Inside Man e la serie degli investigatori sotto chiave

Inside Man Serie tv. Cronache Letterarie
Atkins Estimond (Dillon Kempton), Stanley Tucci (Jefferson Grieff) e Lydia West (Beth Davenport)

All’inizio c’è don Isidro Parodi

Sei problemi per don Isidoro Parodi

Un ex barbiere di Barracas, quartiere a sud di Buenos Aires, che langue nel penitenziario della sua città, dopo essere stato incastrato per l’omicidio di un macellaio italiano abbattuto con una bottiglia di seltz.

Ormai quarantenne e grasso, don Isidro siede nella sua cella, la numero 273, e risolve, usando solo la logica, gli assurdi misteri polizieschi che gli vengono proposti da una serie di eccentrici visitatori.

A scrivere le sue avventure è Honorio Bustos Domecq, nato nella città argentina di Pujato, scrittore precoce, eminente poligrafo… e nom de plume di Adolfo Bioy Casares e Jorge Louis Borges, che crearono sia l’autore che il detective nel lontano 1942, inserendoli nei racconti che compongono la raccolta: Sei problemi per don Isidro Parodi (in Italia è edito da Adelphi, lo consiglio).

La categoria degli “investigatori sotto chiave”

Alla categoria degli investigatori sotto chiave, a cui Parodi appartiene, possiamo annoverare anche il primo Hannibal Lecter, creato nel 1981 da Thomas Harris nel libro: Il delitto della terza luna e poi ripreso ne Il silenzio degli innocenti, dove il nostro cannibale preferito aiuta la recluta dell’FBI Clarice Sterling a catturare un pericoloso serial killer, prima di evadere e cambiare decisamente categoria.

Nero Wolfe. Cronache LetterarieLincoln Rymes, il geniale criminologo creato da Jeffery Deaver nel 1997 e apparso per la prima volta ne Il collezionista d’ossa, non si trova sotto chiave, ma è tetraplegico e quindi è costretto a letto, da dove indaga su feroci assassini con l’aiuto di Amelia Sachs, una poliziotta problematica che Rymes usa per le indagini sul posto.

Perfino io ho dato un minuscolo contributo alla categoria degli investigatori sotto chiave, quando, nel 2009, ho scritto, insieme ad Alberto Ostini, un TV-movie intitolato Negli occhi dell’assassino poi diretto da Edoardo Margheriti.

Il protagonista si chiama Giona de Falco ed è un criminologo rinchiuso in carcere per avere ucciso la moglie, a cui viene chiesto di aiutare una poliziotta a catturare un serial killer, in cambio degli arresti domiciliari e della possibilità di fare una gita in canoa sul Tevere. Giona, pensato in origine come protagonista di una serie, è un mashup di tutti i personaggi letterari di cui vi ho parlato, con l’aggiunta di un po’ di Nero Wolfe, che non starà in prigione, non sarà tetraplegico, ma non esce comunque mai di casa, mandando dove serve il povero Archie Goodwin, la sua Amelia Sachs.
Ed è proprio da Nero Wolfe, nato nel 1934, quindi prima ancora di don Isidro Parodi, che, in un certo senso, derivano tutti gli altri.

Inside Man

Inside Man serie tv

A questa schiera di investigatori sotto chiave si è aggiunto, nei giorni scorsi, un nuovo elemento: Jefferson Grieff, ex criminologo americano, che si trova nel braccio della morte per aver ucciso la moglie e che è protagonista della serie di Netflix Inside Man (vedi qui il trailer).
Lo ammetto: mi ci sono imbattuto per caso. Ho aperto la piattaforma in cerca di qualcosa da vedere e me la sono trovato davanti. Non ne sapevo nulla, ma il fatto che ad interpretarla ci fossero due attori come David Tennant e Stanley Tucci, mi ha incuriosito. Non ho nemmeno letto la presentazione, né guardato il trailer: per spingere il tasto “Play”, bastava la loro presenza.

Inside Man Lydia West
Beth Davenport

Il teaser

La serie si apre con una scena di quelle che strappano un verso di ammirazione anche al più scafato degli spettatori.
Ci troviamo in metropolitana, su un treno. Una ragazza viene molestata da un tizio chiaramente ubriaco. Nessuno degli altri passeggeri reagisce, almeno fino a quando una donna non prende l’iniziativa e risolve la cosa in maniera decisamente geniale: non vi dico come per non rovinarvi la sorpresa. La scena è scritta e girata benissimo e definisce in maniera mirabile sia il personaggio di Janice Fife, la donna che interviene, interpretata da una straordinaria Dolly Wells, che quello di Beth Davenport, la ragazza molestata che poi scopriremo essere una giornalista in erba che si occupa di crimini e assassini…

Steven Moffat

Piacevolmente sorpreso da quello che ho appena visto, a cui seguono i titoli di testa, mi sistemo meglio sul divano, fino al minuto 06:52 quando arriva, sotto forma di una scritta, l’epifania finale: “Written and created by Steven Moffat”.
Spiego ai pochi che non lo sanno, chi è Steven Moffat: è il creatore – insieme a Mark Gattis – di Sherlock, il geniale reboot del personaggio inventato da Conan Doyle, di Jeckyll e di Dracula nonché la mente che sta dietro le migliori stagioni di Doctor Who di sempre, quelle che vanno dal 2009 al 2017. Praticamente un genio.
Butto via il telecomando e mi godo, come non mi capitava da tempo, le quattro ore che seguono.

