Black Mirror: il futuro è oggi

E’ notizia recente la decisione di Netflix di produrre la quinta stagione di Black Mirror. L’annuncio è arrivato attraverso un brevissimo filmato pubblicato sui social.

Black Mirror è una serie televisiva ideata nel 2011 da Charlie Brooker, produttore e sceneggiatore televisivo britannico. Apparentemente ambientata nel futuro, in realtà la serie è ispirata al mondo di oggi. In particolare, mette al centro della propria riflessione le sfide poste dall’introduzione delle nuove tecnologie nella nostra vita quotidiana. Il titolo si riferisce allo schermo nero di ogni televisore, monitor o smartphone. Le prime due stagioni, prodotte dalla Zeppotron, sono state distribuite dal canale britannico Channel 4. Mentre la terza e la quarta stagione sono prodotte e distribuite da Netflix. Il cambiamento di produzione e distribuzione della serie ha influito anche sulla struttura narrativa e sul numero degli episodi che costituiscono le singole stagioni. Tre nel caso delle prime due stagioni e sei dalla terza in poi.

Una serie con episodi autoconclusivi

Tutti gli episodi mettono in scena una storia a sé, caratterizzata quindi da personaggi e scenari completamente differenti. Questa caratteristica fa di Black Mirror quella che in termini tecnici viene definita una serie antologica, in cui l’unico filo rosso che lega la costruzione delle puntate è rappresentato dal genere narrativo. Il riferimento all’uso delle tecnologie, sempre presente in ogni episodio, varia di volta in volta, anche se alcuni rimandi interni agli episodi, come per esempio l’ultimo episodio della quarta stagione, saldano le storie in una successione di mondi paralleli tra loro. Il collante vero della serie è una tematica più profonda che si può riassumere nel binomio “umanità-tecnologia”.

Black mirror
Terzo episodio della prima stagione – Ricordi pericolosi

Il rapporto tra uomo e tecnologia:
governare gli strumenti che esso stesso ha creato

Charlie Brooker affronta il rapporto tra uomo e tecnologia da diversi punti di vista. Una delle tematiche più delicate affrontate da Black Mirror è il rischio, dovuto alla nostra vita ipertecnologiazzata e ipersocializzata, di percepire sempre più come naturale, ciò che invece è artificiale. Un esempio tra tutti è rappresentato dalla terza puntata della prima stagione “Ricordi pericolosi”, in cui la possibilità di impiantarsi un chip che conserva la memoria di tutto ciò che vediamo, mette pericolosamente a rischio la vita privata e sociale del protagonista. L’artificiale entra in relazione con il naturale in modo forzato, insinuandosi nella sfera del privato e condizionandone anche gli aspetti più banali. Una puntata davvero angosciante!

L’evoluzione delle nuove tecnologie ci mette di fronte ad un dilemma molto complesso che riguarda la  capacità dell’uomo di governare gli strumenti che esso stesso ha creato. Di conseguenza, la capacità di relazionarsi con il mondo senza una mediazione, un sistema disciplinato, o uno schermo. Il carattere sempre più integrato dei media ha intaccato l’intero sistema di relazioni umane. Al punto da ritenere lecito l’uso di tutti i dati che usiamo on line, spesso anche inconsapevolmente, per condizionare ogni aspetto della nostra vita quotidiana.

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Biopolitica e tecnologia

Black Mirror indaga il processo di incarnazione della biopolitica nella tecnologia come forma di controllo e di autocontrollo, ovvero la connessione stretta e non mediata tra vita politica e vita biologica di una società. Con la fine della modernità, il distacco tra luogo disciplinato in cui vigono, ad esempio, le regole che delineano il corretto modo di svolgere il lavoro, o di seguire gli insegnamenti a scuola, e luogo non disciplinato, ovvero lo spazio della libertà post disciplina, è diminuito fino a coincidere perfettamente.

Black mirror
Episodio 1, Stagione 3 – Caduta libera

Ma Black Mirror è davvero così distante?

RoboBee
RoboBee, un minidrone progettato al Wyss Institute dell’Università di Harvard

Black Mirror è la realizzazione finale dei meta-media, strumenti in grado di combinare e collegare media di natura diversa, assimiliandoli all’interno dello stesso dispositivo. I singoli strumenti di comunicazione che usiamo quotidianamente si vaporizzano, fondendosi con l’organismo umano che diventa il dispositivo tout court.

La condizione postmediale – Riccardo Eugeni (2015)

L’invasione dei media caratterizza la società di Black Mirror, in cui tutto è mediale e mediato dalla tecnologia. Questa viene messa in scena nella serie, spesso in modo distopico e apocalittico, ma, tuttavia, sempre sotto il controllo dell’umanità. L’uomo è ancora al centro del mondo, ma i confini del suo corpo debordano, attraverso l’uso dei media come appendici.

Black Mirror rispecchia la società contemporanea (leggi anche qui), un mondo-ambiente all’interno della quale i soggetti si muovono circondati da dispositivi che filtrano le proprie relazioni, interazioni sociali e, ad un livello maggiore di astrazione, le proprie vite.

La condizione postmediale in cui ci troviamo ha liquefatto i media, facendoli penetrare in ogni attività del soggetto umano. Il mondo futuristico e distopico, inscenato negli episodi di Black Mirror, dà l’impressione di essere un sistema parallelo al nostro. Un ecosistema indipendente che trova, però, la matrice della sua evoluzione nel nostro presente storico. Alcuni esempi di facile correlazione sono il Social System Credit, che verrà introdotto in Cina dal 2020 e che si trova nel primo episodio della terza stagione “Caduta libera”; oppure il Glenner Town Square, un luogo ideato e strutturato per persone affette da Alzheimer che potranno così rivivere epoche differenti, proprio come nel terzo episodio della quarta stazione, “San Junipero”; o infine le “api drone” brevettate ad Harvard, che vengono utilizzate come killer nel terzo episodio della sesta stagione “Odio Universale”.

Paura?

Marco Massucci

Marco Massucci

Marco Massucci è laureato in Cinema, televisione e produzione multimediale. Appassionato di serialità e transmedia storytelling, è anche produttore di musica elettronica e dj. È in continua ricerca stimoli interessanti che gli permettano di accrescere le conoscenze nel campo dei media e della comunicazione, per proporre le sue idee e il suo punto di vista su uscite cinematografiche, televisive e musicali sempre attuali.

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