Le migliori e le peggiori serie del 2021

Stretti in un’atmosfera tuttora irreale, con un vocabolario ridotto ai minimi termini – green pass, terza dose, no vax – vicini o ancora distanti dall’ipotetica luce in fondo al tunnel, circospetti ed eternamente mascherinati, l’ancora per moltissimi è ancora un altrove telefilmico che finge un tempo parallelo alla nostra distopica realtà, dove la vita continua ad accadere senza limiti e restrizioni, riprodotta all’infinito per darci sollievo e dimenticare, almeno per un po’. Ecco dunque alcune delle migliori e peggiori serie tv che abbiamo visto nel 2021.

Paris Police 1900. Le migliori e le peggiori serie del 2021. Cronache Letterarie
Paris Police 1900

Stefano Piani, sceneggiatore di serie tv

Paris Police 1900 (Sky Atlantic) Nel 1899, a Rennes, sta per iniziare un nuovo processo ad Alfred Dreyfus e la Francia è sul punto di esplodere, presa in mezzo tra le leghe nazionaliste e antisemite e la minaccia anarchica.
Nella Senna, dentro una valigia, viene rinvenuto il corpo di una sconosciuta fatta a pezzi. Ad aiutare un giovane ispettore in un’indagine di quelle che possono rovinare la carriera, due donne: la prima avvocatessa di Francia, la seconda una cortigiana diventata spia.
La Belle Epoque, se mi si permette il gioco di parole, non è mai stata così brutta. Visivamente straordinaria – non ha niente da invidiare a The Knick o L’alienista – scritta e recitata benissimo, priva di sbavature, la serie di Canal + è, per quanto mi riguarda, la più grande sorpresa televisiva di questo 2021.

Sanpa – Luci e tenebre di San Patrignano (Netflix) Non una fiction, ma un lungo documentario in 5 puntate.
La serie, prodotta e sviluppata da Gianluca Neri, scritta da Carlo GabardiniGianluca Neri e Paolo Bernardelli, è splendida e ha la rara capacità di sollecitare riflessioni importanti senza però fornire risposte. O prendere posizione.
La trasformazione di un uomo, Vincenzo Muccioli da folle visionario a pragmatico politico, disposto a tutto pur di salvare la sua “creatura” – non i suoi ragazzi, ma la struttura che ha creato – è resa attraverso un gran numero di testimonianze che sorprendono anche chi come me, conosceva già a fondo l’argomento.

Sanpa. Le migliori e le peggiori serie del 2021
Sanpa

Bridgerton (Netflix) Se per scegliere le due serie migliori del 2021 ci ho messo un po’, sulla peggiore non ho avuto dubbi. Due parti di Gossip Girl, un po’ di Jane Austen, un po’ di fratelli Grimm, ma senza la loro ferocia. E poi, ancora: politicamente corretto in abbondanza, ma solo riguardo al razzismo perché se avessero usato lo stesso metro anche per sessismo, non sarebbe rimasto più nulla.
Indisponente, fastidiosa perfino nella scelta degli attori, cheap, falsa e furba, l’ho retta per due puntate e poi non ce l’ho fatta più.
Ogni volta che Shonda Rhymes, l’autrice, cita a proposito di questa roba, Jane Austen, in una libreria o biblioteca del mondo, un libro della scrittrice inglese prende fuoco per autocombustione.  Sappiatelo!

Mignight Mass. Le migliori e le peggiori serie del 2021

Alfonso Cometti, produttore di serie tv

Per quest’anno nomino due serie a tematica religiosa: la terza stagione di Shtisel e Midnight Mass (entrambe su Netflix). I personaggi di Shtisel, appartenenti alla comunità ebraica ultraconservatrice, sono i più distanti dalla mia cultura, eppure in assoluto i più “veri” di tutti. Se li dovessi incontrare per strada, li saluterei come dei vecchi amici.
Midnight Mass è, all’opposto, un gioco gotico in cui il prete protagonista prende alla lettera la frase “il sangue di Cristo”. È dai tempi del capolavoro Leftovers che non veniva descritta così bene la pazzia di un’intera comunità.

