Il caso Agatha Christie

Agatha Christie. Il caso Agatha Christie. Cronache Letterarie

«Nel 1926 Agatha Christie sparì per undici giorni. Sono l’unica a conoscere la verità su questa scomparsa. Non sono Hercule Poirot. Sono l’amante di suo marito».

Il caso Agatha Christie è il romanzo di Nina De Gramont che prende spunto da questo avvenimento misterioso, realmente avvenuto nella vita della scrittrice, per costruire una storia con un intreccio mistery/storico degno della protagonista.

Un giorno di dicembre del 1926, dopo aver comunicato alla moglie Agatha la sua intenzione di divorziare per sposare la sua amante, il colonnello Archibald Christie parte per un weekend presso amici. Quella sera stessa dalla dimora di campagna, ribattezzata Styles dal primo caso di Hercule Poirot, la scrittrice svanisce nel nulla. La sua Morris Cowley viene ritrovata alle prime luci del mattino sul bordo di un dirupo. Sul sedile posteriore, la pelliccia, una valigia piena di abiti e la patente. L’ipotesi più plausibile è un gesto disperato, la signora aveva un forte esaurimento nervoso, si sussurra. Migliaia di uomini, tra poliziotti e volontari, cani, persino aeroplani: tutta l’Inghilterra si mobilita per cercarla.

Il caso Agatha Christie

Fin qui, la trama coincide con la realtà. La scrittrice era svanita nel nulla, a nulla valsero le ricerche a tappeto. Perfino Sir Arthur Conan Doyle coinvolse una medium per scoprire dove fosse finita. Conan Doyle all’epoca era già molto famoso al contrario di Agatha che, pur avendo già scritto qualcosa, non era ancora la regina dei gialli che abbiamo imparato ad amare.

Agatha Christie fu rintracciata presso lo Swan Hydropathic Hotes di Harrogate, nello Yorkshire, dove in effetti aveva lasciato scritto alla sua assistente che sarebbe andata. Nell’hotel si era registrata con il cognome dell’amante del marito.
Non ha mai raccontato cosa successe in quegli 11 giorni. Si trincerò sempre dietro un “non ricordo”, ma dopo quella sparizione cambiò vita. Divorziò dal marito, iniziò a viaggiare per il Medio Oriente, si sposò di nuovo con un archeologo più giovane di lei con il quale ebbe un lungo e felice matrimonio e, soprattutto, diventò per nostra fortuna la più prolifica scrittrice di gialli mai esistita.

Della camera dell’hotel di Istanbul dove scrisse uno dei sui gialli più famosi, Assassinio sull’Orient Express, e della sua sparizione ve ne ho già parlato qui

L’amante del marito che ha cercato di prendere il suo posto

Il Caso Agatha Christie però va molto oltre il fatto di cronaca vero e proprio. Il romanzo si muove su piani narrativi e temporali differenti, avendo come principale voce narrante quella di Nan O’Dea, l’amante del marito di Agatha Christie. Ovvero una ragazza più giovane di lei e di estrazione sociale più bassa, che ha cercato in tutti i modi di prendere il suo posto.

Orient Express
Orient Express

Nina De Gramont, attraverso la voce di Nan O’Dea, ci fa fare un viaggio nell’Irlanda puritana di fine Ottocento, dove una ragazza nubile che rimaneva incinta era una reietta della società e veniva, molto spesso, rinchiusa contro la sua volontà nelle cosiddette “Case Magdalene”. Qui doveva lavorare duramente senza alcun compenso, fino al parto, salvo poi essere privata del bambino che veniva dato (venduto) in adozione a famiglie benestanti. Vi consiglio di vedere, se non lo avete fatto quando uscì, The Magdalene Sisters, un film molto bello su questo argomento.

Ne Il caso Agatha Christie abbiamo una possibile ricostruzione degli 11 giorni per voce di Agatha che incontra nuovi amici e si libera delle costrizioni vittoriane in cui era stata cresciuta.
Poi c’è il racconto autobiografico di Nan O’ Dea che spiega perché è diventata la donna che è e l’investigazione del poliziotto che è alla ricerca di Agatha e si imbatte in una doppia morte nell’albergo dove alloggia Nan. Doppia morte che ben presto si rivela essere un duplice omicidio. Qui l’autrice fa un omaggio alla protagonista del suo libro perché, come nei più classici gialli di Agatha Christie, nessuno è quel che sembra e tutti hanno un movente plausibile.

