I libri dello scrittore spagnolo Javier Cercas sono tradotti in più di trenta lingue. A parte i saggi letterari, come il bellissimo Il punto cieco, i suoi “romanzi” raccontano episodi della recente storia e cronaca spagnola. Terra alta è il suo primo thriller e anche il suo primo romanzo di pura invenzione.
La Terra Alta è una zona interna della Catalogna che sembra distante anni luce dalla realtà di Barcellona, anche se conserva altrettante ferite e cicatrici dal periodo della guerra civile. Anzi sono più vive ancora, perché per certi versi sembra che il tempo lì si sia fermato, mentre il resto del Paese correva verso il XXI secolo.
Tutto comincia con la scoperta
di un delitto, anzi di una strage
Tre vittime, trucidate con una incredibile efferatezza, due addirittura torturate. Sono la coppia – anziana – più ricca della zona, gli Adell, un imprenditore costruitosi letteralmente dal nulla e sua moglie, più la domestica rumena.
Gente così in vista può avere molti nemici e, infatti, dietro il generale cordoglio di circostanza, si raccontano sottovoce episodi che mostrano il signor Adell come una specie di piccolo tiranno con tutti quelli che gli sono in qualche modo subordinati, sia nell’ambito familiare, sia in quello lavorativo.
Ma se questo potrebbe spiegare un delitto d’impeto, è molto lontano dalla spiegazione di quella che è evidentemente una crudeltà accuratamente pianificata. Chi ha ucciso gli Adell era mosso da un odio davvero profondo.
In realtà, la trama del romanzo si dipana inizialmente come l’affiancamento di due storie parallele, benché asincrone, destinate a convergere verso la metà. La prima è appunto quella del delitto Adell. La seconda è quella relativa al complesso passato di Melchor Marin, uno dei poliziotti incaricati delle indagini: non il più importante, ma il più insistente e tenace.
Alle spalle di Melchor c’è una storia alla James Ellroy, di un ragazzo cresciuto nei bassifondi di Barcellona, ferito dalla brutta fine di sua madre, con un passato pieno di momenti da dimenticare. Ma è anche una storia di riscatto personale perché, proprio nelle circostanze più difficili, ha trovato gli appigli e la forza per reagire e dare una svolta alla sua esistenza.
Uno degli appigli è il libro I miserabili, al quale
tornerà a fare riferimento in numerose occasioni
In seguito, quando sarà già entrato nella polizia, un episodio farà sì che Melchior sia considerato un eroe; ma anche, al tempo stesso, che finisca in pericolo, nel mirino di un gruppo terroristico. Per questo, per proteggerlo, è stato trasferito alla Terra Alta, che sembra il posto più sperduto e irraggiungibile a disposizione. Tuttavia, in questa destinazione che sembra quasi un esilio, Melchor ha completato il suo percorso di recupero, formandosi finalmente una famiglia.
Gli indizi relativi al caso sono tanti, ma contraddittori e nessuno di essi appare decisivo. Qualunque teoria che li consideri tutti, dirige l’attenzione verso troppi sospetti, che è come dire nessuno. I responsabili delle indagini sembrano perdere gradualmente interesse per una soluzione che, anziché avvicinarsi, man mano che si va avanti, sembra allontanarsi. Non così Melchor, che ha sempre la sensazione di essere sul punto di raggiungere la pista decisiva.
Purtroppo, sarà la pista decisiva a raggiungere lui, quando meno se l’aspetta. Sarà un incontro devastante, ma gli permetterà di scoprire finalmente tutti i retroscena del delitto Adell: che, inevitabilmente, partono da molto lontano.
Un autore dotato di una capacità inventiva come quella di Cercas è in grado di produrre un’opera ben riuscita anche quando si mette alla prova con un genere che, secondo la percezione del pubblico, ha delle regole abbastanza stringenti. Certo, si tratta di un thriller decisamente non convenzionale; e per questo potrebbe non piacere a tutti. Ma il lettore attento dovrebbe saper apprezzare sempre ogni valido tentativo di uscire fuori dagli schemi.
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