Anders Bodelsen è uno degli scrittori danesi più noti del XX secolo. È nato a Frederiksberg, nel 1937, da una famiglia di notevole tradizione intellettuale. Il padre era docente universitario di Letteratura inglese e la madre storica dell’arte. Ebbe però una formazione piuttosto irregolare, dato che passò per tre diversi indirizzi di studio, prima di lasciare l’università dopo il buon successo del suo primo romanzo, nel 1959.
In seguito, ha lavorato a lungo nella pubblicità. E poi soprattutto per la radio e la televisione, diventando un importante sceneggiatore radiofonico e di tv movies.
In Italia è considerato essenzialmente un giallista, anche se questa definizione appare decisamente riduttiva. Soprattutto se si pensa alla fama di cui gode in Danimarca, dove è considerato tra i maggiori autori neorealisti, vincitore di numerosi e prestigiosi premi.
Bodelsen ricorre spesso allo schema del thriller nei suoi romanzi, ma si tratta sempre di un thriller impegnato. Le sue sono storie che raccontano in modo critico la società danese e in particolare la classe media.
Chi è Anders Bodelsen
Anders Bodelsen è un autore di grande successo, ma la medaglia del successo ha sempre un rovescio. Mantenere un elevato standard qualitativo nella propria scrittura, nonostante la pluralità degli impegni, gli ha richiesto decenni massacranti. Ed ha anche dovuto subire continui attacchi dai critici di destra più schierati, che lo accusavano di dare un’immagine distorta della società danese.
Nonostante la vita privata apparentemente felice – è sposato dal 1975 con una musicista e hanno due figli – per queste ragioni e probabilmente per qualche sua forma di debolezza non meglio confessata, Bodelsen ha sofferto a lungo di problemi di alcolismo. Una dipendenza che lo ha costretto a diverse terapie disintossicanti.
La fama di giallista in Italia si deve soprattutto al fatto che i suoi romanzi presentati nel nostro Paese sono usciti, almeno inizialmente, in collane poliziesche della Mondadori.
Pensa un numero
Il primo a essere tradotto è anche il maggior successo della sua carriera, Tænk på et tal, letteralmente “pensa un numero”, uscito nel 1968 e tradotto con il titolo italiano Buon appetito, Borck! È stato pubblicato come Giallo Mondadori numero 1174, il 1° agosto 1971.
È la storia di un cassiere di banca della provincia danese, Flemming Borck, e della sua intuizione che sta per essere commessa una rapina nella sua banca. Anziché sollecitare provvedimenti, Borck comincia a nascondere banconote nella scatola di latta in cui di solito tiene il pranzo. Quando avviene effettivamente la rapina, dopo aver consegnato al bandito il contenuto dei suoi cassetti, fa risultare che siano stati rubati molti più soldi, includendo nella refurtiva anche quelli che ha nascosto nella scatola di latta che ha depositato in una cassetta della stessa banca.
I mass media però riferiscono l’importo esatto del denaro rubato e, da quel momento, Borck subisce lo stalking del vero rapinatore. W. C. Sorgenfrey è deciso ad ottenere almeno metà dei soldi che Borck ha nascosto, anche perché la rapina gli ha fruttato solo la sedicesima parte del denaro trafugato.
Borck non scende a patti con Sorgenfrey e riesce a incastrarlo per un altro illecito, con una denuncia anonima, dopo averlo seguito. Contemporaneamente, però, deve vedersela con una complice di Sorgenfrey, Alice Badran, che si è insinuata nella sua vita ed è diventata la sua amante. Tuttavia, Alice finisce per mollare Sorgenfrey e diventa complice di Borck.
L’uomo, per non dare adito a sospetti, continua il suo lavoro in banca ma investe una parte dei soldi in una villetta in Tunisia, dove va a trascorrere le vacanze insieme ad Alice che vi risiede stabilmente. La situazione va avanti per alcuni anni ma poi Sorgenfrey viene rilasciato e per prima cosa si mette alla caccia dei due. Quando li raggiunge in Tunisia, non sa di essere pedinato da un poliziotto, C. O. Grau, che lo sospetta di aver partecipato alla rapina in banca.