La serie più deludente è la terza di Master of None (Netflix), una commedia “alla Woody Allen” diventata improvvisamente lentissima e con personaggi talmente intellettuali e antipatici che se li incontrassi per strada cercherei di tirarli sotto in macchina.

Paris Police 1900

Francesco Patierno, regista

Il 2021 è stato un anno discreto in rapporto agli anni magici. Ci sono state almeno 4/5 perle, ma la serie che mi ha lasciato un profondo sentimento di ammirazione è sicuramente Paris Police 1900 (Sky Atlantic) Un crime francese, ambientato a Parigi nel 1899, tra la fine della Belle Époque e la crisi della Terza Repubblica, con l’affare Dreyfus a fare da sottofondo.
Paris Police non racconta niente di nuovo, ma dietro questo lavoro c’è una grande idea di cinema che avvolge tutto ciò che si vede e lascia intuire anche quello che non si manifesta ai nostri occhi.
Non anticipo nulla, ma (tra le tante) c’è una scena in una delle prime puntate che turba e ammalia, e ti fa capire come, in mani esperte, l’irraccontabile è raccontabile.

Dettagli, scelta degli attori, recitazione, regia, fotografia… ogni elemento che compone quest’opera grandiosa, divisa in 8 puntate, è un piacere per la vista e per la mente. Sembra di assistere a un lungo film in costume che ti trasporta lì dentro e ti fa sentire fisicamente odori e umori di un’epoca incerta e per molti versi terrificante. L’intreccio narrativo, anzi l’intrigo, è ben congegnato, ma sono i personaggi a fare la storia. Ognuno di loro, attraverso una messa in scena curata all’estremo ma mai virtuosa, ti intrattiene e ti informa su qualcosa che è avvenuto veramente. Sei lì con loro in un viaggio nel tempo che è specchio di tante cose del presente.
Il Guardian l’ha definita “Un elegante e volgare noir parigino. Una miscela promettente di alto intrigo e bassa astuzia”.
Sarà, ma scusate se è poco di questi tempi.

Maid. Le migliori e le peggiori serie del 2021
Maid

Gianna Angelini, semiologa

Come La regina degli scacchi, anche Maid (Netflix, 2021) è una serie televisiva resa speciale dall’interpretazione della sua protagonista, che sicuramente continuerà a far parlare di sé. Margaret Qualley, figlia di Andie McDowell, recita nella serie la parte di Alex, madre bipolare di una bimba di tre anni che è intenzionata a proteggere a tutti costi da un padre alcolizzato e violento. Priva di lavoro, di indipendenza economica e con una famiglia molto problematica alle spalle, Alex attua il suo riscatto individuale lentamente ma in modo pragmatico ed eludendo ogni compiacimento, volano di una potenziale facile retorica. Il personaggio è molto potente, l’attrice molto convincente. La serie secondo me, merita molta attenzione.

Succession. Cast
Il cast di Succession

Succession (Sky Atlantic) è una serie HBO che parla delle spietate dinamiche che investono i detentori del potere, mettendo al centro della narrazione una guerra famigliare all’ultimo sangue. Già le prime due stagioni, che avevano fruttato molti premi prestigiosi ai suoi autori, ci avevano convinto tantissimo. Narrazione di altissimo livello, scrittura senza nessuna sbavatura, cast eccezionale, ritmo serrato e colpi di scena al momento giusto. La terza stagione alza la posta, e non sbaglia. La guerra interna raggiunge i suoi massimi livelli e si trasforma nella rincorsa a trovare la strategia migliore per far fuori tutti gli altri. La quarta stagione è già in cantiere. E io già l’aspetto con ansia.

