Il bambino di Massimo Cecchini

Massimo Cecchini

“Tutto è frutto del destino, del caso. Il percorso delle nostre vite lo rifacciamo a posteriori, dispiegando una catena di eventi, ma in realtà che una cosa accada o meno, c’è la stessa possibilità che avvenga per un tiro di dadi”.

Questo dice Massimo Cecchini alla presentazione de Il bambino, suo esordio letterario con Neri Pozza.
Il romanzo mostra infatti “come il destino ci può cambiare la vita in una notte”, anzi in due “quella del concepimento e quella del parto”.
Forse la coppia non sarebbe neanche rimasta insieme, forse i due non si sarebbero neanche sposati se lei non fosse rimasta incinta.

Il bambino. Cecchini. Cronache Letterarie

Il bambino nasce a Roma nei primi anni Sessanta da genitori benestanti. Angelo però è fortemente disabile. È affetto da idrocefalia, da oligofrenia, è cieco, emette un grido gutturale, perde saliva, non riesce a camminare bene, a parlare, e con il passare del tempo non farà che peggiorare. Si aggiungerà anche l’autolesionismo, il desiderio di infliggersi dolore per cui si colpirà la testa con i pugni ogni due o tre minuti per tutta la vita.
Il Bambino è una specie di minuscolo Frankenstein, il cui arrivo cambia la vita di tutti coloro che lo circondano.

Il bambino. @TizianaZita

“Le patologie… del Bambino rasero al suolo quasi tutti i progetti della nuova famiglia”.

Non c’era più spazio per aspirazioni professionali o di altro genere.
Alla coppia di genitori a lui dediti, si aggiungono presto due filippine altrettanto devote. Anche per loro Angelino diventa una missione.

“Angelo Bonaventura era signore e padrone di cinque vite, il faro senza luce di un oceano familiare che non conosceva bonaccia”.

Per far fronte alla situazione queste persone hanno bisogno “di un mastice quotidiano fatto essenzialmente di leggerezza e fiducia”.

“La loro forza risiedeva nel non rendersi conto della situazione complessiva e del suo progredire verso l’assurdo”.

Perciò come vampiri, “predatori lunari”, girano di notte perché il bambino ha scambiato il giorno per la notte. E’ una strana comitiva quella composta dal padre di Angelo, le due filippine e l’autista, che si aggira per una Roma notturna percorrendo chilometri.
Il bambino offre loro una missione, dà un senso alle loro vite.
E quando si potrebbero tentare nuove cure perché i progressi della medicina lo consentirebbero, i genitori di Angelo non le prendono neanche in considerazione. È come se fossero ormai rinchiusi tra le mura rassicuranti della loro scomodissima e costosissima routine.

Massimo Cecchini

Il lamento di Portnoy

Giornalista sportivo e autore di un saggio su Cassius Clay, in questo suo primo romanzo Massimo Cecchini ha tirato fuori una bella scrittura e, come si suol dire, uno stile. Sostiene Cecchini che la vera scrittura è sottrazione e non accumulo, cosa su cui sono assolutamente d’accordo. Questa vicenda poi era già travolgente di per sé, non aveva bisogno di tanta carne al fuoco. Il romanzo narra una storia vera e alla domanda se qualcuno abbia tentato di dissuaderlo dallo scriverla, Massimo risponde con un aneddoto.

Philip Roth racconta che quando ha scritto il suo primo romanzo importante, ha portato i suoi genitori a cena in uno dei migliori ristoranti di New York e ha detto loro che aveva scritto un romanzo, che sarebbe stato pubblicato e che parlava della famiglia. I genitori si sono alzati e se ne sono andati”.
Considerando che il libro era Il lamento di Portnoy, secondo me i genitori hanno fatto bene. Quando lo avranno letto saranno svenuti.

Qui trovate alcuni stralci della presentazione con Roberto Cotroneo

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Tiziana Zita

Tiziana Zita

Se prendessi tutte le parole che ho scritto e le mettessi in fila l'una dopo l'altra, avrei fatto il giro del mondo.

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