I Mari del Sud di Manuel Vázquez Montalbán

I mari del Sud di Manuel Vázquez Montalbán è un giallo che ci porta in Spagna, a Barcellona, nel 1979. La città sta attraversando un periodo politico particolare, all’alba delle elezioni della prima legislatura post-franchista. Lo scontro politico-sociale, la subdola mano della cultura capitalista e quella temuta del comunismo, si leggono sui muri e nei dialoghi popolari. In questo clima l’investigatore Pepe Carvalho è chiamato a risolvere l’enigma di un delitto.

Uno strano caso per Pepe Carvalho

I mari del sud. Cronache Letterarie

In stile hitchcockiano, I mari del Sud di Manuel Vázquez Montalbán, si apre con un crimine che conduce ad un’altra storia. Un inseguimento di macchine tra un balordo e la polizia, che dalle Ramblas finirà in un sobborgo di Barcellona. Il ladro di auto cercherà di beffare le forze dell’ordine rifugiandosi in un cantiere abbandonato.
Ma non sarà quello l’enigma da risolvere, quanto la scoperta del cadavere del miliardario Carlos Stuart Pedrell, scomparso tempo prima e rinvenuto proprio grazie al ladruncolo.
L’investigatore Pepe Carvalho irrompe sulla scena in stato di ubriachezza. Si tratta di una condizione quasi quotidiana per il protagonista che vive uno stato di ebbrezza regolata che utilizza quasi scientificamente come unico mezzo per sopportare le brutture del genere umano.
Ingaggiato dalla vedova del defunto per risolvere la dinamica dello strano caso, Carvalho viene in contatto con una serie di personaggi, di varia natura, cultura ed estrazione sociale. Esplora così la compagine sociale catalana nella quale non sembra salvarsi eticamente nessuno.

Da dove partire per la risoluzione del giallo?

Naturalmente, l’investigatore inizia a scandagliare lo stile di vita e i rapporti sociali della vittima. L’uomo che tutti credevano scomparso volontariamente, probabilmente fuggito nei mari del Sud è un personaggio eccentrico, ricchissimo, verso il quale Pepe Carvalho, come tutta la sua rete di conoscenze, stentano a sentire una qualsiasi forma di compassione.
Forse perché è schifosamente ricco, forse perché palesemente invischiato nella creazione di quelle speculazioni edilizie e finanziare che sbattono in faccia a chiunque la differenza di classe. Stuart Pedrell sembra essere un imprenditore borghese pentito, individualista e narcisista, che cerca il suo riscatto e invece trova la morte.

Camilleri e Vazquez Montalbán nel 2000. Camilleri era un estimatore di Carvalho e ha chiamato il suo protagonista “Montalbano” in onore di Vazquez Montalbán.

Un uomo di cui, a quanto pare, nessuno sentirà la mancanza. Eppure, si tratta una persona attraente, amante dell’arte e della letteratura. Estimatore di Gauguin, con il quale condivideva la voglia di fuggire verso terre lontane, della musica dei Pink Floyd come della lirica, tormentato dai versi di poeti italiani e americani.
La fascinazione della poesia, l’illusione che l’arte e la narrativa generano nella mente umana, fungono sia da causa che da risoluzione di questo giallo intricato.
Sarà infatti uno stralcio di poesia lasciato dalla vittima ad indicare la via a Carvalho che, come un segugio, corroborato da una esagerata quantità di alcol e dall’aiuto dei suoi bizzarri amici, riuscirà ad individuare la pista da seguire.

I mari del Sud di Manuel Vázquez Montalbán
Paul Gauguin, Racconti barbari, 1902

Cosa e dove sono i mari del Sud?

