Immaginate oggi un grande scrittore – ed è già difficile trovarne – che sia anche un esploratore spaziale.
Sarebbe il divo dei divi.
Così era Antoine de Saint-Exupéry nel 1935, non solo in Francia ma in tutto il mondo.
La sua passione sconfinata per gli aerei, la sua audacia erano la testimonianza del futuro e dell’eroismo, la sua popolarità era al massimo anche in tutto il continente americano.
Saint Exupéry volava, volava in continuazione.
Voli postali, voli militari, voli per diletto. Era un pilota spericolato e spesso poco prudente.
Infatti Saint-Ex precipitava eccome. Nel corso della sua vita cadde almeno 9 volte (!), spesso per le condizioni rudimentali degli aerei, ma altrettanto spesso per la sua imprudenza e la scarsa preparazione delle missioni.
Il mito inizia nel 1925 quando viene assunto dalla neonata compagnia aereo postale francese. Nel 1917 aveva partecipato alla Prima Guerra Mondiale con il compito di meccanico di aerei (compito prestigioso perché all’epoca gli aerei erano come le attuali astronavi), ma si era fatto dare anche lezioni di volo private.
Inizia così la straordinaria vita dell’aviatore scrittore
E inizia consegnando la posta in Africa, poi nel 1930 sbarca come direttore della compagnia aereopostale in Argentina. Nel frattempo scrive.
Il primo racconto è pubblicato sulla rivista Le Navire d’Argent, edita per pochissimo tempo (1925- 1926) ma di grande influenza culturale. Tra l’altro fu quella che fece conoscere per la prima volta Ernest Hemingway ai lettori francesi.
Il racconto contiene il tema di tutti i suoi romanzi che parlano di aviatori: il mutamento dell’animo del pilota in volo, man a mano che si eleva al di sopra della monotonia e della meschinità della vita di sotto.
Nel 1927 sbarca a Cap Juby, nella zona meridionale del Protettorato spagnolo del Marocco. Il suo compito era recuperare i piloti postali precipitati, che spesso finivano nelle mani dei ribelli in lotta con gli spagnoli.
Il nuovo lavoro lo esalta. Recupera i piloti ma cade lui stesso. Passa una notte nel deserto, accanto al suo aereo, e scopre la bellezza delle stelle che saranno le protagoniste del capitolo 26 del Piccolo Principe.
Corriere del sud
Nel frattempo scrive Corriere del sud, il primo romanzo aeropostale.
È la storia tormentata del pilota Jacques Bernis che, durante il volo tra Tolosa e Dakar, ricorda l’amore per Geneviève a cui deve rinunciare perché non può darle la vita che lei vuole.
Il libro è il suo primo piccolo successo letterario. Ne viene pubblicato un estratto sulla rivista La Nouvelle Revue Française, poi finalmente esce il romanzo completo.
Tra una pagina e l’altra Saint Exupéry ha il tempo di compiere il suo abituale gesto eroico: recupera un pilota caduto e in quattro giorni riesce a riparare l’aereo, trattando contemporaneamente con i ribelli. Un trionfo.
Aeroposta Argentina
Viene promosso direttore di Aeroposta Argentina.
Il 12 ottobre 1929 sbarca a Buenos Aires. Lì conosce Consuelo Suncin, donna bellissima e di grande cultura. I due si innamorano perdutamente. Nonostante i numerosi litigi andranno avanti e si sposeranno al loro ritorno in Francia.
Malgrado il lavoro, la vita frenetica mondana insieme a Consuelo, Antoine ha il tempo per il solito atto di eroismo e ritrova il suo amico Henri Guillaumet, precipitato sulle Ande. Saint Exupéry infatti, insiste nel cercare il pilota dopo che tutti hanno abbandonato le ricerche, viste le difficoltà metereologiche. Siamo infatti nella terra in cui le pietre volano, uno strano fenomeno generato dai venti fortissimi, che fa sì che se si tira una pietra essa non cadrà in terra ma verrà trascinata verso il cielo dalle fortissime correnti ascendenti.
Poi la compagnia aeropostale fallisce e Saint Exupéry è costretto a tornare in Francia.
Qui fa tesoro dell’esperienza in Argentina e scrive Volo di notte. Anche in questo romanzo c’è un pilota postale che sorvola l’America del sud, vedendo scorrere sotto di lui la terra scura e selvaggia.
