Allarme Bird Box Challenge. Storia di un fallimento

Si chiama Bird Box Challenge ed è l’ultima assurdità partorita dai social. Tutto parte dal film horror post-apocalittico Bird Box, diretto da Susanne Bier con Sandra Bullock e distribuito da Netflix. La protagonista, per proteggersi dall’apocalisse, impara a vivere bendata. Ed ora è sfida a chi lo sa fare meglio.
Bird Box Cronache Letterarie

Bird Box, il film tratto dal romanzo La morte avrà i tuoi occhi  di Josh Malerman, racconta di uno strano fenomeno che investe il mondo in un tempo imprecisato. Una forza misteriosa inizia a decimare la popolazione mondiale: chi la vede, muore. Per sopravvivere, l’unica cosa da fare è costringersi a non guardare. Per questo motivo la protagonista, madre di un bambino e che ha in custodia anche la bimba di una sopravvissuta, si abitua a vivere bendata. Assieme a lei, lo fanno anche tutte le persone che provano a mettersi in salvo.

Iniziamo col dire che il film non è davvero niente di che. Non è originale, visto che si tratta dell’ennesimo film che prefigura l’apocalisse ad opera di entità sovrannaturali. Né è ben scritto, visto che la maggior parte degli snodi narrativi sono banali oltre che tremendamente prevedibili – in un mondo in cui “il male” porta all’autodistruzione coloro che guardano… indovinate un po’ chi si salva? Non serve che ve lo dica, no? – Non è ben interpretato. La bella protagonista Sandra Bullock,  per esempio, che, diciamocelo, ormai più una ragazzina non è, non solo affronta prove da far invidia alla più palestrata delle atlete, ma rimane impeccabilmente e perfettamente truccata dopo ognuna di queste. Anche quando la prova consiste nel superare delle rapide che nemmeno Indiana Jones.

Ma se fosse solo l’ennesimo film americano poco riuscito, non avrebbe di sicuro senso parlarne. Il problema nasce nel momento in cui le vicende della protagonista, che vive la quotidianità bendata, generano emulazione. O peggio: una vera e propria sfida.

Bird Box Challenge
#birdboxchallenge. Fonte: Instagram

Su Instagram l’hashtag #birdboxchallenge conta più di 30.000 post. Ci sono foto e video di persone bendate che suonano o provano ad andare in skate. Ma ci sono anche persone che sfidano il traffico senza vedere. Adulti che guidano con gli occhi chiusi e, cosa ancora più incomprensibile – per ricreare completamente l’atmosfera generata dal film – genitori che coinvolgono i figli in gesti folli. Quindi, troviamo bambini portati a spasso in passeggino con le fasce agli occhi, o che si prendono delle sportellate in faccia, mentre sono mano nella mano con i genitori. Tutti bendati ovviamente. Eviterò di dire, per pudore, il numero di like di questi post. In fondo è tutto pubblico.

La YouTuber Morgan Adams ha ottenuto ad oggi quasi 3 milioni di visualizzazioni per il suo video intitolato “24 hour ‘Bird Box’ challenge” in cui, assieme ad un’amica compie diverse azioni bendata.

Netflix è intervenuta a prendere le distanze dal fenomeno.  A nome della produzione, ha invitato le persone a non comportarsi irresponsabilmente. Per non dire stupidamente. Ma questo è quanto.

Sono tutti presi dal gioco. Un gioco, come tanti altri, che presto stuferà, come tutto ciò che diventa virale, eppure simbolo di un ennesimo fallimento di questi tempi. Un fallimento doppio a dire il vero. Fallimento del cinema che produce l’ennesimo materiale dal contenuto vuoto e fallimento del genere umano. Che è sempre più preso dall’inseguimento di una visibilità effimera con il minor sforzo possibile. Un tempo avrei detto: ‘Che tristezza’. Oggi dico: ‘Che paura’.

Gianna Angelini

Gianna Angelini

Direttrice scientifica e responsabile internazionalizzazione di AANT (Roma), docente di semiotica e teorie dei media, giornalista. Insegno per passione, scrivo per dedizione, progetto per desiderio.

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