I mari del Sud sembrano essere l’ossessione del mondo capitalista, una sorta di paradiso perduto in cui cercare la propria, vera, dimensione. Il ricco imprenditore era dunque alla ricerca di una vita in cui si potesse leggere e viaggiare verso sud, come Hemingway, ingannando il freddo, la vecchiaia e la morte. Speranzoso che questo sud immaginato non lo deludesse come quello dal quale fuggiva.
Non è sufficiente, quindi il benessere economico per essere vincenti. Ecco che I mari del Sud di Manuel Vázquez Montalbán si trasforma da giallo, in un discorso psicologico, culturale e sociopolitico.
Indagando sul delitto, l’investigatore arriverà alla conclusione che l’innocenza come la felicità siano condizioni impossibili per l’essere umano.

Un investigatore unico e raro

Manuel Vázquez Montalbán, poeta e romanziere spagnolo, disincantato e acuto, ha dato vita a Carvalho che sembra un po’ la versione iberica di Maigret, ma senza pipa e più incline ad altro tipo di vizi. Carvalho non è di certo uno stinco di santo, tuttavia non possiamo non parteggiare per lui. Quarantenne, intrattiene una relazione amorosa con Charo, una prostituta che considera la sua compagna, Carvalho è un duro che si affeziona allo sguardo di una cagnetta di nome Bietola e che ha come amici ed aiutanti personaggi di curiosa umanità. Lui è irriverente, disincantato, cinico e utilizza sacrilegamente i libri della sua biblioteca per accendere il camino (dopo averli letti tutti però).
Cede agli istinti animaleschi dell’attrazione verso le lolite, verso le donne in generale possiamo dire, come ai piaceri della buona tavola. Pepe non si fa mancare nulla, si tratta di un antieroe e, forse, proprio per questo ci piace.

Carvalho e il rapporto con il vino

Più che un rapporto si tratta di una vera e propria osmosi. L’investigatore è conoscitore e grande amante del vino, soprattutto di quello bianco. Non termina giornata, e forse poche ne inizia, senza un bicchiere in mano. Più che citarlo, l’alcol scorre a fiumi nel romanzo, dal Blanc des Blanc Marques de Monistrol, al Marc de Champagne. Dal Rosso di Pèñafiel, Berberana gran riserva, se ne citano tantissimi, insieme a piatti della tradizione iberica.

“Se non può essere Chablis che sia almeno un l’Albariño de Fefiñanes”.

I mari del Sud di Manuel Vázquez Montalbán. Albariño de Fefiñanes

Carvalho ama il vino bianco, che sembra essere la panacea di tutti i mali. Tuttavia, non disdegna i rossi, ma neanche i dolci e i vini liquorosi. Scopriamo dunque l’Albariño de Fefiñanes, “un vino bastardo che è la fine del mondo”, l’unico che può competere con il vino francese di Borgogna.
L’uva utilizzata per produrlo cresce nei vigneti di Cambados, in Galizia nel nord ovest della Spagna.
Non siamo lontani da Santiago de Compostela, nella regione del Rías Baixas, che in spagnolo significa “fiordi bassi”. Le vecchie viti centenarie protette da muretti bassi in pietra a secco, crescono su suoli granitici, sferzati dai venti marittimi atlantici.

Questo vino offre sentori di mela verde e agrumi e melone, seguite da sentori di erbe aromatiche e camomilla. Al gusto è sapido e molto fresco con un finale molto lungo e persistente.
Per l’abbinamento con il cibo è lo stesso Montalbán a fornirci una lista di piatti della cucina galiziana, che si sposano perfettamente con questo vino. Tapas, frutti di mare e pulpo alla gallega, paella alla valenziana. Tuttavia io lo abbinerei anche ai piatti della tradizione italiana.
Spesso il genere umano, nella realtà come nella letteratura, ci offre spettacoli non edificanti, e sembra essere senza speranza. Chissà se anche a voi, come a Carvalho, un bicchiere di vino e del buon cibo può offrire attimi di piacere e consolazione.

Daniela Cassoni

Daniela Cassoni

Cittadina del mondo innamorata di Roma, del vino, della storia e delle arti. Sommelier e imprenditrice, ho fondato nel 2013 gourmetaly.com, prevedendo pionieristicamente il successo dell’enogastronomia turistica. A casa mia c’è sempre della musica di sottofondo, del buon vino ed un bel libro da leggere.

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