Paolo Giordano torna in libreria: ansia?

Ognuno ha i suoi vizi da bibliofilo. Io ho quello di non lasciarmi mai sfuggire l’acquisto e la lettura di un libro premiato. Anche quando so che mi deluderà o non mi interesserà.

Lo faccio, in realtà, anche per il cinema, o per i programmi e le serie più acclamate della tv. Penso che sia una di quelle cose che ci aiutano ad avere il polso del presente, che aiuta a fare delle previsioni per il futuro.  Ottimistiche o pessimistiche che siano.

Da tanti anni, quindi, non mi sfuggono le opere che hanno vinto in Italia il premio Strega. Il libro di Giordano del 2008 La solitudine dei numeri primi è sicuramente tra questi. Paolo era molto giovane allora – con i suoi 26 anni è rimasto il più giovane ad entrare nell’albo d’oro dei premiati – e la sua scrittura mi sembrò immatura. Immatura in un modo strano però. Come di quelli che hanno dentro un bel potenziale, ma poi sono stati mal consigliati per produrre un’opera di successo e quindi si imbrigliano dentro qualcosa che non gli appartiene. Non era immaturo per il premio, ma immaturo per il suo approccio alla scrittura. Questo fu l’effetto che mi fece. 

Pensavo: come fa un ragazzo laureato in fisica, con una mente dunque predisposta all’analisi, a non capire che deve maturare uno stile meno omologato? Speriamo che non demorda e lo capisca con il tempo. 

divorare il cieloIn questi 8 anni Paolo Giordano ha prodotto altri testi ed altre opere, un po’ di narrativa, un po’ di teatro, diversi reportage… e ora ha annunciato il suo nuovo romanzo. Sarà disponibile a partire dall’8 maggio e pare sia il frutto di un lavoro sulla scrittura molto profondo. Un processo per recuperare la semplicità che è propria della sua formazione scientifica unita all’affezione verso un tema centrale della sua produzione, che è la giovinezza e il desiderio di andare oltre le sue problematiche. 

Divorare il cielo (Einaudi editore) racconta la storia di tre fratelli in una masseria pugliese, divisi tra l’amore per la proprie terra ed il desiderio di prendersi il mondo. 

Avrà Paolo Giordano finalmente trovato la sua strada?

Io sono curiosa e spero vivamente di sì.

Gianna Angelini

Gianna Angelini

Direttrice scientifica e responsabile internazionalizzazione di AANT (Roma), docente di semiotica e teorie dei media, giornalista. Insegno per passione, scrivo per dedizione, progetto per desiderio.

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