E’ giovane, Silvia Ciompi, giovanissima. 25 anni e già così brava. Questa sua creatura ha visto la luce su Wattpad. Capitolo dopo capitolo, ha conquistato il cuore dei lettori e scalato le classifiche di gradimento, convincendo Sperling & Kupfer a puntare su di lei e a pubblicare il suo romanzo d’esordio. Tutto il buio dei miei giorni è una storia d’amore. Originale, per il mondo che racconta. Sofferta e drammatica per il modo in cui inizia e si evolve. Ma anche piena di speranza perché, nonostante tutto il buio, i due protagonisti lotteranno fortemente per vivere nella luce.
Camille è fin da piccolissima una grande tifosa di calcio. Complice il papà che la portava con sé allo stadio la domenica, Camille si è appassionata al gioco subendo la loro fascinazione. Loro sono quelli della Curva. Quelli che la partita nemmeno la vedono per organizzare il tifo, quelli che non mancano mai e se mancano è perché sono stati diffidati. Loro, gli Ultras. Camille li ha sempre guardati dal suo posto, anelando a far parte di quel gruppo che mai ha potuto avvicinare, se non con lo sguardo. Guardare ma non toccare, suo padre è sempre stato categorico su questo punto. Perché quelli sono violenti, rissosi, umorali e vanno ignorati, tenuti a debita distanza. Gli Ultras, sono l’effetto collaterale del tifo.
L’incontro di Camille e Teschio
Così Camille li guardava sempre e una domenica si era stupita perché, dopo tantissimo tempo era rientrato anche lui, Teschio, il migliore amico del ragazzo per cui da sempre ha una cotta. Ma quella volta, non era stato Bolo a catalizzare la sua attenzione. Era con Teschio che aveva incatenato lo sguardo:
Erano rimasti incastrati l’uno nell’altra.
Lei era arrossita ma non si era voltata.
E avevano continuato a guardarsi, a scavarsi buchi dentro, zitti e fermi, inzuppati di pioggia.
Poi Camille aveva abbassato gli occhi, Teschio si era acceso una sigaretta e non si erano guardati più.
Avevano fatto finta di niente, come se non si fossero incisi a vicenda sulla pelle quello sguardo.
Come se quella non fosse stata la prima cicatrice che si sarebbero lasciati addosso l’un l’altra.
La prima di tutte quelle che sarebbero venute dopo.
Come ogni domenica, anche quel giorno Camille si avvia verso i cancelli dello stadio, il suo posto preferito nel mondo. E’ felice perché vedrà la partita, la Curva e tutti loro. Forse su di giri per la giornata che l’attende, attraversa la strada senza fare attenzione. E siccome il destino si diverte con i mortali, è proprio l’auto con a bordo Teschio e i suoi amici che la travolge, cambiando per sempre il corso del suo destino.
Il risveglio dal coma
Dopo il coma Camille si risveglia in ospedale, scoprendo che la lesione alla spina dorsale non le permetterà più di camminare. Dentro quella stanza si rifiuta di ricevere visite. Nemmeno la sua migliore amica vuol vedere. Reagisce con insofferenza al dolore dei suoi, alle accuse della madre verso il padre che se non l’avesse allevata al calcio, ora non si ritroverebbe con la vita rovinata a vent’anni per colpa di quei delinquenti. Dentro quella stanza Camille si spegne.
Fuori invece, nascosto alla vista dei suoi genitori, staziona giorno e notte Teschio. Approfitta di quando Camille dorme per guardarla, insofferente perché non sa cosa fare, come restituirle quello che ha perduto. Rabbioso, perché con quella ragazza lui sta in fissa da un bel po’.
Gli si era ficcata dentro. Da qualche parte tra lo stomaco e le costole, lui l’aveva guardata e lei si era ficcata lì senza chiedere il permesso. E ci sarebbe rimasta con prepotenza, a riempirgli gli occhi, a mangiargli il sonno e masticargli il respiro, incastrata nella saliva della sua bocca.
Non se ne sarebbe andata mai.
E lui non lo sapeva mentre la guardava da lontano.
Non lo sapeva, ma se la sentiva sotto la pelle, dentro le ossa.
Teschio decide che Camille ha bisogno di lui, che sarà lui a tirarla fuori dall’apatia e la spingerà a reagire prima che si annienti del tutto. Perciò la tratterà senza condiscendenza, con crudele sarcasmo e brutale verità. Inizia così una strana amicizia, fatta di avvicinamenti e rifiuti, di parole che feriscono ma scuotono, di insofferenza e attrazione che poi, col passare dei mesi della riabilitazione, si trasforma in un sentimento tanto radicato e profondo da far paura. Camille entra pian piano nella testa e nel cuore di quel ragazzo così schermato dal potere distruttivo di sentimenti. Un’infanzia con un padre abusante finito in galera per aver ammazzato una guardia giurata. Evento che ha messo un marchio d’infamia sulla famiglia. Mentre la madre, che prima si è obnubilata con l’alcol e poi con il lavoro, l’ha finita il cancro.
