NAPOLI NAPOLI di lava, porcellana e musica

La Napoli borbonica del Settecento era, con Londra e Parigi, la terza città più grande d’Europa e la capitale assoluta della musica. Carlo III di Borbone, e poi suo figlio Ferdinando IV con la moglie Maria Carolina, resero la città e il Regno delle Due Sicilie un punto focale della cultura settecentesca. Grazie anche alle scoperte di Ercolano (1738) e Pompei (1748) che la resero una meta imprescindibile per il Grand Tour di tutti i ricchi aristocratici e artisti europei.

Il Teatro di San Carlo fu costruito nel 1737, prima della Scala di Milano e della Fenice di Venezia e, ad oggi, è il più antico teatro d’opera d’Europa e uno dei più capienti d’Italia.

La reggia di Capodimonte, che ospita il museo, fu voluta sempre da Carlo III nello stesso periodo, come residenza di campagna e casino di caccia. Circondata com’è dal bosco di Capodimonte che, per il patrimonio storico, architettonico e botanico, è stato nominato nel 2014 il parco più bello d’Italia.

Fece anche stabilire lì la fabbrica per le famose, omonime, porcellane. Inoltre, essendo figlio di Elisabetta Farnese, Napoli Napoli mostraricevette in eredità tutta la collezione Farnese, ricchissima di capolavori che non sapeva dove mettere. Praticamente costruì una reggia perché non sapeva dove appendere i quadri! 🙂

Per rendere omaggio a questo importantissimo periodo storico e raccontare l’intera civiltà illuminista napoletana, il Museo di Capodimonte ospita, fino al 20 settembre 2020, una mostra che definire imperdibile è dire poco.

Curata dal direttore del museo, Sylvain Bellenger, e promossa dal Museo e Real Bosco di Capodimonte in sinergia con il Teatro di San Carlo e in collaborazione con Amici di Capodimonte onlus e la casa editrice Electa, è un viaggio multisensoriale nella Napoli borbonica del Settecento.

Napoli Napoli mostra
Museo e Real Bosco di Capodimonte. Napoli, Napoli
di Lava, Porcellana e Musica © photo Luciano Romano

A metà strada tra la messa in scena di un’opera e un racconto storico, è una festa, una favola che celebra l’unità delle arti e racconta le avventure degli eroi dell’opera del Teatro di San Carlo che, stanchi delle storie di finzione dei libretti d’opera, fuggono dal Teatro per incontrare la vera storia a Capodimonte. (S.Bellenger)

Nelle 19 stanze degli appartamenti reali sono allestite scene di vita quotidiana che raccontano la storia della Capitale del Regno delle Due Sicilie. L’allestimento, curato dall’artista Hubert le Gall, utilizza manichini in posa, vestiti con costumi provenienti dai vari spettacoli del San Carlo, oltre 300 porcellane di Capodimonte, più di mille tra oggetti e arredamento d’epoca, strumenti musicali d’eccezione come l’arpa antica di Stradivari.

Il tutto con il filo conduttore della musica. Assoluta coprotagonista della mostra, la si ascolta tramite cuffie interattive che si accendono di sala in sala, unendo la spiegazione del direttore all’ascolto di un particolare brano relato alla stanza che si sta visitando.

Posso assicurare che sembra di essere parte integrante di un’opera lirica. Il fatto di avere le cuffie ti isola e allo stesso tempo ti immerge completamente nella storia che stai, non solo ascoltando e vedendo, ma proprio vivendo come i protagonisti.

Napoli Napoli mostra
Museo e Real Bosco di Capodimonte Napoli, Napoli di Lava, Porcellana e Musica © photo Luciano Romano 2019

Il percorso inizia nell’atrio, nel quale troneggia la scultura di un’enorme tazza (omaggio alle porcellane di Capodimonte) dalla quale esce Maria Carolina d’Austria. A me ha ricordato l’atmosfera della Regina di Cuori/Cappellaio Matto di Alice nel Paese delle Meraviglie.

