I lettori italiani di gialli, al termine di questo 2020 terribile per ogni verso ma niente affatto disprezzabile dal punto di vista delle proposte editoriali, hanno trovato sotto l’albero un regalo di altissima qualità. Due diversi editori, Mondadori e Adelphi, si sono decisi a proporre contemporaneamente un paio di romanzi, inediti nel nostro Paese, del grande giallista giapponese Matsumoto Seicho.
Snobbato per decenni dalla nostra industria culturale, oggi il “Simenon d’Oriente” sembra essere diventato uno dei classici più gettonati da riscoprire. Speriamo allora che i prossimi tempi ci portino parecchie di queste riscoperte.
Agenzia A
Il primo dei due romanzi è Agenzia A, originariamente pubblicato nel 1959, tradotto dalla Mondadori e, sembra, ispirato a un caso di cronaca nera del secondo dopoguerra.
La giovane Teicho si unisce, in un matrimonio combinato, a un uomo che per lei è quasi uno sconosciuto, Ken’ichi. Nonostante le circostanze che li hanno uniti, il marito sembra innamorato di lei. Il viaggio di nozze è felice e l’unione sembra iniziare sotto i migliori auspici. Ken’ichi è un pubblicitario che lavorava nella sede di Kanazawa, località della costa occidentale dell’isola di Honshu, circa 400 km a nord-ovest di Tokio, ma è stato appena trasferito nella capitale, dove la coppia andrà a vivere.
Prima però, Ken’ichi deve compiere un’ultima trasferta di lavoro a Kanazawa per finire di istruire il collega che prenderà il suo posto. L’uomo parte in treno, promettendo di tornare entro pochi giorni: ma, dopo di allora, le sue tracce si perdono completamente.
Teicho, dapprima perplessa e poi sconvolta, si reca da Tokio a Kanazawa per cercare di fare luce sulla scomparsa del marito con l’aiuto dei suoi colleghi e della polizia. Le indagini vanno avanti a fatica. La figura dell’uomo appare sfuggente e la sua vita piena di lati nascosti, sui quali nessuno riesce a fare chiarezza.
La permanenza di Teicho a Kanazawa finirà per portare alla luce una vecchia storia che sembrava dimenticata e priva di importanza ma ha avuto ugualmente il potere di provocare una catena di delitti.
Un posto tranquillo
Il secondo titolo di Matsumoto Seicho è Un posto tranquillo, originariamente pubblicato nel 1975 e tradotto dalla Adelphi.
Asai è un ambizioso ma poco considerato funzionario statale. Si trova in viaggio di lavoro quando è raggiunto da una telefonata che lo avvisa della morte improvvisa della moglie Eiko. Benché Eiko fosse giovane, il decesso non arriva inatteso perché la donna risultava già malata di cuore. Ciononostante, Asai trova difficile farsene una ragione. Non riesce nemmeno a far ripartire la sua vita, finendo per concentrarsi unicamente sul lavoro e sul ricordo della moglie scomparsa.
Proprio per ripercorrere gli ultimi istanti della vita di lei, Asai si ritrova a visitare il quartiere periferico di Tokio in cui Eiko è stata colta dalla crisi fatale mentre andava a passeggio. Qui, però, gli sembra che le cose non siano andate esattamente come gli è stato raccontato.
Cosa ci faceva Eiko lì? Si tratta di una zona piuttosto equivoca, piena di case d’appuntamenti, anche se nessuno tra quelli che ci lavorano ha mai visto la donna. Al tempo stesso, c’è qualcosa di equivoco sia nel negozio in cui Eiko chiese aiuto, dopo essersi sentita male in strada, sia nella sua proprietaria.
Presto, l’idea che le circostanze ufficiali della morte della moglie nascondano una sua doppia vita finisce per diventare un’ossessione per Asai. Arriva ad assumere un investigatore privato per fare luce sulla vicenda.
Man mano che le indagini vanno avanti ed emergono insospettati retroscena, Asai si trasforma da grigio burocrate sempre perfettamente rispettoso di ogni convenzione, a personaggio diabolico e pericoloso. Finché la situazione gli sfugge di mano.
Maestro del giallo psicologico
Come si può comprendere subito, Matsumoto è un maestro del giallo psicologico, quello nel quale l’intreccio e la natura dei personaggi sono strettamente interconnessi in un gioco nel quale l’autore si limita a stabilire le condizioni di partenza della vicenda narrata, mentre tutto ciò che succede dopo è frutto unicamente delle scelte dei personaggi, che si muovono animati dalla propria volontà e non soltanto per portare la trama verso la sua conclusione.
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