L’elite degli irriducibili
Camille, con la sua infanzia piena d’amore e attenzione, riesce a portare uno squarcio di luce, di speranza forse, nel mondo di Teschio. Anche se durante questo viaggio i due si mordono e graffiano, si lacerano l’anima. Ma è molto difficile trovare un equilibrio e una stabilità con un uomo che, nonostante i suoi 28 anni, è così fragile e infantile nel gestire le sue emozioni, così incapace di affiancarsi a qualcuno di diverso dai ragazzi con i quali ha condiviso le risse, le trasferte, le denunce e le notti in caserma. Quella è l’unica famiglia che ha. Camille riesce a farsi amare anche da loro e a realizzare il suo sogno di bambina: far parte anche lei dell’elite degli irriducibili della curva.
La ragazza non ha mai provato rancore per essere stata investita, sa bene che è stata colpa sua e della sua avventatezza, che chi guidava era perfettamente lucido e avrebbe frenato in tempo se lei non fosse sbucata all’improvviso. Quindi non capisce perché il suo rapporto con Teschio sia così volubile e altalenante. Ci sono i preziosi momenti in cui Camille davvero gli crede quando le confessa di considerarla la sua salvezza; quando restano chiusi in un guscio solo loro due e lei sente di essere avvolta da un sentimento che ha un unico nome importante, anche se non l’hanno mai pronunciato.
Eppure è proprio quando più si trovano che Teschio vacilla, si perde, tentenna. Come se si ridestasse da un sogno e vedesse una realtà oscura a Camille, per cui la allontana, rifiutandola. Perché? Ovviamente non vi dirò perché, dovrete penare per saperlo e assistere impotenti – alle volte vi pruderanno le mani – alla lotta massacrante di questi due forti quanto fragili protagonisti.
Tutto il buio dei miei giorni
Silvia Ciompi prende una ragazza spezzata ma integra e un ragazzo intero ma devastato e ne fa i poli di un combattimento emotivo che dovrà infrangere tante barriere prima di trovare il meritato equilibrio. Camille – a parte il prevedibile shock post trauma – torna con la spinta di Teschio ad essere la ragazza viva e propositiva che era stata. La sua menomazione, che facilmente avrebbe potuto fagocitare la storia indulgendo nel facile pietismo, diventa invece fonte di salvezza per un altro essere umano, occasione di nuove e profonde amicizie, opportunità di vedere la vita con occhi che non siano per forza negativi o arresi, causa accidentale e impensabile di un sentimento profondo come il mare. E non sarà la lesione, la sedia, lo stravolgimento di una vita a mettere in ginocchio Camille, ma la scoperta di quel segreto che tanto terrorizza Teschio e che lo trascinerà nel buio dei suoi giorni.
La storia narrata forse non sarà originalissima. Alcuni storceranno il naso, pensando alla solito cliché della crocerossina che trasforma il ragazzo deviato: in realtà Camille e Teschio si salvano l’un l’altra. Tuttavia, il mondo in cui la vicenda è immersa e le premesse da cui parte, sono senz’altro originali. A volte la lirica è leggermente pomposa e alcuni passaggi ridondanti, ma considerato che si tratta di un esordio, l’autrice avrà tutto il tempo di affinare le sue doti. La capacità di emozionare e arrivare giù fino alle viscere invece, Silvia ce l’ha già. E questo, che è un talento, è per me un valore inestimabile che vince su qualsiasi sporcatura stilistica.
Se vi piace, potrete anche leggere il sequel di questo romanzo, che è stato prima pubblicato su Wattpad, all’indirizzo dell’autrice Ciomps93. Tutto il mare nei tuoi occhi vede Bolo come protagonista, ma Silvia non ha dimenticato Teschio e Camille, perciò sapremo qualcosa di inedito anche sul seguito della loro storia.
Lei non vedo l’ora di incontrarla il prossimo 23 giugno al RARE 2018, Romance Authors e Readers Event, il primo evento organizzato in Italia in cui 76 autrici di Romance da tutto il mondo potranno firmare copie, incontrare e chiacchierare con i propri lettori. Occasione unica per poter abbracciare live le proprie autrici di culto, conoscerne di nuove e socializzare con le tante persone che condividono la stessa passione.