In Italia è in libreria dal 18 ottobre. Si tratta di Mio fratello l’ultimo lavoro dello scrittore francese Daniel Pennac, edito da Feltrinelli, in cui ci racconta il dolore per la scomparsa del fratello Bernard avvenuta nel 2007.
Ho conosciuto Daniel Pennac – pseudonimo che Daniel Pennacchioni ha assunto dopo aver scritto un saggio contro il servizio militare per non nuocere alla reputazione del padre, militare di professione – grazie ad un consiglio di un amico. Un amico che, a dire il vero, non ha mai sbagliato a consigliarmi un libro.
Non ricordo più l’occasione, ma ricordo che mi scrisse una dedica su La passione secondo Thérèse e mi disse che sicuramente mi avrebbe spinto a leggere altri libri che a quella passione erano collegati. Così fu. La saga della famiglia Malaussène ha accompagnato un periodo della mia vita difficile, rendendolo più leggero. Ah, quanto mi piaceva! E poi sentivo Daniel umanamente molto vicino. Questo scrittore che aveva deciso di insegnare per avere più tempo per scrivere, ma che poi aveva preso l’insegnamento come missione e ne aveva infarcito la sua produzione letteraria. L’ho sempre ammirato.
Eppure continuare a seguirlo per me non è sempre stato facile. Quando leghi un nome ad una storia particolare, trovare lo stesso entusiasmo nel leggere altro non è facile. A me con Daniel è successo un po’ così. Ho continuato a leggere le sue cose più per inerzia che altro, ma non con la stessa convinzione. Per questo credo che l’aver cambiato totalmente soggetto per questa pubblicazione, decidendo di raccontare una storia molto intima, sia stata, da parte dell’autore, una mossa intelligente.
Bernard Pennacchioni è il fratello maggiore di Daniel. Muore nel 2007 per un caso di malasanità lasciando la famiglia completamente spiazzata. Daniel ancora oggi non se ne capacita. Non è una cosa a cui la vita ti prepara, quella della perdita di un fratello. Ti prepara al fatto che perderai molto probabilmente i genitori, che quasi sicuramente moriranno prima di te e non vorresti mai assistere alla morte di un figlio, quindi vivi con questa paura. Ma alla perdita di un fratello non si pensa quasi mai. Come se fosse naturale che quella solidarietà impressa nel DNA non si scioglierà mai. E invece…
In questo romanzo Daniel si mette a nudo senza però trascurare la sua attenzione verso i temi scottanti dell’attualità. Ci piacerà o ci deluderà?
Non ci rimane che leggerlo.