Sad Literature Il potere catartico delle lacrime

Sad Literature: quando il personaggio è affetto a una malattia mortale

Sad Literature. Cronache LetterarieTra le infinite sfumature del romance, c’è un tipo di racconto che in questi ultimi anni ha subìto un’impennata di gradimento tra le lettrici. Parlo della cosiddetta Sad Literature, ossia quelle storie dove uno (o entrambi) i protagonisti soffrono di qualche malattia terminale che segna inesorabilmente il destino della coppia. Il personaggio può esserne affetto da subito oppure svilupparla più avanti nel racconto. Mentre l’epilogo può essere devastante oppure una guarigione – almeno momentanea – che apre il cuore alla speranza di un futuro condiviso.

Io prima di te

La produzione è abbondante, ma il libro che probabilmente tutti riconoscono come riferimento di genere è quel Io prima di te di Jojo Moyes, che ha avuto un successo strepitoso, aumentato esponenzialmente dopo l’uscita della buona trasposizione cinematografica con Emilia Clarke (the Mother of Dragons) e Sam Claflin. Il libro, romantico, commovente, divertente e pieno di speranza, è un assoluto must di genere.

Il buio in cui è precipitato Will Traynor, trentacinquenne ex stella della finanza londinese, eccellente ed eclettico sportivo, dopo che un incidente l’ha reso tetraplegico, viene improvvisamente iSad Literature. Cronache Letterarielluminato dall’irruzione di Louisa

Clark nella sua vita, scelta come una sorta di assistente/infermiera dalla madre di Will, dopo che nessun’altra riusciva a sopportare l’acidità del ragazzo e la fatica del compito.
Quello che nasce tra Will e Louisa è davvero quanto di più delicato e toccante sia mai stato scritto in tempi recenti. Mai stucchevole o piagnucolosa, la loro vicenda è soprattutto occasione per parlare della controversa tematica relativa alla morte assistita.

Nonostante il finale tragico, il libro è un inno alla speranza, al vivere il momento, al seguire la propria strada senza paura, qualsiasi essa sia. La lettera testamento che Will scrive alla sua Louisa, credo sia la pagina più letta e riletta dalle seguaci del romance e sempre, immancabilmente, ti commuove. Più di una volta ho notato tatuaggi che immortalano la frase clou sulla pelle:

Sei scolpita nel mio cuore, Clark, fin dal primo giorno in cui sei arrivata con i tuoi abiti ridicoli, le tue terribili battute e la tua totale incapacità di nascondere ogni minima sensazione. Tu hai cambiato la mia vita molto più di quanto questo denaro potrà mai cambiare la tua.
Non pensare a me troppo spesso. Non voglio pensarti in un mare di lacrime.
Vivi bene. Semplicemente, vivi.

kk
Molti si chiedono perché mai si dovrebbero leggere storie devastanti, tragiche, con malattie terminali e senza lieto fine

Sad Literature. Cronache LetterarieProbabilmente le risposte sono molteplici e assolutamente soggettive. Tuttavia credo che la fascinazione di queste storie, nonostante il dolore che si affronta leggendole, stia nel fatto che sono vere, normali. Potrebbero capitare a chiunque e  proprio per questo hanno un valore catartico e in certo modo rassicurante. In parte è perché ci fanno riflettere sul fatto che si può sopravvivere sempre e comunque al dolore. In parte perché ci mostrano come usare la perdita per diventare più forti, più consapevoli che il tempo è limitato e non vale proprio la pena sprecarlo in sciocchezze. E poi perché ci ricordano che vivere un grande amore vale sempre il prezzo anche se c’è una data di scadenza.

Sad Literature: chiudiamo il libro con il viso pieno di lacrime

Ma soprattutto, quando chiudiamo il libro con il viso che è una maschera di lacrime, tiriamo un respiro di sollievo perché non è capitato a noi, che siamo qui, con davanti le infinite possibilità negate al personaggio. E per una volta abbiamo piena contezza che la vita è bella.

Sono tutte riflessioni che purtroppo scompaiono quando siamo immersi nel tran tran quotidiano e che riemergono solo quando siamo toccati da un grande dolore. Quando la nostra vita scorre tranquilla senza scosse, quando pensiamo con arroganza di essere immuni, che a me non può succedere, ecco che la Sad Literature ci riporta con i piedi per terra. Piccolo reminder su quello che conta davvero.

Vi consiglio ora alcuni titoli se volete
avvicinarvi, o se già siete amanti del genere

Sono titoli che a prescindere dall’epilogo triste, propongono comunque storie con personaggi profondi e plot di sostanza. Nel campo dei personaggi adulti, il mio preferito in assoluto è Il primo ultimo bacio di Ali Harris: credetemi sulla parola, una storia magnifica, irrinunciabile, assolutamente reale. Danzando sui vetri rotti, di Ka Hancock, è una storia che potrà sembrarvi un coacervo di sfighe, ma capirete leggendo perché due persone così tormentate dalla sorte potevano trovare solo tra loro un pezzetto di gioia. C’è il bellissimo e toccante When It Rains di Lisa De Jong, purtroppo solo in inglese, che raccomando non solo per la particolarità della storia, ma anche per avvicinarsi a questa straordinaria scrittrice.

Nello YA invece c’è Il confine di un attimo di J.A.Redmersky e naturalmente Colpa delle stelle di John Green; poi Voglio vivere prima di morire di Jenny Downham da cui è stato tratto il film con Dakota Fanning; e A un metro da te di Rachael Lippincot, il film relativo è nelle sale dal 21 marzo.

Nonostante gli epiloghi spesso non lascino possibilità di sequel, il gradimento di queste storie spinge a proporre secondi e anche terzi libri.  La mia parte romantica vuole credere che gli scrittori lo facciano  per compensare i lettori del mancato lieto fine, perché il loro amato personaggio è stato fatto morire, perché vogliono un po’ di felicità per chi è rimasto a elaborare quel dolore.

Sad Literature. Cronache LetterarieE’ quanto accade nei due deliziosi sequel della Moyes, Dopo di te e Sono sempre io. La mia parte cinica e un po’ cattivella, invece, suggerisce che è solo per spremere  soldi da un brand di successo. Forse  con un pizzico di pressione da parte degli editori…

Comunque sia piacciono, e molto. Ecco quindi che a distanza di quarant’anni è appena uscito in Italia il sequel di Love Story, intitolato Another love. Storia di Oliver, romanzo tratto dalla sceneggiatura del film del 1978 di Erich Segal (morto nel 2010), che riparte subito dopo la morte di Jennifer.

Quindi  scegliete il libro, accomodatevi sul divano con una vasca di gelato accanto, una scatola di Kleenex, immergetevi nella lettura e preparatevi ad un bel pianto liberatorio. Dopo vi assicuro che vi sentirete come rinati. Provare per credere!

 

Alessandra Silveri

Alessandra Silveri

Produttore artistico per la Fiction di Mediaset, ho una spasmodica passione per tutto ciò che è fantasy. Collaboro con siti e pagine Facebook legati alla narrativa e al cinema YA. Frase di culto “Non può piovere per sempre”.

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