Un libro divertente e saggio al tempo stesso, Le minime di Malinconico di Diego De Silva, pubblicato da Einaudi pochi mesi fa.
Chi di noi non vorrebbe possedere un manuale efficace e tascabile da tirar fuori ogni qualvolta, a livello sentimentale, si trovi in un’impasse?
Sarebbe di massima utilità poterlo consultare e trovarvi una soluzione istantanea. Nell’attesa che qualcuno possa inventarlo veramente, facciamoci qualche risata e qualche opportuna riflessione insieme al signor Malinconico con le sue 85 pagine di massime. Anzi, siccome a pronunciarle è l’imbranato personaggio dell’avvocato Vincenzo Malinconico, possiamo chiamarle anche minime. Si tratta di “340 stilettate che compongono un esplosivo prontuario sentimentale”.
I lettori affezionati di De Silva sanno che Vincenzo Malinconico non cessa di elargire consigli non richiesti da ben cinque romanzi e quattordici anni.
Ce lo potremmo trovare alle spalle ogni volta che la vita ci mette “a sedere”. Perché le minime di Malinconico si adattano all’esistenza di ognuno di noi.
Malinconico, avvocato d’insuccesso
Questo avvocato d’insuccesso ha scalato le classifiche di vendita delle librerie e ora, con questa breve raccolta di intuizioni e aforismi, si prepara di nuovo ad occupare un posto privilegiato nel cuore di noi lettori.
Il suo punto di forza è la capacità di raccontare il mondo di tutti con uno sguardo ironico e, a tratti, perfino surreale. Quando la vita ci prende a pesci in faccia in modo imprevisto e dispettoso, invece di disperarci sarebbe meglio poterci almeno ridere sopra.
Così ci identifichiamo volentieri nell’avvocato Vincenzo Malinconico, in perenne difficoltà sia sul piano professionale che su quello sentimentale. Insicuro e umile, ci intenerisce e ci consola, in una strana epoca in cui la maggior parte della gente par che si senta in dovere di dimostrare di essere e di avere di più degli altri.
Ecco perché Vincenzo Malinconico è rassicurante: semi-disoccupato, semi-divorziato, semi-felice.
De Silva scrive che Malinconico rappresenta un modo per giocare col proprio io, per prendersi libertà che prima non aveva e per dar sfogo ad alcune sfaccettature del proprio carattere che non aveva mai espresso.
Le minime di Malinconico trattano tanti argomenti, ma il più ricorrente è l’amore.
Diego De Silva
Autore napoletano, classe 1964, Diego De Silva ha già dato alle stampe numerosi libri di successo tra i quali Certi Bambini nel 2001, che ottenne il premio Selezione Campiello e da cui fu tratto anche l’omonimo film. Quindi sono seguiti Non avevo capito niente nel 2007, Sono contrario alle emozioni nel 2011, Terapia di coppia per amanti nel 2015, dal quale è stato realizzato il film omonimo.
Infine Arrangiati Malinconico nel 2015 e Divorziare con stile nel 2017.
“L’amore è l’unica esperienza ad avere la dignità di vita. Nient’altro ti rivela, ti fa compiere delle scelte, ti degrada, ti promuove, ti squalifica, ti fa del male e ti avvicina alla felicità con la stessa importanza”.
Io aggiungerei, con lo stesso fondante orizzonte di senso.
L’avvocato Malinconico incarna il dolce amaro dell’esistenza umana e ci fa simpatia perché, quella di non prendersi sul serio e di specchiarsi con disincanto, è una dote assai rara.
Il nostro Malinconico è ironico senza mai rinunciare alla profondità.
“Dicono che la felicità si trova nelle piccole cose. Sapeste l’infelicità”.
“Accettarti per quello che sei è il contentino che ti dai quando non ti accettano gli altri”.
Facciamo i forti, quelli a cui non interessa cosa pensino gli altri, ma quando non riceviamo conferme, incassiamo il colpo e accusiamo la ferita ed è da lì che nasce lo sforzo di accettarci per come siamo. Cerchiamo di amarci da soli quando l’amore che riceviamo non è abbastanza.
“Una giornata di sole ti ricorda che la vita è bella. E questo pensiero ha qualcosa di triste”.
Il sole brillante che in certi giorni ci riscalda dentro e fuori e ci rallegra, ci infila la pulce nell’orecchio circa il fatto che, inesorabile, arriverà un giorno in cui non potremo vederlo più perché, come ci ha insegnato Martin Heidegger, l’unica possibilità che non può non avverarsi è quella della nostra morte.
L’angoscia di morte è un’idea dalla quale non si deve fuggire, anzi, bisogna affrontarla e se ci riusciamo diventa saggezza.
L’amore è una malattia della dignità
“All’amore, io, non ho mai chiesto di salvarmi la vita. mi bastava che ci fosse, anche quando era sgangherato e ridicolo non l’ho mai lasciato andare”.
“L’amore è questa cosa qui, facile facile: rendere felice chi ami. Dire sì, vaffanculo. Dire qualche stronzissimo sì, anche se non del tutto convinto, per il piacere di vedere sorridere chi ami, rimettendoci quel poco che ci rimetti senza pentimenti e senza rinfacci”.
Eh già, perché, se hai recriminazioni da fare, se sei pentito di quella relazione, se covi sentimenti di vendetta, quello, signori miei, non era amore! Ma non è neanche detto che se non dura per sempre significhi che non sia vero. Cionondimeno, a volte lasciarsi è tutto ciò che resta da fare:
“L’irreparabile può dare gran sollievo, se lo guardi da un’altra prospettiva”.