L’arrivo di Sorgenfrey sconvolge Borck e Alice che, tentando di ucciderlo, uccidono invece Grau, sopraggiunto nel frattempo per arrestare tutti.
Alice scappa, coperta da Borck. Ma Borck è costretto ad accettare le condizioni di Sorgenfrey, che lo aiuta a far sparire il corpo di Grau. Cercano di nascondere le tracce del delitto facendolo passare per un finto incidente, nel quale utilizzano anche un cadavere fornito dalla malavita locale. Nelle loro intenzioni deve passare per quello di Sorgenfrey, in modo da mettere fine alla sua caccia da parte della polizia.
La borsa e la vita
Il romanzo non ha una vera conclusione e, infatti, otto anni dopo, nel 1976, avrà un seguito, Pengene og livet, ossia “la borsa e la vita”. Questo esce in italiano nel Giallo Mondadori, numero 1552, con il titolo I soldi e la vita, il 29 ottobre 1978.
Sono passati quattro anni dai fatti narrati nel primo romanzo. Borck non ha più notizie né di Sorgenfrey, né di Alice, ma non ha mai smesso di pensare che prima o poi si rifaranno vivi e gli chiederanno di partecipare a qualche impresa criminale.
Intanto ha una relazione con una collega, Miriam Berg, che è separata e ha un figlio di 4 anni, David. Il ritorno di Sorgenfrey e di Alice si materializza proprio con il rapimento di David, preso in ostaggio per costringere anche Miriam a collaborare.
Il loro piano per la rapina è molto ambizioso ma non tiene conto del fatto che la polizia non ha mai smesso di sorvegliare Borck. Tanto più dopo i dubbi sollevati dalla misteriosa morte di Grau e del finto Sorgenfrey. E, da qualche tempo, sta seguendo anche i due delinquenti, pur senza averli identificati.
Il giorno della rapina, Borck, inizialmente disposto a collaborare, si ribella ai due perché infuriato all’idea che siano stati coinvolti anche Miriam e David. Ha un suo piano per mandare tutto all’aria ma, a questo, si sovrappone l’intempestivo intervento della polizia, che scatena un conflitto a fuoco dalle tragiche conseguenze.
Straus
Il terzo romanzo di Bodelsen giunto in Italia si intitola, nell’edizione originale, Straus, e risale al 1971. Fu tradotto nel 1974 con il titolo Il rivale e uscì per “I Super” della Mondadori. Si trattava di una collana mensile, costituita da libri cartonati, che durò appena una decina di numeri e che presentava romanzi thriller di una certa levatura letteraria.
Straus è un romanzo decisamente sperimentale, nel quale si sovrappongono due storie, spesso confondendosi tra loro.
Una è quella dello scrittore A. B., che è considerato il secondo miglior autore di thriller in Danimarca ma si macera continuamente nell’invidia e nel rancore verso il collega Straus, da tutti considerato superiore a lui. L’altra è quella del romanzo che A. B. sta scrivendo, nel quale un personaggio nevrotico che cambia nome tre volte durante la stesura, uccide per futili e paranoici motivi, la moglie.
Dopo che Straus ha demolito con una sarcastica stroncatura il suo ultimo libro durante una trasmissione radiofonica, A. B. perde completamente il controllo e decide di ucciderlo. Il suo delitto è talmente assurdo e insensato da risultare, di fatto, un delitto perfetto.
Giudicato con molto favore dai suoi contemporanei, non ha avuto però altre edizioni italiane. Ross Macdonald lo giudicò “un esperimento perfettamente riuscito e un libro davvero affascinante”.
Invece i due libri della miniserie di Borck sono stati ripubblicati da Iperborea nel 2001 e nel 2012. I titoli, stavolta tradotti più fedelmente, sono: Pensa un numero e La borsa e la vita.
Gli adattamenti cinematografici
Dalle opere di Bodelsen sono state tratte alcune riduzioni televisive e cinematografiche. Tra queste spiccano i due film tratti da La borsa e la vita, che si avvalgono dell’interpretazione di attori di livello internazionale. Il film danese omonimo del 1969 con Bibi Andersson e The Silent Partner, il remake canadese del 1978 con Elliott Gould.