Mentre affronta una tempesta, il suo unico contatto è con un telegrafista. Perciò di nuovo sogna, si astrae e rimane attaccato alla terra solo attraverso il telegrafo. Il libro esce nel 1931 ed ha un discreto successo.
Antoine sposa Consuelo. Il suo amore per lei e la cura che vorrebbe darle lo ispirerà per Il piccolo principe:
“E’ il tempo che hai perduto per la tua rosa
che ha reso la tua rosa così importante”.
Tuttavia Saint-Exupéry è impegnato come sempre a volare e di tempo per Consuelo ne ha poco.
Durante il periodo francese sperpera il denaro guadagnato ed ora è a corto di soldi. Decide perciò di accettare la proposta del Governo che comporta un premio di 150 mila franchi per effettuare il raid Parigi-Saigon.
Cocciuto come sempre, Saint-Exupéry non vuole consigli. Parte a dicembre del 1935 sotto una pioggia battente, fa scalo a Tunisi e a Bengasi. Da qui riparte, senza aver controllato gli strumenti, stracarico di carburante per andare il più veloce possibile.
È notte, finisce in un banco di nuvole e deve navigare a vista. Decide di scendere sotto le nuvole, pensa di uscirne fuori a una sufficiente distanza dal terreno per poter navigare a bassa quota. Ma qualcosa va storto e quando buca la coltre di nuvole, si trova a pochi metri dal terreno. Precipita.
A Parigi è dato per morto. Invece, dopo tre giorni di marcia nel deserto, Saint-Exupéry e il suo copilota riappaiono miracolosamente. L’eroe ha battuto anche il deserto.
Finalmente i suoi libri vendono migliaia di copie e lui ha raggiunto il suo scopo: diventare l’aviatore più famoso della Francia. Volo di notte diventa un film hollywoodiano con Clark Gable e Myrna Loy.
Ma Saint-Exupéry è inquieto. Decide di tentare un raid New York-Terra del Fuoco. Fa uno scalo in Guatemala e imbarca troppo carburante a causa del differente modo di contare le quantità. Al decollo si alza poco più di un metro da terra e poi si schianta. Questa volta però non ne esce incolume. È pieno di fratture e con un occhio compromesso.
Si calma, trova il tempo per scrivere un altro capolavoro, Terra degli uomini. Una specie di riassunto di tutte le sue avventure di volo che finiscono per tessere un manuale di sopravvivenza fisica e spirituale (leggi anche qui).
Scoppia la guerra, Saint-Ex di arruola, fa due voli come ricognitore, ma nel 1940 la Francia è già caduta e lo scrittore va in esilio negli Stati Uniti. Qui scriverà Il piccolo principe e Pilota di guerra.
Saint-Exupéry è cambiato e quest’ultimo libro è, a suo modo, pacifista. La visione di un’umanità accecata dall’odio fratricida lo ha scosso. Adesso è convinto che conti solo quanti più legami un uomo riesca a stringere, non importa se d’amore, amicizia, o fratellanza. Sono temi che confluiranno nel Piccolo principe.
Pilota di guerra non piace a De Gaulle. I due si detestano. Il generale è autoritario e reazionario, lo scrittore progressista e libertario.
Nonostante questa idiosincrasia per De Gaulle, Saint-Exupéry non sa stare lontano dagli aerei. Decide quindi di arruolarsi nel corpo della Francia Libera, di stanza in Africa settentrionale. Sceglie però ti fare solo ricognizioni perché non vuole sparare.
I suoi superiori cercano di farlo volare il meno possibile. Lo scrittore è malandato, ha la vista compromessa ed è come sempre, imprudente. Ma è Saint-Exupéry e più di tanto non lo si può tenere a bada.
Il 31 luglio del 1944 parte dalla Corsica per la sua ultima missione. L’aereo scompare e non si troveranno mai più le sue tracce.
Finisce così la vita dell’eroe scrittore. Se volete provare la sensazione che un pilota ha alla guida del suo piccolo aereo, non avete che da leggere i suoi libri di volo.
Adoro Il piccolo principe, ogni volta che lo leggo mi emoziono, è un libro letterario e filosofico, una specie di guida esistenziale