World Press Photo 2020

Lee Ann Olwage, Sudafrica, 2° premio Soggetti singoli, Ritratti

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Iniziata il 16 giugno, durerà fino al 2 agosto, la mostra World Press Photo 2020. Si tratta del concorso internazionale di fotogiornalismo che dal 1955 premia i migliori fotografi professionisti. La giuria ha esaminato i lavori di 4.282 fotografi di 125 paesi, che hanno prodotto un totale di 73.996 immagini.

Mulugeta Ayene, Etiopia, finalista per la Foto dell’anno

La disperazione dei parenti delle vittime che si trovavano a bordo del Boeing 737 Max della Ethiopian Airlines, precipitato poco dopo il decollo da Addis Abeba il 10 marzo 2019, che costò la vita a 157 persone. L’impatto fu così forte che seppellì l’aereo in un cratere di 10 metri. E’ stato impossibile riconoscere le vittime.
La donna si butta sulla faccia una manciata di terra raccolta sul luogo del disastro.
L’incidente aereo è stato paragonato a quello della Lion Air, avvenuto l’anno precedente. Anche in quel caso il Boing 737 Max era precipitato dopo 12 minuti dal decollo da Giacarta.

Sembra che in entrambi i casi i piloti stessero faticando a gestire un sistema di sicurezza automatizzato, progettato per prevenire lo stallo, che ha spinto ripetutamente il muso dell’aereo verso il basso. Il sistema si è attivato, probabilmente a causa di un sensore difettoso. In seguito è emerso che i piloti dell’American Airlines avevano affrontato problemi analoghi con il Boeing 737 Max. La Boeing aveva resistito alle loro segnalazioni, promettendo però una correzione del software che non era stata effettuata al momento del crash del volo ET302 della Ethiopian Airlines. Poi, dal 2020, gli aerei sono rimasti a terra.

Alla mostra è possibile vedere i lavori dei vincitori e dei 44 fotografi arrivati in finale, provenienti da 24 paesi diversi. Inoltre sono esposte alcune delle foto più importanti che hanno vinto il World Press Photo negli anni precedenti.

World Press Photo 2020
Brent Stirton, Sudafrica, per National Geographic. 2° premio Storie

Ecco il famoso pangolino

Il pangolino è il possibile ospite intermedio del Covid 19; quello che farebbe da ponte tra il pipistrello e l’uomo; quello che avrebbe permesso il salto di specie; il serbatorio del virus in grado di ospitarlo senza subirne gli effetti.
I pangolini (divenuti tristemente noti per la pandemia) sono spesso scambiati per rettili, ma in realtà sono mammiferi squamosi. Si trovano in Asia e in alcune parti dell’Africa e hanno dimensioni che vanno da quelle di un gatto fino a un metro di lunghezza. Sono animali solitari e si incontrano solo per accoppiarsi e fare una cucciolata. Le squame dei pangolini sono usate per la medicina tradizionale asiatica e la loro carne è considerata pregiata.
I pangolini sono attualmente gli animali più illegalmente venduti nel mondo e tutte le specie sono a rischio di estinzione. Nella foto un uomo prende un pangolino che sta per essere macellato e preparato per un pasto, in un ristorante dove la sua carne viene venduta a circa 376 dollari al chilo: siamo alla periferia di Guangzhou, in Cina, il 4 gennaio 2019.

Molte delle immagini esposte sono espressioni di lotta al sistema neoliberale. Commentando le foto di questa edizione, Luca Bergamo, vicesindaco di Roma e assessore alla crescita culturale, ha sostenuto che il neoliberismo ha portato a un aumento dei consumi privati, ma non a un aumento del benessere. Si è anzi rivelato un acceleratore di disuguaglianza, incompatibile con la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, scritta nel 1948. Se fino a metà degli anni Settanta c’è stata una crescita dell’uguaglianza, da allora ha iniziato a diminuire. È aumentata la ricchezza ma non la sua distribuzione.

Sabiha Çimen, Turchia, Long Term Projects, 2° premio . Studentesse nel cortile di una scuola coranica a Istanbul, il 17 dicembre 2019.

Il catalogo è pubblicato da Skira in collaborazione con la World Press Photo Foundation.

World Press Photo 2020
Ivor Prickett, Siria, General News, Storie, 3° premio

La serie del fotografo irlandese Ivor Prickett, “ISIS e le sue conseguenze in Siria”, documenta un gruppo di donne e bambini scioccati, sospettati di essere le mogli e i familiari dei militanti dell’ISIS. Fuggiti dall’ultima area di controllo dell’ISIS intorno al villaggio di Baghuz, sono stati stipati su alcuni autobus dalle forze di sicurezza curde in un punto di controllo nel deserto, prima di essere trasportati in un campo sicuro più a nord.

World Press Photo 2020. @TizianaZita per Cronache Letterarie
Fabio Bucciarelli, vincitore del 2° premio Storie per L’Espresso, all’inaugurazione del World Press Photo 2020

La mostra World Press Photo 2020 resterà aperta fino al 2 agosto, poi il Palazzo delle Esposizioni chiuderà per l’allestimento della Quadriennale.

World Press Photo 2020
Noah Berger, Ambiente, Soggetti singoli, 2° premio

In questo scatto del fotografo americano Noah Berger, i vigili del fuoco combattono contro Marsh Complex Fire, vicino alla città di Brentwood, in California. L’incendio è iniziato vicino a Marsh Creek Road ed ha continuato a bruciare fino al 7 agosto, devastando oltre 300 ettari di terra.

Circa 81.000 ettari (200.000 acri) sono stati bruciati in tutto lo stato in California nel 2019, rispetto ai 765.000 nel 2018 e 525.000 nel 2017. La California di solito ha una stagione degli incendi in autunno, quando venti forti soffiano attraverso foreste e boschi che si sono asciugati durante il caldo estivo, mentre ancora non arrivano le piogge invernali. Molti scienziati hanno attribuito i primi incendi alla crisi climatica, affermando che un’atmosfera più calda significa che la vegetazione si sta prosciugando più di quanto non lo fosse un secolo fa. Anche le apparecchiature vecchie e difettose delle maggiori compagnie elettriche sono state criticate perché si ritiene che possano provocare fuochi in caso di vento.

Altre foto, compresa quella che ha vinto questa edizione 2020, le trovate sul sito di World Press Photo.

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Tiziana Zita

Tiziana Zita

Se prendessi tutte le parole che ho scritto e le mettessi in fila l'una dopo l'altra, avrei fatto il giro del mondo.

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