Dopo il teaser con la presentazione di Janice e Beth, Inside man si sposta dall’altra parte dell’Oceano, negli Stati Uniti, dove, nel braccio della morte di un carcere di massima sicurezza, facciamo la conoscenza del nostro don Isidro Parodi: Jefferson Grieff, interpretato da Stanley Tucci.
Le persone si rivolgono a lui per avere aiuto e Grieff si diverte a giocare con loro: mica ci sono così tanti passatempi nel braccio della morte. Nella sua prima scena, lo vediamo alle prese con un Senatore che vuole che scopra perché, ogni volta che lui fa l’amore con la moglie, qualcuno depositi 253,55 dollari sul suo conto bancario.

Grieff riesce ovviamente a risolvere l’enigma, come fa sempre, cosa che lo apparenta fin dalla sua prima apparizione e in maniera dichiarata allo Sherlock moffattiano, anche per il tipo di ragionamento induttivo che lo porta alla soluzione.
Ad affiancarlo nei colloqui con i visitatori è il suo vicino di cella Dillon Kempton (Atkins Estimond), un ferocissimo ma simpatico serial killer che, in virtù di una memoria prodigiosa, registra nella propria mente ogni parola detta, che può ripetere qualora Grieff, che non può prendere appunti visto che è ammanettato, glielo chieda.

David Tennant. Inside Man
David Tennant è il vicario Harry Watling

Tra l’America e il più classico dei villaggi inglesi

Se Grieff è in America, confinato in prigione, la parte della storia che vede Janice come protagonista, si svolge nel più classico dei villaggi inglesi – ti aspetti di veder saltare fuori, da un momento all’altro, l’Ispettore Barnaby – e ruota intorno al mansueto vicario Harry Watling (David Tennant). Janice è l’insegnante che dà ripetizioni di matematica a suo figlio Ben.
La vicenda prende il via nel momento in cui il vicario riceve dal suo giovane sacrestano Edgar, per motivi troppo lunghi da spiegare, una chiavetta, che si rivelerà contenere immagini di abusi sessuali su bambini.

Una sfortunata serie di eventi fa sì che Janice veda il contenuto della chiavetta e creda che appartenga a Ben. Harry, che ama il figlio più di ogni altra cosa, cerca di convincerla che si sta sbagliando, senza però tradire Edgar. Non riuscendo a portarla dalla propria parte, la chiude in cantina per impedirle di andare a denunciare Ben alla polizia.
Per capire quale sia il collegamento tra un detenuto chiuso nel braccio della morte e un vicario inglese e come il primo possa incidere in maniera determinante sulla vita del secondo, dovrete guardare la serie: sarebbe un crimine proseguire con il racconto della trama.

Atkins Estimond è il serial killer Dillon Kempton. Inside Man
Atkins Estimond è il serial killer Dillon Kempton

Moffat sa come tenere incollato il pubblico

Inside Man è in tutto e per tutto una serie di Moffat, con i suoi molti pregi – è divertente, intelligente, sofisticata, piena di dialoghi brillanti e arguti – e i pochi difetti – a tratti, è un po’ troppo auto-compiaciuta.
Moffat sa come tenere incollato il pubblico. La tensione non scema mai e i twist si succedono con una progressione impressionante.
La commedia è nerissima – siamo dalle parti dei fratelli Cohen – e il divertimento assicurato (leggi anche qui).

Moffat è bravissimo e lo sa, anche per questo motivo osa molto. Alcuni snodi narrativi sono un po’ forzati, ma lui riesce a farseli subito perdonare: con un dialogo brillante o un colpo di scena in grado di riportare immediatamente gli spettatori dentro la storia. Pochi sono capaci di farlo. Nessuno, a parte forse Aaron Sorkin, lo fa bene come lui.
Oltre al divertimento, c’è anche la parte, diciamo così, più filosofica che traspare tra una battuta e l’altra e che riguarda l’omicidio.

Grieff crede, lo dice all’inizio della serie, ponendo quello che possiamo considerare un dilemma tematico, che qualunque uomo, in una giornata storta o con “la persona giusta”, possa trasformarsi in un assassino. Il bello di Inside Man e parte della tensione, stanno proprio nello scoprire se abbia ragione, se anche il nostro mite e dolce vicario Harry si trasformerà in un assassino oppure no.

Stefano Piani

Stefano Piani

Romagnolo di nascita, ho vissuto per oltre 20 anni a Milano e una decina a Roma, prima di “perdermi” tra la riviera romagnola e l’Abruzzo. Faccio lo sceneggiatore da quasi 30 anni: fumetti - molti, più di 200 storie scritte per la “Sergio Bonelli Editore” - televisione e cinema.
Mi piacciono i polizieschi, i cani e organizzare strambi tornei su Facebook… oltre a qualche altro milione di cose.

2 commenti

  1. Un piacere leggere il nome di Antonio Margheriti autore tra l’altro di film di fantascienza un po’ casarecci ma di grande effetto. Il pianeta degli uomini spenti, Space men , I criminali della galassia , La morte viene dal pianeta Aytin, I diafanoidi vengono da Marte, Alien degli abissi sono dei piccoli capolavori del B movie di fantascienza. Curiosità protagonista degli uomini spenti è Claude Rains grandissimo attore caratterista (premio Oscar) che probabilmente nel film di Margheriti interpreta il suo unico ruolo da protagonista

  2. Il Margheriti che ha diretto il film, è Edoardo, figlio di Antonio. Il refuso è mio. Per il resto, sulla grandezza di Antonio Margheriti, sono d’accordo con te: è stato uno dei più grandi registi del cinema di genere degli anni ’50 e ’60, nonché il migliore autore italiano di film di fantascienza, adorato anche da Quentin Tarantino.

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