"Sulla mia pelle". Il caso Cucchi conquista anche Hollywood

Sulla mia pelle. 7 giorni raccontati in 1h e 40 minuti. Tanto basta ad Alessio Cremonini per mostrare al mondo senza troppi filtri un caso di cronaca nazionale di cui c’è poco da essere orgogliosi. E dopo anni, il cinema torna ad essere un fenomeno sociale.

Sulla mia pelle è uno di quei film che devi guardare. Non solo – ti dici – per il successo di critica e di pubblico che continua ad avere ogni volta che viene proiettato, dalla Mostra del Cinema di Venezia alle manifestazioni spontanee in diverse città italiane, ma perché vuoi capire come si possano affrontare argomenti attuali così discussi, proprio mentre si continuano a discutere, senza essere retorici e oltremisura drammatici.

Il film – prodotto da Netflix Italia, uscito contemporaneamente al cinema e sulla piattaforma – in poche settimane è nella top ten degli incassi, ed è iscritto  fra i 21 film candidati a rappresentare l’Italia agli Oscar. Sui social è tutto un continuo di tweet, commenti e post. Di persone comuni, ma anche tante persone pubbliche che al suon dell’hashtag #stefanocucchi aggiungono le proprie considerazioni sul film.

Ho visto Sulla mia pelle con tanti interrogativi in testa, scettica per certi versi, ma poi devo ammettere che mi è piaciuto. Certo, il film racconta chiaramente una verità, quella della famiglia Cucchi, ma in fondo non pretende di mostrare altro. Accende i riflettori su un caso controverso, ma soprattutto punta il dito su tutti i casi controversi non esposti e mai discussi dall’opinione pubblica.

Non si vede sangue. Non si vedono percosse. Non si vedono i carnefici. Solo uno strepitoso Alessandro Borghi  che riesce ad incarnare la sofferenza degli ultimi giorni di Stefano che si trasferisce sulla tua pelle senza che lo vuoi, pur volendola rifiutare razionalmente, perché fa male, e che sembra voler colpevolizzare il mondo intero. Se stesso compreso. Per non essere quello che avrebbe voluto per la sua famiglia.

Un film che continuerà a far parlare di sé. Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, tenace conservatrice del ricordo di un fratello complicato, ma a cui il destino ha consegnato una fine non meritata, non smetterà di lottare per la sua condivisione. Fra le sue ultime iniziative quella di chiedere al Ministro Marco Bussetti di dedicare una giornata alla proiezione del film Sulla mia pelle in tutte le Scuole Superiori.

Noi ci auguriamo che almeno questa battaglia la vinca presto.

Gianna Angelini

Gianna Angelini

Direttrice scientifica e responsabile internazionalizzazione di AANT (Roma), docente di semiotica e teorie dei media, giornalista. Insegno per passione, scrivo per dedizione, progetto per desiderio.

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