“Tutto come ieri” di Paolacci e Ronco

Tutto come ieri. Un’indagine di Paolo Nigra a Genova

Genova. Santa Maria di Castello
Genova. Chiesa di Santa Maria di Castello

Una mattina come tante,
in una calda giornata di inizio estate,
in una delle tante piazzette della Genova storica in cui è più facile trovare capannelli di stranieri che di italiani,
a un passo dalla stazione Principe,
arriva una macchina a tutta velocità.
Qualcuno a bordo spara dei colpi di pistola verso i primi uomini a portata di tiro,
due vengono feriti seriamente,
anche se sopravviveranno.

Sembra l’inizio di quella che è già destinata a diventare una brutta storia, ma c’è di peggio, nel senso che un bel po’ di gente, tutto sommato, giustifica l’atto o si guarda bene dal condannarlo. Anzi, un personaggio emergente della politica locale, un tipo quanto meno equivoco, tale Lorenzo Modesti, astro nascente del partito Corrente Sociale, si fionda immediatamente sul posto. Vuole lucrare un po’ di facile consenso sulla reazione emotiva della gente “esasperata” dai problemi che gli immigrati delinquenti producono.

Ad occuparsi delle indagini sono la Mobile e la Digos, ma non tutti sembrano impegnarsi con la stessa determinazione. In mezzo ai poliziotti non manca gente che simpatizza per Modesti e arriva ugualmente a giustificare la sparatoria. Tuttavia, la situazione si complica quando viene ritrovato in casa sua il cadavere di un tale che era stato subito identificato come appartenente al commando che ha sparato. A prima vista, si sarebbe ucciso a sua volta, subito dopo il fatto.

E, come se non bastasse, si è ucciso sparandosi con la stessa arma con cui sei anni prima è stata uccisa una donna. Un delitto per il quale non si è ancora trovato alcun colpevole.
I due fatti sono collegati tra loro? E perché l’uomo si è ucciso subito dopo la sparatoria?

Lo spunto: Macerata 2018

Antonio Paolacci e Paola Ronco, per scrivere Tutto come ieri, hanno preso spunto dall’episodio di Macerata del 3 febbraio 2018, in cui sei immigrati di colore vennero feriti dai colpi esplosi da Luca Traini, un estremista di destra. Però, una volta partito da una situazione simile, il romanzo si sviluppa per proprio conto, esclusivamente grazie all’invenzione narrativa degli autori.

Tutto come ieri appartiene alla serie di romanzi che vede quale protagonista Paolo Nigra (leggi anche qui), un funzionario della Mobile di Genova che sembra in tutto e per tutto un poliziotto in stile Qui squadra mobile, ma si distingue dalla quasi totalità degli investigatori televisivi e letterari per la caratteristica di essere dichiaratamente gay. Dichiaratamente, però, solo fino a un certo punto. Lo sanno i suoi colleghi, lo sanno i suoi amici, ma il resto del mondo non lo sa e non sembra ancora il caso di farglielo sapere. Perfino i familiari del suo compagno, l’attore televisivo Rocco Antonelli, vengono a sapere della loro relazione proprio nel corso di questo romanzo.

L’aspetto più suggestivo della serie di Paolacci e Ronco è proprio quello per cui Nigra, al di là del suo privato, è esattamente un poliziotto come tutti gli altri, anzi è proprio il tipico poliziotto che alle donne sembra un modello ben riuscito di fascino virile. In un film americano di qualche decennio fa, un personaggio del genere sarebbe stato interpretato da Clint Eastwood o addirittura da John Wayne.
E il bello è che questa caratterizzazione appare del tutto naturale, non forzata secondo qualche cliché politically correct, tanto fasullo da apparire caricaturale.

In Tutto come ieri, Nigra scende in campo a indagine già avanzata. All’inizio si trova infatti in convalescenza per una ferita subita in servizio e ne sta approfittando appunto per conoscere i familiari di Rocco. Non dovrebbe essere coinvolto, ma succede che il cold case riemerso con la pistola che ha ucciso anche sei anni prima è stato di sua competenza e che la sua mancata risoluzione è una delusione che gli brucia ancora molto.

Nigra non ha un particolare talento ma…

Nigra non è un investigatore capace di deduzioni che sfuggirebbero ai comuni mortali, né ha un talento per la psicologia in grado di leggere tra le righe quando ascolta gli altri, e nemmeno è un detective che non teme nulla e rischia la vita come se ogni volta fosse una scommessa. Però è uno che, quando si tratta di valutare tutti gli elementi disponibili e tirare le somme, non si lascia fuorviare dai pregiudizi. È abbastanza paziente da mettersi a confrontare le testimonianze con le prove fino a trovare cosa nelle seconde può contraddire le prime. E, soprattutto, quando è il momento di metterci la faccia, ce la mette.

Genova. Paolacci e Ronco. Cronache Letterarie

In quest’occasione, si tratta di una situazione in cui indagare significa avventurarsi su un terreno minato perché tutte le piste conducono puntualmente dalle parti della figura di Modesti, un politico che già si pone contro di lui senza nemmeno essere al corrente dei dettagli della sua vita personale. Se li conoscesse sicuramente li utilizzerebbe per screditarlo.

Va detto però che Nigra non è un uomo solo contro tutti. Sarà la sua abilità di detective, sarà la sua lealtà verso gli amici, ma la vulnerabilità della sua condizione è protetta dall’impegno di tutti quelli che lavorano con lui. Ciò gli permette di fare il poliziotto, mestiere già abbastanza rischioso, senza essere costretto a guardarsi alle spalle in ogni momento.

Roberto Cocchis

Roberto Cocchis

Classe 1964, insegnante di liceo, autore di un piccolo successo editoriale (Il giardino sommerso, Lettere Animate, 2017) e di altre opere di narrativa, collaboratore di Cronache Letterarie e di Vanilla Magazine; amo i misteri e i gialli, sia quelli veri sia quelli inventati, con preferenza per quelli dimenticati e soprattutto quelli introvabili: vedi la mia rubrica su Cronache Letterarie.

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