Quindi, accompagnati dalle musiche, tra gli altri di Cimarosa, Paisiello, Pergolesi, si passa dalla Sala della musica profana, omaggio appunto alla centralità della musica a Napoli, alla Sala del Grand Tour frutto anche, come dicevo prima, di una spregiudicata azione di marketing ante litteram messa in atto da Ferdinando IV. C’è poi la Sala dell’Eruzione, nella quale si rende omaggio al vero re di Napoli e dintorni, e quella di Pulcinella, maschera simbolo della città, molto in voga nella commedia dell’Arte dell’epoca.

Museo e Real Bosco di Capodimonte Napoli, Napoli di Lava, Porcellana e Musica © photo Luciano Romano

Quella che a me è piaciuta tantissimo è stata la Sala del Gioco d’azzardo e del destino. La cultura antropologica napoletana è permeata da questo binomio destino/gioco: basti pensare alle richieste di intercessione presso San Gennaro, apostrofato come un parente un po’ dispettoso più che con il rispetto dovuto a un santo. Oppure si può pensare alla Smorfia della tombola napoletana, in cui a ogni numero è associato  un simbolo che rimanda alla vita quotidiana.

Come dice Rosanna Purchia, sovrintendente della Fondazione Teatro San Carlo, con questa mostra le due storiche residenze napoletane dell’arte e della bellezza, il Teatro di San Carlo e il Museo di Capodimonte, si uniscono nell’assonanza culturale che da sempre le lega.

La memoria è quanto di più prezioso abbiamo: è il nostro capitale, che, saldamente ancorato al passato, ci definisce nel presente proiettandoci nel futuro (R. Purchia)

Io sono rimasta estasiata, credo davvero di non essere mai stata a una mostra di questo tipo che mi emozionasse così a 360°. Contrariamente a una mostra “classica”, questa è dinamica, interattiva, multisensoriale.

Veramente da sola vale una passeggiata a Napoli. Se siete appassionati di Storia partenopea scoprirete delle chicche magari dimenticate. Se siete invece ai primi approcci verrete catturati dalla magia che, da sempre, questa città diffonde. E dopo andatevi a mangiare una bella pizza vista Golfo!!

Veniamo a noi…

Al di là della pizza, da tempo assurta a cibo mondiale, a Napoli ci sono decine di piatti tipici che rendono la cucina partenopea particolarmente ricca e sfaccettata. Vi racconto oggi un piatto di famiglia, perfetto per questo periodo (facciamo finta che faccia freddo), semplice e saporito e tipicamente napoletano: la pasta e patate, con la provola.

Eh, la provola è importante, se proprio non la trovate potete sostituirla con la scamorza ma, vi avviso, non è proprio la stessa cosa!

Pasta e patate

320 gr di pasta mista. 600 gr di patate pesate già sbucciate. Una cipolla piccola. Una carota. Una costa di sedano. 10 pomodorini o un cucchiaio di concentrato di pomodoro. 80 gr di pancetta dolce a cubetti. Una crosta di parmigiano. 100 gr di provola affumicata. Olio, sale, pepe.

Fate un trito con sedano, carota, cipolla e pomodorini e soffriggetelo in una pentola capiente insieme alla pancetta. Nel frattempo tagliate le patate a cubetti non troppo grandi. Unite le patate nel soffritto, fate insaporire poi coprite con acqua, salate e portate a bollore. L’acqua deve appena coprire le verdure. Quando vedete che le patate sono quasi cotte, dopo circa 20 minuti, aggiungete la crosta di parmigiano tagliata a pezzetti e un paio di bicchieri di acqua bollente. Regolate di sale e buttatevi la pasta, che deve cuocere insieme alle patate. Quando la pasta è cotta togliete dal fuoco e aggiungete la provola, che nel frattempo avrete tagliato a cubetti.

A cottura ultimata l’insieme deve risultare cremoso, “azzeccato” come si dice a Napoli.
Spolverate di pepe e gustate!

Simona Chiocca

Simona Chiocca

Napoletana di nascita e romana per scelta, da sempre sono innamorata della cara vecchia Inghilterra. Lavoro nella produzione cinematografica e da che ho memoria sono appassionata di cucina e passo quasi ogni momento libero spignattando e infornando a più non posso. Cinefila e profondamente gattara, vivrei in un autunno perenne con libri e tè.

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