La peggiore è Freud (Netflix, 2020) Una serie che avrei voluto vedere già l’anno scorso, ma che poi ho scoperto che forse era meglio non iniziare affatto. Concentra il suo racconto sulla storia del giovane Freud che sappiamo tutti essere stato uomo geniale ma anche cocainomane. Questa idea aveva alimentato in me non poche aspettative. Ma la scrittura non è stata sicuramente alla loro altezza. Il personaggio abbandona ben presto l’aderenza alla realtà per immergersi in circostanze mai avvenute e prendendosi fin troppe libertà. La serie diventa invenzione in senso quasi assoluto, una fiction per la quale non si capisce bene se Freud sia il titolo più azzeccato. Come finisce? Non saprei. Personalmente ritengo che sia una di quelle che è stato giusto abbandonare.

Aranyak
Aranyak

Marco Melillo, editore

Siamo in un atipico villaggio indiano, una località turistica montana che si trova ai piedi di una montagna innevata ai confini di una foresta. Un giorno scompare una ragazza francese che poco dopo viene ritrovata impiccata nel bosco. Il delitto ricorda una serie di crimini avvenuti 19 anni prima, quando furono uccise nove ragazze. I locali attribuiscono subito gli omicidi a un fantomatico uomo-leopardo. Il capo della polizia Kasturi, che pur essendo una donna prende a schiaffi tutti i testimoni, viene affiancato da un poliziotto di città, rispettoso dei regolamenti. Tutto gira intorno a tre figure fondamentali, il maragià, la governatrice e il prefetto. Ognuno dei tre con qualcosa da nascondere. In mezzo alle bellissime foreste ai confini con il Nepal, Aranyak (Netflix) è un insolito e appassionante thriller.

Presentato da Amazon Prime Video come la risposta a Il trono di spade, in realtà La ruota del tempo è un frullato di fantasy senza nessun colpo di genio, che neanche la partecipazione di Rosamund Pike riesce a sollevare. Il mondo immaginario in cui si dipana la storia è poco misterioso e molto confuso. Bocciato!

Trese
Trese

Trese (Netflix) è un’anime zombie thriller filippino, ottimo per chi ama le creature della notte come me (leggi anche qui). La serie si ispira alla mitologia filippina ed è l’adattamento di un manga. Al calar delle tenebre la città di Manila si anima di esseri mostruosi che vengono dal sottosuolo. Toccherà ad alla giovane Alexandra Trese, discendente da una famiglia che è sempre stata il ponte tra l’umanità e il soprannaturale, trovare il modo di farli convivere.

Omicidio a Easttown

Angelo Salvatori, libraio

Omicidio a Easttown (Sky Atlantic) è quanto di più classico si possa trovare sul mercato. Una cittadina, un omicidio, un’indagine. Spirito guida un’acciaccata, spigolosissima detective che si barcamena tra famiglia e professione. Segreti e piste false, discussioni e possibili nuovi amori, gli ingredienti ci sono tutti, visti e rivisti, ma se il centro è una Kate Winslet in stato di grazia, allora ecco le cose farsi immediatamente interessanti. Gran ritratto di donna e di una comunità periferica con le sue abitudini e i suoi segreti (leggi qui la nostra recensione).

The Nevers

Altri ritratti di donne emergono magicamente da The Nevers (Sky Atlantic), manifestandosi nell’eterna Londra cinematografica e letteraria di fine Ottocento. Qualcosa accade e all’improvviso molte di loro, ma non solo, si trovano con un dono inaspettato che l’establishment politico vuole reprimere. Discorso metaforico sulle potenzialità femminili e la lotta per il loro riconoscimento reso suggestivo dalle invenzioni e dallo spirito del plot. L’arrivo del Me Too è nell’aria, ma impalpabile, elegante.

