Si chiama Jeff Buckley, l’impressione di essere eterno (Chinasky Edizioni) ed è curato da Marco Porsia e Francesca D’Ancona. Un libro che raccoglie interviste dimenticate, edite o mai pubblicate, che hanno come protagonista Jeff Buckley. Uno degli eroi belli e disperati del rock degli anni ’90.
E’ uscito da poco più di dieci giorni e non vedo l’ora di averlo tra le mani. Non perché credo che possa rivelarmi qualcosa che non so sul conto di Jeff, ma perché quando si parla di un “eroe” della tua generazione, che hai inseguito da adolescente e continui ad ascoltare come se non fosse passato un giorno, anche rileggere ciò che già sai, sei sicura che ti farà sentire bene.
Jeff Buckley come Kurt Cobain, Eddie Vedder, Elliot Smith, Cat Power è uno di quei personaggi senza tempo. Geniale nel suo campo e scomparso troppo presto, per chi era adolescente negli anno ’90 non potrà mai essere dimenticato.
Oggi Jeff Buckley avrebbe 51 anni. Quando ci ha lasciati, nel 1997, ne aveva solo 30. E nonostante appartenesse a quel mondo di belli e dannati del rock alternativo, a causare la sua fine non fu la droga, né un mix di alcol e vizi. Aveva deciso di volersi immergere in acque che conosceva bene per una nuotata, quando il passaggio di un battello creò un gorgo che lo risucchiò per sempre. Certo, aveva deciso di gettarsi in acqua vestito e con gli stivali ai piedi, ma era perfettamente lucido, in quel suo aspetto angelico. Un incidente sfortunato, che ha privato il mondo di una voce e di un talento fuori dal comune.
Oggi il suo volto ha di nuovo voce, grazie alla pubblicazione di una serie di interviste, assieme ad altri materiali come una discografia completa e agli scatti inediti realizzati dal fotografo Hans van den Bogaard. Molte di queste interviste sono inedite. Ad esempio quella realizzata dall’italiana Luisa Cotardo, o quella di Steve Berkowitz, l’A&R (Artist&Repertoire) della Columbia Records che scoprì il suo talento. Motivo in più per mettere il testo nella propria biblioteca.
Ovviamente niente di tutto ciò che potremo trovare in questo libro colmerà il vuoto causato dalla sua scomparsa nella storia della musica, ma almeno potremo godere di un suo ricordo vivo. Fatto di quelle parole che egli sapeva così amabilmente combinare.
Sicuramente interessante, ma non so se voglio sapere di più di Jeff Buckley…. tutto ciò che era, a mio modesto parere, lo si trova nella sua voce unica, e nella sua everlasting “Grace”
Ti capisco Fabiana, ma sono una inguaribile curiosa 🙂