Diversi anni fa ho lavorato nella redazione di un programma di news della mattina, uno dei più famosi e seguiti della Rai. La sveglia suonava quando fuori era ancora buio e facevo tutto di corsa per arrivare prestissimo in studio. Il programma, in diretta, aveva due conduttori che erano moglie e marito ma separati, perciò ogni tanto assistevamo a delle terribili liti fra i due.
Per di più il regista del programma, un omone grande e grosso col cappello che insisteva un po’ troppo sul sedere delle ballerine brasiliane, a un certo punto è stato licenziato in tronco. Visto che in Rai non licenziano nessuno, avevo pensato che dovesse aver ucciso qualcuno per essere cacciato via in quel modo, senza neanche il tempo di trovare un sostituto. Invece era una questione di soldi. Nel gergo televisivo si chiamano “marchette” e visto il licenziamento fulmineo dovevano essere piuttosto consistenti.
Tutto questo assomiglia molto a quanto succede in The Morning Show, una delle prime serie prodotte da Apple tv+, la nuova piattaforma streaming che, come Sky, Netflix e Amazon Prime, offre film e serie tv.
Alex, la protagonista, si sveglia alle 3.30 di notte, svolge la sua routine mattutina (veramente notturna…) che comprende persino il tapis roulant, poi doccia, capelli, vestizione etc. Infine arriva al lavoro dove scopre che il suo partner, l’uomo che da 15 anni conduce insieme a lei il programma in diretta ogni mattina, è stato licenziato per molestie sessuali.
La questione è della massima gravità. Su queste cose in America non si scherza. Lui è bruciato. Ma c’è anche una macchia sulla fedina del programma: il fatto di non essersene accorti.
A breve andranno in onda e bisogna far fronte alla delicata situazione. Sarà proprio lei, Alex Levy, a dare la notizia ai telespettatori: un compito oltremodo difficile. Dovrà stare in equilibrio sulla lama di un rasoio. Mostrarsi colpita, ferita, commossa, dovrà empatizzare col pubblico a casa, essere come una di loro, essere inflessibile nella condanna, solidarizzare con le vittime che ancora non si sa chi siano.
La squadra di autori, produttori, tecnici, parrucchieri, truccatori etc. tutti laboriosi, ognuno con il proprio ruolo, si muove come un formicaio dove tutto funziona alla perfezione cercando di far fronte all’emergenza.
Nel frattempo Mitch Kessler, il presentatore, è nella sua grande villa con gli avvocati e la famiglia. Sta guardando il programma furibondo. Urla che lui non ha violentato nessuna, che ha avuto un paio di relazioni del tutto consensuali e che anzi sono state loro a prendere l’iniziativa. Per la rabbia prende a mazzate un gigantesco televisore. L’immediata conseguenza di questa sua dichiarazione è che la moglie lo lascia, gli chiede il divorzio e si porta via i figli.
Finalmente il programma inizia. Alex Levy affronta in diretta questa dura prova. La tensione è massima, ma lei è bravissima.
Da questa scintilla si dipana una trama piena di ritmo e personaggi interessanti. Scopriamo a poco a poco le relazioni, anche segrete, tra quelli che lavorano nel programma e i tanti intrighi e conflitti. Come il fatto che Alex Levy, in questo momento così essenziale per il programma, in realtà volevano licenziarla. The Morning Show è in calo da cinque anni perché la gente preferisce leggere le notizie sul palmo della mano.
Inoltre c’è l’arrivo di una giornalista di una testata locale, Bradley Jackson (Reese Whiterspoon), una testa calda che ha ottenuto milioni di visualizzazioni per una terribile sfuriata fatta fuori onda. Sarà lei, a causa di un gioco di potere che scappa dalle mani di chi lo fa, a sostituire Mitch. Bradley è una conduttrice improbabile, impreparata e molto fuori dagli schemi, che non si adegua alle regole del programma di news ed è imprevedibile.
La serie ha un ritmo straordinario e una bella squadra di attori a partire da Jennifer Aniston, la reginetta di Friends. Narcisista e carismatica, Alex Levy è una vera potenza. L’attrice rivela un grande talento come attrice drammatica.
Oltre a mostrare come funziona una redazione giornalistica televisiva, cosa di per sé interessante, la serie è una riflessione profonda e mai scontata sul MeToo. Non si tratta di una banale presa di posizione politicamente corretta, ma anzi mostra come il “politically correct” rischi di avere nefaste conseguenze e stia rendendo molto difficili i rapporti tra chi lavora nello stesso ambiente.
Quando possiamo parlare di molestia sessuale?
Sospendiamo il giudizio su Mitch Kessler (Steve Karell), visto che il suo è il caso intorno al quale gira l’intera la serie. Prendiamo invece il meteorologo e l’assistente di produzione del programma che hanno una relazione. I due sono innamorati, ma si nascondono come se fossero criminali. Lui è preoccupato perché è più anziano e gerarchicamente superiore. Ne discutono una volta mentre sono a letto e la ragazza gli dice: “Credi che essendo più vecchio di me e tecnicamente il mio superiore al lavoro, io non possa aver deciso di scopare con te senza essere stata raggirata?”
