Ogni storia ha due facce. Quindi qualcuno mente. Sempre.
Avevo voglia di un thriller, una bella storia che mi tenesse incollata alle pagine. Il fido algoritmo dell’e-reader mi ha consigliato il romanzo di Alice Feeney, La sua verità, da poco edito da NORD che ha soddisfatto in pieno le mie aspettative, tanto che andrò presto a recuperare gli altri titoli di questa ex giornalista della BBC.
A Blackdown… il più delizioso dei paesini inglesi
Blackdown, a un paio di ore di macchina da Londra, è noto sulle guide turistiche come “il più delizioso dei paesini inglesi”, con i suoi cottage vittoriani circondati dal bosco, nel quale viene ritrovato il cadavere di una donna. Le numerose ferite di arma da taglio e un braccialetto dell’amicizia arrotolato intorno alla lingua rendono subito chiaro che è stato un omicidio premeditato.
Anna Andrews è una giornalista della BBC, totalmente dedita al lavoro dopo che la sua vita privata è andata a rotoli a seguito di una tragedia. Dipendente dall’alcool, anche se in grado di nasconderlo, è appena stata retrocessa di ruolo e spedita, come inviata, a coprire questa notizia di cronaca. Anna è originaria di Blackdown, da dove è scappata a 16 anni e la vittima è una sua compagna di classe. L’omicidio non fa altro che scoperchiare il vaso di Pandora che lei aveva accuratamente tenuto sigillato per tutto questo tempo.
Jack Harper, il detective incaricato delle indagini, non solo è sorpreso dall’efferatezza dell’omicidio, tanto più considerando che a Blacktown non succede mai niente, ma si rende subito conto di essere in pericolo. Era con la vittima la notte prima, aveva una storia di sesso con lei, per di più Anna Andrews è la sua ex moglie, con la quale non si sono lasciati proprio benissimo, per usare un eufemismo.
Alice Feeney parte dalla premessa comune di ogni thriller: un omicidio da risolvere. Ma subito si discosta dalla narrazione classica perché la storia, con i suoi antefatti e il suo sviluppo, procede lungo binari paralleli. Non c’è un narratore esterno che ci guida nella soluzione del caso, bensì su ogni punto della trama abbiamo due punti di vista, raccontati in prima persona: quello di Anna e quello di Jack.
La sua verità: la versione di lui, la versione di lei
Il titolo, La sua verità, è quasi un ossimoro. Il libro è diviso in brevi capitoli, di massimo cinque pagine, tutti intitolati “la versione di lui” o “la versione di lei”. Il titolo originale è His & Hers. In tal modo l’autrice è bravissima a mantenere alta la tensione. Per tutto il tempo leggiamo le rispettive versioni con interesse, ma non ci fidiamo né di Anna, né di Jack, perché entrambi conoscevano la vittima. Entrambi hanno avuto con lei esperienze da non rendere pubbliche e possibilmente da dimenticare. Ma anche gli altri soggetti non ispirano particolare fiducia, a partire dalla giovane assistente alle indagini, che apparentemente ha una cotta per Jack. Per di più, ogni tanto, c’è un capitolo in cui il punto di vista raccontato, sempre in prima persona, è quello dell’assassino, rendendo il tutto ancora più ingarbugliato.
Viene dato molto spazio, quasi un terzo del libro, al contesto nel quale si muovono Anna e Jack, sia a Londra che a Blackdown. E a mano a mano che ci si addentra nella storia ci si trova in un bel caos perché al racconto dell’evoluzione delle indagini si aggiungono i flash back, soprattutto di Anna.
Il loro passato, a cui si aggiunge quello dell’assassino, diventa il fulcro dei due punti di vista quando la donna ritrova una foto, nascosta tra i ricordi della sua stanza da ragazza, a casa della madre. Ritrae cinque amiche abbracciate, il giorno del sedicesimo compleanno di Anna, mentre mostrano al braccio il braccialetto dell’amicizia trovato intorno alla lingua delle vittime. Sì, perché l’assassino non si ferma, altri delitti avvengono in un crescendo psicologico che non ti lascia tregua.
Il bello de La sua verità è che racconta, come nella realtà, che esistono sempre più versioni della stessa storia e, per quanto la verità sia solo una, non è per niente semplice individuarla. Alice Feeney ce ne racconta un po’, a spizzichi e bocconi, condita però da colpi di scena continui e da depistaggi che ci riportano al punto di partenza in un continuo circolo vizioso.
Devo dire che il finale mi ha colpita, come tutti i finali di thriller dovrebbero fare. Alice Feeney riesce fino alla fine a mantenere acceso l’interesse rispetto a tutti e tre i punti di vista. È sempre piacevole, per quanto mi riguarda, arrivare alla fine di un thriller, scoprire che ero completamente fuori pista e chiudere il libro con un “pensa te, che bella trovata!”
La ricetta
Resto in tema di “ingarbugliamenti” per raccontarvi di un dolce-non dolce, tipicamente inglese, perfetto per l’estate, l’ETON MESS.
Eton è il nome di uno dei più importanti college inglesi, dove per dire, studiano gli eredi al trono (e le loro future mogli) 😊
Pare che questo dolce sia stato inventato dagli studenti che, per non buttare le meringhe che venivano loro inviate da casa, le mescolassero con panna montata e frutta, principalmente fragole.
Vista la stagione, secondo me anche con le pesche o i lamponi viene stupendamente. Consiglio comunque di cercare una frutta un po’ acidina per fare da contrasto con le meringhe.
Eton Mess
250 gr di fragole, lamponi, pesche o quello che vi va
500 gr di panna liquida
100 gr di zucchero a velo
100 gr di meringhe
Sbriciolate grossolanamente le meringhe. Lavate e asciugate la frutta.
Montate la panna fino a che non sia corposa ma non troppo dura. Non bisogna arrivare ad averla solida come quando si usa per decorare, deve rimanere spumosa.
Mescolate con una spatola le meringhe sbriciolate e la frutta, poi unitele alla panna e lasciate in frigo per almeno un’ora.
Servite in coppette.