Crimini di prima classe, titolo originale Crime De Luxe, è il primo romanzo di Elizabeth Gill pubblicato in Italia a novant’anni dalla sua apparizione. L’autrice inglese scrive romanzi mystery che hanno come protagonista il detective dilettante, nonché pittore per professione, Benvenuto Brown.
Chi era Elizabeth Gill?
Il suo nome all’anagrafe era Elizabeth Joyce Copping: nacque nel 1901 in una famiglia di intellettuali e artisti inglesi (il padre è ricordato soprattutto come illustratore di una celebre edizione popolare della Bibbia) e doveva essere una donna piuttosto libera e indipendente.
Giovanissima, sposò un archeologo, Kenneth de Burgh Codrington, che in seguito avrebbe avuto una carriera accademica molto brillante. Ma dopo sei anni divorziò da lui per sposare un pittore, Colin Unwin Gill, ancora oggi famoso per i suoi quadri sulla Grande Guerra, della quale era un reduce. Sembra che anche questo matrimonio non fosse destinato a durare per sempre, visto che è noto almeno un amante di Elizabeth, ma il destino decise diversamente.
Il primo mystery è del 1929
Nel 1929, dopo aver vissuto insieme a Gill in una comunità di artisti nel Sud della Francia, Elizabeth scrisse un romanzo mystery che in parte si svolge proprio nell’ambiente degli artisti inglesi in Francia, The Crime Coast, nel quale fece la sua comparsa un detective dilettante di talento, anche lui pittore per professione, Benvenuto Brown.
Pubblicato nel 1931, il libro ebbe un buon successo, sia di pubblico sia di critica. Seguendo il costume del tempo, fu firmato con il nome da sposata, Elizabeth Gill.
Il secondo romanzo, uscito nel 1932, si intitolò What Dread Hand? e ripropose la figura di Benvenuto Brown, replicando il successo del primo.
Il terzo romanzo, Crime de Luxe, uscito nel 1933, sempre con Benvenuto Brown, fu giudicato dai critici il migliore tra quelli firmati da Elizabeth Gill.
Non sappiamo se Elizabeth Gill avesse cominciato una quarta opera. Nel 1934, l’autrice dovette sottoporsi a un intervento chirurgico. Nessuna biografia disponibile scende nel dettaglio, per cui non sappiamo quanto le sue condizioni fossero gravi. Tutto ciò che sappiamo è che, purtroppo, Elizabeth non sopravvisse all’intervento. Doveva ancora compiere trentatré anni.
Crimini di prima classe
il primo romanzo pubblicato in Italia
In Italia, Elizabeth Gill è rimasta una illustre sconosciuta per quasi novant’anni. Solo oggi, nel 2021, un suo romanzo è stato tradotto nel nostro Paese. Si tratta di Crime de Luxe, presentato da Le Assassine con il titolo Crimini di prima classe.
In questo romanzo, la scrittrice mette a frutto la sua conoscenza dell’ambiente dei transatlantici, maturata in alcune traversate compiute personalmente. Rispetto ai due che lo hanno preceduto, presenta una novità stilistica significativa: sia in The Crime Coast sia in What Dread Hand?, la vicenda era narrata in prima persona da un personaggio secondario. Stavolta, il racconto è presentato in terza persona ma dal punto di vista di Benvenuto Brown.
Il teatro della storia è il piroscafo Atalanta, su cui sono imbarcati un gran numero di emigranti e turisti, lungo la tratta Southampton-New York. Il viaggio è destinato a durare cinque giorni e i passeggeri di prima classe dispongono di ogni tipo di comfort immaginabile.
Già nel treno che lo conduce al porto, Benvenuto Brown si imbatte in un’anziana coppia solo apparentemente convenzionale, i coniugi Pindlebury di Leicester.
A viaggio iniziato, anche grazie a loro che sono molto informati su tutti i pettegolezzi, conoscerà anche altri passeggeri. La giovane vedova Ann Stewart, il goffo inventore Leonard Gowling, lo stravagante filantropo Roger Morton-Blount, lo sgradevole Lord Stoke e la sua giovanissima moglie che fa il filo all’attore cinematografico Rutland King. Infine la misteriosa signora Smith, una donnicciola di mezza età che veste secondo una moda molto superata e ha sempre un’aria afflitta e funerea.
Non devono mancare alla signora Smith le ragioni per essere triste, dato che già durante la serata del primo giorno di navigazione, appena la nave prende il largo, cade in mare da una murata senza che vi siano testimoni ad assistere alla scena. E, anche se l’equipaggio la soccorre e la ripesca prontamente, quando viene riportata a bordo è già morta annegata.
Sebbene quel poco che si sa di lei porti a pensare che possa essersi uccisa volontariamente, il comandante Beckworth vuole essere sicuro che le cose siano andate proprio così e incarica il detective ufficiale della nave, l’ex poliziotto Markham, di scoprire se vi sono ulteriori retroscena. Tuttavia, i due, appena Brown si presenta da loro, lo riconoscono come un ingegnoso detective dilettante e lo cooptano nelle indagini.
Un po’ facendo le domande giuste, ma soprattutto assistendo a ciò che avviene di volta in volta tra i passeggeri della prima classe, Brown si rende conto che la signora Smith potrebbe essere stata legata a diversi tra loro. Questi, tra l’altro, sono quasi tutti sprovvisti di alibi inattaccabili per il momento in cui la donna è caduta in acqua.
A questo, bisogna aggiungere che esistono motivi di pesante conflitto personale tra alcuni passeggeri, dovuti al comportamento scorretto di uno di loro in una faccenda che vede al centro un’invenzione dalle grandi potenzialità dalla quale è partita una sequela di ricatti e pesanti minacce.
Le circostanze di quest’altra vicenda devono per forza essere legate alla scoperta di un altro delitto che avviene il terzo giorno. E stavolta non c’è il minimo dubbio che si tratti di un omicidio.
Per sapere se e come i due delitti siano connessi, bisogna però leggere il resto del libro, senza che io mi metta a fare spoiler.
Scrive come gli autori di mystery inglesi del suo tempo
Elizabeth Gill scrive come gli autori di mystery inglesi del suo tempo, ma forse con una leggerezza di tono che la rende più piacevole agli occhi del lettore moderno. Le psicologie dei personaggi, come avviene sempre nel mystery, sono soprattutto funzionali alle esigenze del racconto, ma coerenti e non banali.
La soluzione del mistero non è né facilissima né difficilissima, ma sicuramente è proposta in modo ingegnoso.
Non avendo il termine di paragone dei due romanzi precedenti, non possiamo sapere se l’autrice stesse evolvendo una propria cifra stilistica, tale da poter diventare una stella di prima grandezza del mystery classico. Ma possiamo affermare con certezza, e anche con grande rimpianto, che come scrittrice non era affatto male. Speriamo, anzi, di avere la possibilità di leggere quanto prima anche gli altri due suoi romanzi.