In effetti colpisce che una relazione che nasce sul posto di lavoro sia automaticamente considerata una molestia, sebbene la donna sia consenziente. Si dà per scontato che la persona gerarchicamente superiore abbia esercitato il suo potere di ricatto sull’altra. Dunque due persone che non siano allo stesso livello nella gerarchia professionale, non possano avere una relazione. Questa non è una grave limitazione della libertà personale? Il rapporto fra due adulti consenzienti non dovrebbe essere una questione privata? Perché entrano nella loro privacy, la violano e li giudicano?
A un certo punto Alex va a trovare Mitch di nascosto, di notte, è furibonda con lui e tra l’altro gli dice: “C’erano milioni di donne là fuori pronte a succhiartelo e che non lavoravano per The Morning Show”.
La clausola morale è un nuovo maccartismo?
Il MeeToo è partito con le migliori intenzioni, ma si è portato dietro un’ondata di puritanesimo? La clausola morale che molti hanno sul contratto è una specie di cintura di castità e il timore del sexual harassment (la molestia sessuale) si sta traducendo in una demonizzazione del sesso e in un deterrente alle già difficili relazioni sessuali?
È vero – è una delle ipotesi fatte nella serie – che il MeToo è un nuovo maccartismo e ora stanno scontando secoli di comportamenti scorretti anche uomini normali che quei comportamenti non li hanno mai avuti? Il presentatore viene insultato da una donna per strada che gli urla: “Stupratore!”. Lui le risponde infuriato, che non ha mai violentato nessuna.
Mitch Kessler è un volto amato dal pubblico, rassicurante, il presentatore di punta, un vero re del suo programma. La sua storia ricalca lo scandalo di Matt Lauer, famoso anchorman americano, per vent’anni il volto delle news mattutine in The Today Show (NBC network), che nel novembre 2017 è stato cacciato da un giorno all’altro perché accusato da una collega di molestie sessuali.
Un uomo che ha guadagnato più soldi di Dio ha violato la clausola morale ed ora è un uomo morto, bollato come predatore sessuale, la sua carriera è finita ed è stato licenziato anche dalla sua vita privata.
Chaos is the new cocain
È il motto di Cory Ellison, il nuovo direttore di rete messo lì a risollevare gli ascolti: il caos è la nuova cocaina. Cory, interpretato da Billy Crudup, è uno straordinario cattivo.
Apple lancia la sua piattaforma streaming con una prima stagione di 10 episodi da 50-60 minuti, mentre la seconda stagione è già in produzione. The Morning Show è una fenomenale serie sull’informazione televisiva e lo show business, sul lavoro di squadra e sul MeToo. Una serie che ti cattura con un forte teaser, un inizio di grande impatto, e ti trascina in un groviglio di relazioni, intrighi e conflitti di potere (vedi qui il trailer). Fa pensare a The Newsroom, la serie di Aaron Sorkin, e anche alla nostra Boris, sebbene in versione meno comica. Quello che emerge è che il potere, il desiderio di fare carriera, supera qualsiasi scrupolo morale, almeno in questo ambiente dove spesso persino una mossa morale nasconde un gioco di potere.
Poco convincente e credibile è invece il finale della prima stagione di The Morning Show. Non dirò niente per non spoilerare, solo che sembra volutamente esagerato per fare scalpore. Peccato perché l’intera serie è autentica e questo è il pregio delle serie tv americane e il motivo per cui ci piacciono tanto, a differenza di quelle italiane: perché raccontano la realtà.
About AppleTv+
AppleTv+, il nuovo servizio streaming di Apple, è disponibile da novembre a 4.99 euro al mese. Rispetto agli altri servizi streaming o satellitari è tra i più economici. 4.99 euro mensili contro i 7.99 di Netflix, mentre Amazon Prime Video costa 36 euro l’anno o 4.99 al mese. Infine c’è Sky, il più caro di tutti, a 27 euro al mese (ma solo le serie, senza il cinema e il calcio). C’è da dire che l’offerta al momento è piuttosto scarsa, non qualitativamente ma quantitativamente.
Alcuni problemi dell’interfaccia
L’interfaccia per visualizzare serie e film presenta alcuni difetti rispetto alle altre piattaforme. Eccoli:
- Non c’è scritto il numero dell’episodio mentre lo guardi (solo il titolo);
- La freccetta del mouse rimane visibile sullo schermo e non scompare mai, puoi provare a metterla in un angolo ma ogni volta è una scocciatura e te la ritrovi sempre in mezzo alla scena;
- Tornare indietro o andare avanti è complicato e non capisci mai a che punto sei: a differenza di Netfilx e Amazon Prime Video non si vedono le piccole finestre con le scene mentre si va avanti o indietro e in ogni caso a volte il cursore non si sposta proprio;
- Se metti in pausa, il segnale della pausa si sovrappone ai sottotitoli e questo non rende agevole fermarsi e ripartire;
- Quando un episodio finisce non si va automaticamente a quello successivo, né c’è un comando che dice “vai all’episodio successivo”.
- Non è possibile saltare la sigla, cosa che invece è consentita sulle altre piattaforme. Spesso le sigle delle serie sono bellissime – non è questo il caso – ma se vedi più episodi di seguito forse non hai voglia di riguardare la sigla ogni volta.