“Una rantolante seccatura, una pernacchia sputacchiante, un vile susseguirsi di battute di cattivo gusto, altro non è la vita. Buffa? Forse. Ma anche crudele”.
Mi sono imbattuta nelle parole sopra citate, sfogliando a caso il libro Rosa shocking, preso da uno scaffale in una delle mie abitudinarie incursioni in libreria. Mi sono incuriosita e, così, ho deciso di portarmi a casa l’opera di Adam Levin, in seconda edizione italiana, per la collana Black Coffe Edizioni Clichy.
Levin insegna scrittura al Columbia College e vive a Chicago. Vincitore del Joyce Carol Oates Fiction Prize, è noto per il suo stile molto creativo e originale. Ci aveva già abituati col suo romanzo d’esordio The Instructions (non tradotto in italiano) ad una scrittura colorata ed eccessiva. Ecco cosa pensa di lui Jonathan Franzen:
“Rosa shocking mi ricorda il mio primo incontro con i cereali Froot Loops. Eccessivo e ferocemente colorato, è una lettura vivificante, calorica, l’equivalente letterario di una “botta di zuccheri”.
Rosa shocking è una raccolta di racconti la cui lettura risulta talmente “diretta” da metterci quasi a disagio perché ci costringe a rimettere in discussione cose che siamo abituati a dare per scontate.
“Adotta una bambina. Vai a insegnare all’asilo. Non preoccuparti dell’umanità. Ama gli uomini, caro ragazzo, prenditene cura. E lascia che sia l’umanità a risolvere i propri rompicapi. Sarai un uomo felice”.
Le parole di Adam Levin in questi brevi racconti mostrano i nostri goffi tentativi di sfruttare la fantasia e il linguaggio. I limiti del racconto breve vengono sfidati da Levin attraverso dieci storie:
Frankenwittgenstein
La fine dolceamara di Susan Falls
Quello sforzo in più
Il fringuello
Rapporti
Jane Tell
Rsvp
Una crepa nel muro
Lui
Rosa shocking
Dieci mondi abitati da delinquenti, inventori, imbranati, disadattati, romantici senza speranza, coppie scoppiate, omosessuali e storpi. Una spietata quanto surreale riflessione sulla nostra inabilità a comunicare, sul fallimento che si trasforma in senso di colpa, sull’amore che ci cambia in modo irreversibile.
Dietro le tende della quotidianità si cela il germe della follia
I racconti di Adam Levin sono di differente lunghezza, come di differente lunghezza e intensità sono le nostre giornate. Sono storie che descrivono vite diverse, ma accomunate dal desiderio di scovare, seppur faticosamente, un orizzonte di significato.
L’autore tratteggia le caratteristiche dei personaggi palesandone le ossessioni e i comportamenti, senza mai darci conto del luogo e del tempo in cui sono ambientate le storie.
Ci narra di uomini e donne che, dietro le tende della quotidianità, celano il germe della follia. È un maestro, Levin, nell’incidere con mano chirurgica i tagli che poi saranno le cicatrici che la società lascia sulla pelle di ognuno di noi.
Rosa shocking
Titolo originale Hot Pink, è una raccolta fatta di squarci su esistenze decisamente sui generis. Di solito gli inizi semplici tendono ad evolversi in trame surreali, in un crescendo di piccoli fatti che sembrano fortuiti, ma che poi avranno conseguenze terribili e deliranti. Come, ad esempio in Quello sforzo in più, dove l’origami a forma di cigno, che viene adagiato sulla sedia sbagliata, finirà per provocare ben due morti.
Di notevole impatto è Frankenwittgenstein, la storia che apre il libro nella quale un uomo cerca di progettare una bambola che, le adolescenti sofferenti di disturbi alimentari, possano utilizzare allo scopo di sublimare il loro problema.
La fine dolceamara di Susan Falls è il racconto della ragazza lesbica che ha perso le gambe in un incidente e che, ogni volta che ne parla con qualcuno, inventa una causa differente… fino a quando non si innamora.
Spiazzante, ironico, tragico, grottesco
Adam Levin non ci rivela mai apertamente qualcosa, ma ci obbliga a confrontarci con tante piccole e grandi verità che spesso non vediamo solo perché non vogliamo farlo. Penso che sia questo il valore del libro.
Il tono, nonostante il riflettore puntato sia sull’incomunicabilità umana e sulla tragedia della vita, rimane costantemente ironico, a volte scanzonato, mentre affronta l’esistenza in modo addirittura grottesco.
Rosa shocking è un libro pieno d’inventiva, anche spiazzante per la scelta dei narratori: sono infatti quasi sempre i protagonisti stessi a riferirci vicende e pensieri privati.
“Non voglio dire che non sia stato un bel regalo di compleanno per un padre da parte del suo unico figlio, ma semplicemente che non posso leggerlo più. Tutti quei termini! Non è neanche che non abbia senso perché ce l’ha. Finora il libro ha molto senso, anzi. Ma mi fa venire il mal di testa e mi fa sentire un po’ impotente, che immagino poi sia l’effetto che fa la maggior parte delle verità di questo mondo, no? Forse è così che capiamo che sono vere, perché ci feriscono?”
Si percepisce, ogni tanto, la voglia di Levin di stupire il lettore a tutti i costi e questo forza un poco la sua scrittura. Nel complesso, però, questa raccolta è altamente godibile e di grande efficacia narrativa.