Fuoco Mediterraneo di Sacha

Fuoco Mediterraneo di Sacha, narra di ricette, storie, amicizie e saperi scaturite dalle braci dell’Isola di San Pietro.

Fuoco Mediterraneo di Sacha. Cronache Letterarie

E’ vero, Fuoco Mediterraneo non è un libro sul vino.
Anche se il vino scorre a fiumi nei bicchieri delle persone coinvolte in questa vicenda.
La mia recensione nasce, per caso, in giorno di settembre a Carloforte, sull’Isola di San Pietro. Nel momento stesso in cui mi sono trovata fra le mani questo libretto dalla copertina molto divertente che potete vedere qui sopra.

Il testo è ricco di straordinarie fotografie in bianco e nero, che ritraggono momenti conviviali e antichi mestieri. Un’occasione unica per scoprire, o ritrovare, la nostra anima mediterranea approdando su un’isola bellissima.
Un’isola contraddistinta dalle acque cristalline e dal verde della macchia mediterranea, che è esposta ai venti di Maestrale, Scirocco e Libeccio.

Isola di San Pietro. Fuoco Mediterraneo di Sacha
Grotta sull’isola di San Pietro

Fuoco Mediterraneo di Sacha

Il titolo evoca passione, radici, mare, storie di vita vissuta e cibo. C’è un intero universo in un centinaio di pagine. Un piccolo grande mondo fatto di cose semplici e di convivialità, scritto da un vero tabarkino (così si chiamano gli abitanti di Carloforte e San Pietro). Sacha è un discendente di quel piccolo gruppo di corsari pegliesi (provenienti da Pegli, un quartiere di Genova) che, per alterne vicende approdarono su questa minuscola isola nel sud-est della Sardegna nel XVIII secolo.
Ed è lui la guida d’eccezione che ci svela i suoi segreti di cuoco, ma non solo. Sfogliare la prima pagina del libro equivale, infatti, ad aprire una porta verso un mondo antico. Dimenticato, eppure, presente.

Carloforte. Fuoco Mediterraneo
Carloforte

Alla ricerca di Sacha

Dopo poche ore di lettura ero già alla ricerca dell’autore di Fuoco Mediterraneo. Ma non è stato difficile incontrarlo sulla piccola Isola di San Pietro. Così, durante quel caffè mattutino – che poi è diventato una quotidiana, piacevole abitudine – ho conosciuto un pirata con l’animo di un poeta.
Dal parlare di ricette, vino e vita, poesia e amicizia, al passare a braci e fornelli è stato un attimo.
Per Sacha, “cucinare è semplicità e attenzione”. È quasi un atto sacro, suggellato dal fuoco che unisce uomini e natura in un sodalizio ancestrale. Mentre addomestica le braci, questo uomo possente racconta di mari e di avventure, di sapienza gastronomica e di rispetto per gli ingredienti base.

I profumi e i sapori dei suoi piatti, gustati sotto una pergola di buganvillee, insieme a vecchi e nuovi amici resteranno, neanche a dirlo, stampati nella mia memoria.

Il fuoco, elemento magico

Sacha e il fuoco sono una cosa sola. Lo si comprende facilmente leggendo Fuoco Mediterraneo. Ma ancor di più avendo la fortuna di partecipare ad una casciandra, il banchetto degli amici.
Con le sue braci infatti, Sacha prepara tutte le ricette descritte nel libro. Dal maiale al tonno, alle uova alla frutta, ogni ricetta richiede una diversa combinazione e selezione di legna di macchia.
Dietro ogni ricetta c’è, tuttavia, molto di più: ci sono le storie e le leggende nate intorno a quei piatti.

Fuoco Mediterraneo parla di uno chef e delle sue ricette, ma anche di un mondo onesto, di antichi valori, di amicizia e di amore. E’ la storia di una comunità fatta di uomini e donne, forti delle loro origini e del loro passato. Gente di mare che conserva saldamente nel dialetto, le proprie origini. Un dialetto ormai quasi perduto, che non si parla più nemmeno a Genova, dove nacque. Ma che resta però immortalato nei testi di Mauro Pagani e di Fabrizio De André in quel disco-capolavoro chiamato Creuza de mä.

Il vino da sorseggiare leggendo questo libro? Un Carignano del Sulcis

Anche sull’isola di San Pietro si produce vino. Principalmente Vermentino di Sardegna e Carignano del Sulcis. Ci troviamo, infatti, nel Sulcis-Iglesiente, che si trova nella zona sud-occidentale dell’Isola.
Furono i fenici e i cartaginesi a fondare la città di Sulcis che corrisponde oggi a Sant’Antioco, prospiciente Carloforte.
Il dibattito sull’origine del Carignano vede partigiani dell’originalità del vitigno fronteggiare i teorici dell’approdo sull’isola ad opera degli Iberici. In ogni caso, anche se si coltiva in tutta la Sardegna, nel territorio del Sulcis trova la sua massima concentrazione.

Un vitigno ancora da scoprire

Il Carignano del Sulcis è un vino DOC prodotto in ben sei tipologie: rosso, rosso riserva, rosso superiore, novello, passito e rosato.
I vini prodotti con questo mirabile vitigno restituiscono vini rossi rubino, tendenti al granato. Strutturati e corposi, di gradazione mai inferiore ai 12 gradi. Hanno profumi intensi di frutta scura, prugna cotta. Leggera speziatura di frutta secca. Chiari sentori di macchia mediterranea.
Oltre a qualche centinaio di contadini-vignaioli che ancora producono vini per la propria tavola, esistono alcune aziende vinicole isolane. Le cantine Tanca Gioa e Du Bertin sono le più grandi e rinomate. Si tratta chiaramente di piccole cantine, con due stili di produzione diversi. Entrambe producono con vitigni autoctoni sia Vermentino che Carignano, vini simbolo dell’isola (leggi anche qui).

I loro vini sono, tuttavia molto diversi per lo stile di produzione, vale quindi sempre la pena di sperimentare assaggi ed abbinamenti. Il Carignano è infatti un vitigno che, se lavorato con rispetto, produce vini equilibrati ed eleganti.
Perfetto con piatti della tradizione carlofortina, il tonno, l’agnello con patate e carciofi, formaggi stagionati, primi piatti al pomodoro, ricche zuppe di pesce, e uova.
Non ci resta che riempire il nostro bicchiere, chiudere gli occhi e lasciarci cullare dai profumi e dai ricordi di questa piccola isola nel Mediterraneo.

Daniela Cassoni

Daniela Cassoni

Cittadina del mondo innamorata di Roma, del vino, della storia e delle arti. Sommelier e imprenditrice, ho fondato nel 2013 gourmetaly.com, prevedendo pionieristicamente il successo dell’enogastronomia turistica. A casa mia c’è sempre della musica di sottofondo, del buon vino ed un bel libro da leggere.

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