lontana nel tempo. Purtroppo.
Il film di Spielberg trasuda passione e sentimenti, mettendo al centro un tema anche oggi delicato, come quello della comunicazione. Eppure, che dire, non c’è proprio più lo Spielberg di una volta…
Voto al film: 6,5
..
9. Three Billboards Outside Ebbing, Missouri – Tre manifesti a Ebbing, Missouri (Regia Martin McDonagh)
Una madre decisa a trovare l’assassino della figlia comincia ad adottare metodi inusuali e piano piano, anche contro la legge. Il film ha ottenuto 7 candidature a Premi Oscar, è stato premiato al Festival di Venezia, ha ottenuto 6 candidature e vinto 4 Golden Globes, 9 candidature e vinto 5 BAFTA.
Mildred Hayes è la madre di Angela, una ragazzina uccisa brutalmente dopo abusi e violenze, nella provincia profonda del Missouri. Sconvolta e arrabbiata per l’uccisione della figlia che rimane senza colpevoli, Mildred decide di provocare la polizia locale utilizzando tutti i suoi ultimi risparmi nell’acquisto di tre grandi spazi pubblicitari sulla strada principale del paese. I tre manifesti recano dei messaggi precisi, diretti a Bill Willoughby, sceriffo di Ebbing. Affissi in bella mostra alle porte del paese, essi provocheranno reazioni controverse, ma di fatto aiuteranno la riapertura del caso.
Il film è brutale, crudo e vero. Richiamati al loro dovere dai manifesti, i poliziotti adottano misure repressive ingiustificate. E il regista imbastisce un racconto greve, ma allo stesso tempo sofisticato. La donna non sorprende per il suo comportamento, eppure la storia riserva molte sorprese. Il cast, di superba bravura – su tutte Frances McDormand che merita senza dubbio l’Oscar come migliore attrice protagonista – fa la differenza e ci immerge totalmente in un mondo che pure a noi sembra così lontano.
Chapeau.
Voto al film: 9