Agatha Christie.
Agatha Christie

A un certo punto del romanzo Agatha e Nan si incontrano e, nei pochi giorni che passano prima che la scrittrice ricompaia al mondo, scoprono una vicinanza emotiva e una comunione di interessi che va ben al di là degli aspetti sociali, molto forti in quel periodo.

Devo dire che il libro me lo sono proprio goduto in tutti i suoi aspetti.
Quello prettamente giallo, di cui non posso dire niente pena lo spoiler ma che rispecchia in pieno il sistema investigativo che sarà poi dei protagonisti della Christie, ovvero Poirot e Miss Marple.
Quello fittizio della sparizione, dove le descrizioni della De Gramont mi hanno fatto fare un viaggio ben particolareggiato nell’alta borghesia inglese del primo Dopoguerra, periodo che adoro.
Quello autobiografico di Nan O’Dea, forse il più toccante, perché rende in maniera vivissima e potente l’ingiustizia ottusamente moralista di una mentalità patriarcale che, mai come in questo momento, è bene tenere a mente per evitare che si riproponga.

Il caso Agatha Christie. Cronache Letterarie

Il fatto è che sotto lo strato superficiale di un romanzo di evasione, Il Caso Agatha Christie racconta tematiche profonde. Si va dai reduci della Grande Guerra che non furono più in grado di avere una vita normale, alla violenza più o meno esplicita con la quale bisognava avere a che fare. La trama è ricchissima di colpi di scena e, anche se sai che è pura finzione, mi sono ritrovata immersa nell’atmosfera della campagna inglese a sorprendermi degli sviluppi e a fare il tifo perché le cose si sistemassero nel migliore dei modi.

Se accadrà o meno lo scoprirete leggendo il libro!

Il tè delle cinque non può mancare

Agatha Christie era una donna elegante e raffinata dell’alta borghesia britannica. Quindi il vittoriano tè delle cinque doveva essere un momento imprescindibile nella sua quotidianità. Infatti, anche in questa storia è un punto fermo.

E va bene che il cream tea è una tazza di Camelia Sinensis accompagnata da un opulento insieme di bocconi dolci e salati, ma in situazioni di emergenza come quegli 11 giorni di latitanza, probabilmente dei biscotti per accompagnare il tè sarebbero stati più che sufficienti.

E non c’è biscotto più british dello shortbread. Per amor di verità ha origini scozzesi, ma gli shortbread, nella loro tipica scatoletta rossa, vengono consumati in lungo e in largo in tutta l’isola. Sono fantasticamente burrosi, semplicissimi e stupendi nella loro essenzialità, e soprattutto ESTREMAMENTE calorici. Ma per accompagnare un tè nei freddi pomeriggi autunnali che stanno per arrivare (io ci spero sempre) sono perfetti!
La proporzione è zucchero 1, farina 2, burro 3. Essenziale un buon pizzico di sale e un piccolo investimento in una vera bacca di vaniglia.

Walkers - Pure butter Shortbread

Shortbread Biscuits

100 gr di zucchero
200 gr di farina 00
300 gr di burro freddo e tagliato a cubetti
Un grosso pizzico di sale
Un baccello di vaniglia

Shortbread

Come prima cosa, tagliate per il lungo il baccello di vaniglia e raschiate i semini all’interno, mescolandoli con lo zucchero. (Il baccello non lo buttate! Inseritelo in un vasetto con dello zucchero e avrete lo zucchero vanigliato). Mescolate insieme zucchero e farina, poi unite il burro freddo a cubetti. Impastate brevemente con la punta delle dita fino a che sia sbricioloso. Poi compattate l’impasto finché non sta insieme. Avvolgetelo nella pellicola e fatelo riposare per 30 minuti nel frigorifero, dopodiché stendetelo, con lo spessore di un centimetro, tra due fogli di carta forno.

Posizionate il foglio sulla teglia e solo dopo tagliate l’impasto a rettangoli, quindi bucherellateli con una forchetta.
Cuoceteli in forno a 170° per 30 minuti e fateli raffreddare senza toccarli.
E’ importante che il colore resti dorato pallido, niente abbronzatura mediterranea per questi biscottini albionici!

Simona Chiocca

Simona Chiocca

Napoletana di nascita e romana per scelta, da sempre sono innamorata della cara vecchia Inghilterra. Lavoro nella produzione cinematografica e da che ho memoria sono appassionata di cucina e passo quasi ogni momento libero spignattando e infornando a più non posso. Cinefila e profondamente gattara, vivrei in un autunno perenne con libri e tè.

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