Un matrimonio d’interesse, una nave in mezzo all’Oceano Atlantico e i suoi passeggeri, molti dei quali neo sposini in crociera. E poi un assassinio. Da qui l’autrice Elisabeth Sanxay Holding inizia a costruire la storia di Lady Killer. Un giallo pieno di segreti e colpi di scena, in cui una giovane donna si ritroverà inaspettatamente a investigare su un delitto, finendo lei stessa in pericolo.
La bella e ambiziosa Honey ha forse commesso un errore decidendo di sposare il maturo e facoltoso uomo d’affari Weaver Stapleton, di quasi trent’anni più grande?
La ragazza se lo domanda, a pochi mesi dal matrimonio, mentre si appresta a partire per una crociera di lusso nel Mar dei Caraibi. Durante quell’inverno, alla fine degli anni ’30, Honey lascia una New York cupa e fredda in compagnia del marito. Sulla loro unione aleggia già qualche ombra e anche il viaggio sembra non iniziare sotto i migliori auspici. Anzi, il clima d’incertezza sembra riportare a una partenza letteraria dello stesso tipo, ma ben più angosciante. Quella di Mr. Arcularis, protagonista dell’omonimo, inquietante racconto del soprannaturale di Conrad Aiken.
In Lady Killer, però, non ci sarà nulla di soprannaturale a segnare il viaggio, bensì una serie di fatti fin troppo terreni, sebbene molto misteriosi. Di quei misteri che prima di essere svelati si perdono tra i vicoli ciechi di indizi fuorvianti, dubbi, segreti e fatti male interpretati. Soltanto alla fine tutto ciò che sembrava confuso tornerà a posto e andrà a comporre un puzzle ben definito.
Per cominciare, sulla nave da crociera, tra le coppie che dovrebbero soltanto sorseggiare cocktail, ballare sulle note suonate dall’orchestrina di bordo, prendere il sole sui ponti e fare incetta di souvenir nei vari scali, ce ne sono alcune che sembrano affrontare difficoltà ben peggiori di quelle, fin troppo prevedibili, degli Stapleton. Ad esempio, l’eterogeneo duo costituito dal viscido capitano Lashelle e dalla sua vulnerabile moglie Alma.
A Honey, che pure ha il suo da fare tra le malattie vere o immaginarie del marito, sembra che Lashelle nasconda intenzioni sospette nei riguardi della consorte. Ma la povera Alma non è la sola persona in pericolo, come si vedrà meglio più avanti, quando si consumerà un atroce delitto. La vittima fa solo una rapida comparsata, come nella migliore tradizione del genere. Poi sparisce senza che nessuno ne sappia più nulla. Anzi, salta fuori pure qualcuno pronto a mettere la mano sul fuoco sul fatto che sia ancora vivo. Da quel momento, Honey dovrà fare i conti con ogni genere di depistaggio e velata minaccia, senza poter contare, almeno apparentemente, sull’aiuto di nessuno.
L’autrice
Elisabeth Sanxay Holding, newyorkese, è vissuta dal 1889 al 1955. Moglie di un diplomatico, ha abitato per molto tempo ai Caraibi e prima di approdare al genere giallo è stata narratrice di rosa. È una scrittrice per lettori esigenti, soprattutto per coloro ai quali piace immedesimarsi. I personaggi sono per lo più – ma non solo – donne in crisi. Crisi esistenziali, non crisi di nervi, e questo già scava una notevole distanza tra la sua narrativa e quella di gran parte delle autrici di gialli sue contemporanee. Non è un caso che Raymond Chandler la ammirasse molto, sia per la qualità delle sue trame, sia per l’attenzione alla psicologia dei personaggi. La Holding non si può certo definire una femminista, ma di sicuro è attenta a raccontare criticamente la condizione femminile, come la scrittrice Kate Chopin, delle cui lezioni sembrerebbe aver fatto tesoro.
Gli altri libri
Lady Killer, tradotto da Elliot nel 2019, risale al 1942. Una piacevole scoperta per il lettore italiano dopo il più conosciuto Una barriera di vuoto, romanzo che ha ispirato almeno tre film, uno dei quali firmato da Max Ophuüls, e l’altro mystery classico Uno strano caso alle Bermuda. Se l’ambientazione claustrofobica a bordo della nave rende Lady Killer meno accattivante del best seller Una barriera di vuoto, lasciando meno spazio all’invenzione narrativa, le psicologie dei personaggi sono delineate molto meglio rispetto a Uno strano caso alle Bermuda (qui scrivo di altri due suoi romanzi pubblicati di recenti in Italia).
Purtroppo, ancora nessun editore si decide a tradurre quelli che secondo Chandler e i critici americani sono gli altri suoi libri migliori: The Innocent Mrs. Duff, Net of Cobwebs e Widow’s Mite. Speriamo che si tratti di una dimenticanza momentanea e non di ristrettezza di vedute. Come la scelta editoriale di non tradurre nella nostra lingua uno dei più acclamati mystery di sempre, The Bellamy Trial di Frances Noyes Hart, che pure era stato proposto all’attenzione del pubblico italiano già nel 1962 in un saggio dell’accademico Alberto Del Monte, edito da Laterza. Per questo genere, è noto, esiste già una nicchia di pubblico capace di apprezzare ogni opera ben fatta, come mostra il duraturo successo dei Bassotti di Polillo.