Milo Manara e quel Caravaggio col volto di Andrea Pazienza

L’occasione è l’uscita in edicola, con il Corriere della Sera, di una collana dedicata a Manara la cui prima uscita è stato proprio la graphic novel La Tavolozza e la Spada, dedicata a Caravaggio. Ma ogni occasione dovrebbe essere buona per parlare di Manara e Caravaggio.

manara caravaggio

Per cominciare condividono le iniziali Milo Manara e Michelangelo Merisi, un segnale, forse, anche se molto astratto, delle affinità elettive dei loro talenti. Manara non ha mai nascosto la sua ammirazione per uno dei Maestri più grandi di tutti i tempi e La Tavolozza e la Spada – un progetto a cui ha lavorato a lungo – lo dimostra da molti punti di vista.

Intanto Manara ha cercato di rimanere fedele alle fonti esistenti sulle vicende di cui il pittore seicentesco fu protagonista, seppur concedendosi delle naturali licenze poetiche. Ma è soprattutto la scelta del modo in cui ha deciso di rappresentarlo, che dimostra la sua profonda conoscenza e riflessione sullo stile.

Michelangelo Merisi, detto Caravaggio, ebbe una vita avventurosa e per certi versi addirittura rocambolesca della quale abbiamo a volte testimonianze precise, altre, invece, solo riferimenti molto vaghi. Se c’è una cosa sicura, è che del suo aspetto fisico, sappiamo poco. La galleria dei suoi autoritratti non è di certo affollata: la testa del Golia della Galleria Borghese di Roma; il Ponzio Pilato dell’Ecce Homo di Palazzo Bianco a Genova; un profilo che spunta dal buio della Cattura di Cristo alla National Gallery di Dublino e quello del Martirio di San Matteo a San Luigi dei Francesi.

Così nella sua graphic novel Milo Manara sceglie di ragionare per assurdo partendo dalla sua opera. Parte dall’analisi del genio e prova a contestualizzarlo nel nostro presente. Se fosse nato oggi, Michelangelo, sarebbe stato un pittore o cosa? Essendo sostanzialmente un narratore, sostiene Manara, forse oggi Caravaggio si sarebbe occupato di cinema. Oppure di fumetti, perché no? Di qui la scelta di ritrarlo con il volto di Andrea Pazienza (1956-1988), non solo per il suo straordinario talento, ma perché Pazienza come Caravaggio era un uomo d’azione, che ha vissuto una vita dinamica, avventurosa, dall’esito tragico.

Caravaggio, Manara, Pazienza: una triangolazione a dir poco perfetta. Uomini di luci ed ombre, passioni ed erotismo, fascino mistero.

Cosa manca per rileggere questo straordinario fumetto?

Gianna Angelini

Gianna Angelini

Direttrice scientifica e responsabile internazionalizzazione di AANT (Roma), docente di semiotica e teorie dei media, giornalista. Insegno per passione, scrivo per dedizione, progetto per desiderio.

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