Non è affatto, elegante, invece, il Me Too evocato in Unbelievable (Netflix), ancora un’indagine su un violentatore seriale attraverso gli anni, condotta in team da una coppia di poliziotte. Spesso la serie si riduce a un eccessivo sottolineare la sapienza femminile di comprendere, di indagare, di trovare la verità, di rapportarsi alla vittima in contrapposizione ai limiti dei colleghi e collaboratori maschi. Niente di male se il messaggio non fosse appunto sbattuto in primo piano costantemente. Alla fine salta agli occhi soltanto la tesi. Sono uno spettatore navigato, non ho bisogno di essere educato.

Sex Education. Cronache Letterarie
Sex Education

Tiziana Zita, story editor

Straordinaria serie inglese, Sex Education (Netflix) è arrivata ad una scoppiettante e bellissima terza stagione. Si svolge in un liceo in cui gli alunni sono alle prese con infiniti dubbi legati al sesso. Dubbi e turbamenti che non sono in grado di sciogliere perché non sanno con chi parlarne. Così due di loro, Otis, figlio di una sessuologa, e Moeve, che vive in una roulotte ed è figlia di una tossicodipendente, improvvisano delle sedute in cui dispensano consigli sessuali a pagamento in un edificio diroccato adiacente alla scuola. La serie è adatta a tutti, non solo agli adolescenti. Perché l’adolescenza non è il solo periodo in cui si hanno dubbi sessuali, quanto l’unico in cui si ammette di averli. Pur toccando temi drammatici è molto divertente e ha degli attori grandiosi: per forza, è inglese!

So che sono fuori tempo massimo per The Big Bang Theory (Netflix), sitcom nata nel 2007 e finita nel 2019 dopo ben 12 stagioni. Eppure io la sto vedendo, o rivedendo, e la trovo esilarante. Veramente mi fanno tanto ridere quei quattro giovani scienziati eccentrici – per non dire disadattati – che passano il tempo a leggere fumetti, fare giochi di ruolo, guardando film di supereroi. Per fortuna che c’è Penny, la vicina di pianerottolo che fa la cameriera e sogna di diventare un’attrice. Penny non potrebbe essere più diversa da loro e questo crea un delizioso contrasto. Anche la sigla è bellissima. Sono arrivata alla quinta stagione e non perde un colpo. Forse sotto sotto ho un’anima nerd?

Itaewon Class
Itaewon Class

Ho passato due anni a guardare serie coreane. Tra poco imparo la lingua. Fra i molti motivi per cui mi piacciono, c’è quello etico che in queste serie (Squid Game inclusa), è molto forte. Cito solo Itaewon Class, ma su Netflix c’è l’imbarazzo della scelta di k-drama.
La gente nelle serie coreane si sforza di essere migliore e di comportarsi bene. L’impegno, la dedizione, la fatica, l’abilità alla fine pagano. Tutto è complicatissimo ma i loro personaggi sono dotati di grande determinazione, hanno molto rispetto per gli altri e per i loro ruoli. Nella nostra società livellata, in cui si fa a gara nella ricerca di una inutile e noiosa trasgressione, un mondo che tende al meglio pur con tutte le sue contraddizioni, dà un certo sollievo. Proprio come un tempo succedeva nei film occidentali. Perciò kummaoio, ovvero grazie!

Qui trovi anche le migliori e le peggiori serie del 2020
e le migliori e peggiori del 2022

Tiziana Zita

Tiziana Zita

Se prendessi tutte le parole che ho scritto e le mettessi in fila l'una dopo l'altra, avrei fatto il giro del mondo.

3 commenti

    • Ciao, io tifo per ‘ The big bang theory ‘.
      Mi fanno passare momenti pazzeschi di spensieratezza, e colpi di scena da vedere in varie opportunità. Intelligente, particolare, unica. Da non perdere !
      Le altre? Alcune non le ho viste, altre non ho voluto vedere.

  1. Hai ragione Roberto, c’era un errore. Il titolo corretto è Midnight Mass (la Messa di mezzanotte) come si vede nella foto… Evidentemente c’è stata un’influenza shakespeariana… 🙂

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.