E’ stato venduto all’asta da Sotheby’s a New York per 157,2 milioni di dollari (tasse incluse) Nu couché (sur le coté gauche): quadro che raffigura un nudo femminile realizzato nel 1917 da Amedeo Modigliani.
Chissà cosa penserebbe Amedeo di tutto questo successo postumo? Lui, che all’età di soli 35 anni venne falciato dalla tubercolosi dopo una vita a dir poco avventurosa. Lui, la cui presenza ingombrante spinse la sua compagna, incinta del secondo figlio, a togliersi la vita l’indomani della sua morte. Chissà. Quello che sappiamo, invece, è che l’opera dell’artista livornese, venduta all’asta due giorni fa, è diventata la più cara mai venduta dalla casa d’aste britannica Sotheby’s. Certo, non ha infranto il world record di Modigliani stabilito il 9 novembre 2015 a New York da Christie’s con un altro nudo femminile sdraiato: Nu couché (Nudo disteso con braccia aperte o Nudo rosso) aggiudicato all’epoca per 170,4 milioni. Ma di sicuro fa parlare di sé.
E pensare che quel gruppo di nudi di cui il capolavoro fa parte, vennero censurati all’esposizione della ‘Galerie Berthe Weill’ di Parigi nel 1917, perché ritenuti dalle autorità francesi opere oscene. Il quadro rappresenta l’unico nudo orizzontale di Modigliani che contiene l’intera figura all’interno della tela ed è il più grande dipinto (89,5×146,4 cm) realizzato nella carriera di Modigliani. Un quadro a dir poco ammaliante, al di là delle specifiche tecniche.
Sì, perché Modigliani era un artista peculiare. Nonostante vivesse in un periodo di grande fermento artistico e di sperimentazione, sviluppò uno stile tutto suo. Il suo lavoro era impulsivo e rapido, come compete ad un genio creativo. Completava i suoi ritratti in una, massimo due sedute, e lasciava le sue modelle completamente rapite dal suo fascino.
Oltre ad essere pittore, Modigliani era anche apprezzato scultore. E’ ormai parte dell’aneddotica sul suo conto, la storia che vede tre studenti livornesi, nel 1984, protagonisti di una beffa colossale, di risonanza mondiale. Agganciandosi ad una leggenda popolare secondo la quale erano state consegnate al canale di Livorno tre statue del noto artista, gli studenti si divertirono a riprodurle e farle ritrovare dalle autorità. Beffa che costò la reputazione di esperti e critici d’arte, da Giulio Carlo Argan a Cesare Brandi, unanimi nell’attribuire le sculture ad Amedeo Modigliani.
Una vita al servizio della bellezza, uno stile caratterizzato dalla rappresentazione di volti semplificati e ridotti a poche linee sommarie, colori intensi, pose composte, inquadrature ravvicinate. Eppure solo tanto successo postumo.
Che sia una beffa anche questa?
Probabilmente ne sarebbe felice, dopo aver passato l’intera, breve esistenza a inseguire la sua arte e il successo! Modigliani è un’artista estremamente moderno nella sua sintesi grafica e nell’intensità che traspare dai suoi ritratti, e non stupisce quindi che, complice una produzione “certa” piuttosto ridotta, ottenga risultati così brillanti…Speriamo solo che il trend continui e si allarghi anche ad altri artisti fondamentali per la storia dell’arte purtroppo ancora snobbati dal mercato internazionale.