Dall’8 giugno al Palazzo delle Esposizioni la mostra L’altro sguardo. Fotografe italiane 1965-2018 propone oltre 200 foto delle più grandi interpreti del panorama fotografico italiano, dagli anni Sessanta ad oggi. Le foto provengono dalla collezione Donata Pizzi, fotografa professionista e autrice di numerosi libri e mostre dedicati alla fotografia.
Risale agli anni Settanta l’ingresso di fotografe donne nel mondo dell’arte italiano, fino a quel momento rappresentato esclusivamente da fotografi maschi. E non a caso una delle sezioni della mostra s’intitola: Cosa ne pensi tu del femminismo? Le altre tre sezioni sono dedicate alla fotografia di reportage e denuncia sociale, all’identità e le relazioni affettive, infine alle sperimentazioni contemporanee.
Tra gli anni Sessanta e Settanta viene riconosciuta la qualifica di giornalisti ai fotoreporter. Questi cominciano a documentare con sempre maggior attenzione i conflitti e i drammi del paese.
“Sono stata nelle favelas venezeuelane, in Messico, in Irlanda, a Belfast durante il conflitto con gli inglesi, in Afghanistan e nel sud dell’Italia; tra i Provos di Amsterdam e nei sotterranei di Parigi. E ogni volta ho creduto che attraverso la fotografia avrei dato voce ai poveri, ai diseredati, a quella grande parte dell’umanità sepolta dal silenzio e dalla distrazione”.
Così scrive Lisetta Carmi, tra le fotografe italiane lei è quella degli emarginati che, a partire dal Capodanno del 1965, impiega sei anni di lavoro per realizzare la serie I travestiti nell’ambiente dei travestiti genovesi.
La mostra propone gli scatti di 70 fotografe appartenenti a generazione diverse, si va dai lavori di Paola Agosti, Letizia Battaglia, Lisetta Carmi, Elisabetta Catalano, Carla Cerati, Paola Mattioli, Marialba Russo, fino alle sperimentazioni fatte tra gli anni Novanta e il 2018 da Marina Ballo Charmet, Silvia Camporesi, Monica Carocci, Gea Casolaro, Paola Di Bello, Luisa Lambri, Raffaella Mariniello, Marzia Migliora, Moira Ricci, Alessandra Spranzi.
Piedras Negra, Messico, 1993
Il personale è politico
Ragazza squillo
Diverse fotografe considerano la fotografia come uno strumento per raccontare storie difficili e nascoste anche oggi. Preferiscono stabilire un rapporto di empatia con i soggetti ritratti, evitando che lo scatto si trasformi in un gesto predatorio. Tra queste Simona Ghizzoni, Francesca Volpi, Elena Givone e Michela Palermo.
Prove per la copertina del numero zero della rivista Effe
Queste sono alcune delle prove per la copertina del numero zero della rivista Effe, uscito nel febbraio del 1973. La foto scelta sarà poi quella qui sotto a destra.
Gli scatti sono di Agnese De Donato che rifà il verso alle rappresentazioni femminili diffuse dai media.
La fotografia diventa un modo per documentare le battaglie per i diritti civili e per creare modelli di rappresentazione alternativi a quelli correnti in cui la marginalità delle donne non viene più accettata.
Mostra "L'altro sguardo. Fotografie italiane 1965 - 2018
Creare modelli alternativi
Vanno in questa direzione Liliana Barchiesi e Gabriella Mercadini, fotografe interne al movimento femminista, ma anche Paola Mattioli, Marcella Campagnano, Lucia Marcucci, Tomaso Binga (nome d’arte di Bianca Pulcinelli), Verita Monselles, Libera Mazzoleni, Nicole Gravier e il Gruppo del mercoledì.
L’altro sguardo.
Fotografe italiane 1965-2018
8 giugno – 2 settembre 2018
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