Ti amo, ma non posso.
Ti amo, ma non voglio.
Ti amo ma non so.
Di quante complicazioni è fatto quello che chiamiamo amore di coppia?
Perché certe volte non riusciamo a dire quello che proviamo veramente senza camuffarlo?
Senza MA?
L’insicurezza. La paura di essere respinti o non corrisposti. Il timore di venire feriti. L’orgoglio. Un oceano di complicazioni.
Divertente. Squisitamente divertente il romanzo Ti amo ma non posso di Cecile Bertod, una restauratrice archeologica che vive a Napoli e che, per diletto, ha cominciato a scrivere genere fantasy, per poi proseguire col rosa. In precedenza ha avuto successo con Non mi piaci, ma ti amo e con Dopo di te nessuno mai.
Ti amo ma non posso ha superato ogni aspettativa. E’ fresco, spiritoso, ironico, vivace, tratta il serio ed il faceto con eguale leggerezza, senza risultare superficiale. Ne vien fuori un racconto che si muove a ritmo sostenuto fra amore e carriera, cinismo e tenerezza.
Si legge tutto d’un fiato con piacere, in relax, meglio se davanti al crepitare del fuoco nel caminetto. Con una coperta in patchwork sulle ginocchia, un buon rum e del cioccolato speziato. Una lettura fatta per godersi mollemente qualche ora libera con spensieratezza, fantasticando accanto ai protagonisti: Samantha Preston, per gli amici Sam, e Dave Callaghan. Lui vicedirettore della prestigiosa testata The Chronicle, lei pure giornalista, la sua assistente che di lui è segretamente innamorata da quattro anni e che spera, prima o poi, che accorga di lei, se non come donna, almeno come giornalista cui affidare un articolo da firmare in prima persona.
L’occasione capita quando Dave, fra un guaio e l’altro che combina con le donne da cui pare proprio che non sappia stare alla larga, è troppo oberato di lavoro e grattacapi per occuparsi da solo della cronaca del concorso di bellezza “Beautiful Curvy” all’interno della “Fashion Week”, un appuntamento annuale molto atteso a San Francisco.
Ci vuole qualcuno che lo affianchi senza fargli venire grilli per la testa, ha promesso al suo capo Tom che non farà altri casini con le donne per almeno tre mesi! Quindi una donna anonima, innocua: Sam.
Sam in perenne conflitto con se stessa, timida, insicura, troppo in carne. Sam che sa di essere lontanissima dalle modelle impeccabili e dalle proporzioni perfette che frequenta Dave, habitué dei flirts di poco conto e di ancora minor durata.
Alla presentazione del concorso “Beautiful Curvy”, dove viene spedita, conosce Al, il quale rimane subito folgorato da lei. Riesce addirittura a persuaderla a partecipare alla kermésse di bellezza in qualità di concorrente.
Da questo momento in poi il racconto diventa ricco di sorprese e spassosissimo!
Quello che Sam non sa è che sotto lo pseudonimo di Al c’è Adam Graham, ovvero il “padre” di “Beautiful Curvy”.
Lui le mette a disposizione un curatore di immagine. E Sam, di giorno continua il suo lavoro al giornale e di sera fa l’ingresso in un mondo a lei sconosciuto, fatto di parrucchieri, visagisti, fotografi ed abiti scintillanti.
Quando comincia a presentarsi in ufficio sfoggiando il suo nuovo stile, Dave Callaghan la guarda con occhi nuovi, come si guarderebbe una rosa in boccio.
Le vicissitudini amorose di Sam con Al e con Dave si susseguono con i due uomini che più volte si incontrano e si scontrano.
Mantenendo sempre un taglio leggiadro nella narrazione, l’autrice riesce a dar conto degli stereotipi femminili e dei cliché maschilisti di cui un pò tutti siamo stati vittime, o sostenitori, in maniera più o meno consapevole. La donna bambola, la donna romantica, la crocerossina, la donna oggetto; l’uomo predatore, l’uomo egoista, l’uomo in carriera.
Ma infine, su tutto, si staglia la figura di una donna innamorata, intelligente, preparata e capace, che impara a contare su se stessa, ad affrontare i propri limiti per poterli oltrepassare, calzando un tacco dodici.
Una donna la cui personalità riluce sia in un tubino di paillettes che dentro una t-shirt di due misure più grandi, in grado di lanciarsi oltre l’ostacolo per avere l’amore che merita, ma anche di vivere facendone a meno.
Compiamo un viaggio insieme ai protagonisti, alternandoci fra l’universo maschile e l’quello femminile. Samantha all’inizio della storia è una donna con pochissima autostima. Un fatto che riguarda molte di noi, forse per questo a volte ci lasciamo maltrattare da tipi come Dave che, pure, avrà la sua evoluzione: è questo il bello dei romanzi.
Nessuno ha il diritto di dirci come dovremmo essere, o che non andiamo bene come siamo.
Non sarebbe magnifico scoprire che per esser la persona meravigliosa che vorresti, basterebbe solo smetterla di nascondersi?