È morta una grande scrittrice di gialli. Jessica Fletcher

Jessica Fletcher
Angela Lansbury in una foto del 1985, ©CBS/courtesy Everett Collection

La scrittrice investigatrice

Jessica Fletcher si è classificata al sesto posto nel sondaggio “I migliori detective d’America”. Ha scritto 41 romanzi, il primo dei quali, Il cadavere ballò a mezzanotte, è diventato subito un best seller.
Negli episodi che la vedono protagonista affronta tutte le situazioni che toccano a uno scrittore, come inviti in tv a parlare dei propri romanzi, un regista che vuole fare un film dai suoi libri, presentazioni, dediche.

La notevole longevità della Lansbury, che l’ha interpretata, ci ha fatto perdere di vista il piano temporale della serie. Infatti La signora in giallo non veniva più prodotta dalla metà degli anni ’90 ma è comunque nota anche alle generazioni moderne grazie alle repliche. Intanto sono morti praticamente tutti i personaggi più importanti impegnati nella sua produzione e alla fine era rimasta solo lei.

Angela Lansbury. La signora in giallo
Angela Lansbury

Con la scomparsa di Angela Lansbury l’11 ottobre scorso, a pochi giorni dal suo novantasettesimo compleanno, si è chiusa definitivamente una stagione televisiva cominciata quasi mezzo secolo fa, che ha segnato il gusto di tutti i telespettatori appassionati di enigmi e mystery.

Nell’ultima stagione, quella 1995-96, la concorrenza di Friends e altre serie di successo le aveva fatto perdere un bel po’ di pubblico. Ma le proteste dei fan convinsero la produzione a realizzare quattro tv movie con il cast e i personaggi della serie, l’ultimo dei quali uscì nel 2003.

Gli autori

La Signora in Giallo, in originale Murder, She Wrote, è stata l’ultima creazione televisiva della coppia formata da Richard Levinson e William Link, autori di serie gialle cult, come Ellery Queen e Colombo, e sceneggiatori di film di successo. Mentre la produzione andava avanti a gonfie vele, nel marzo del 1987, Levinson fu colto da un infarto e morì all’età di cinquantadue anni.

Per la produzione di La Signora in Giallo, i due avevano cooptato un collaboratore fidato, Peter S. Fischer, sceneggiatore di film e serie tv, in particolare di Colombo, Ellery Queen, Kojak e Baretta. Dopo la morte di Levinson, il grosso del lavoro finì per ricadere sulle sue spalle, visto che nel frattempo Link seguiva anche altri progetti.

Donald Bain
ghost-writer di scrittori immaginari

Murder, She Wrote

Infine, parlando di scrittori, non si può non citare Donald Bain che sviluppò in una cinquantina di romanzi, tutti firmati “Jessica Fletcher”, le sceneggiature più riuscite della serie. Solo alcuni di questi sono stati proposti al pubblico italiano dalla Sperling & Kupfer.

Bain è una originale figura di ghost-writer, autore di oltre cento libri, in gran parte firmati da scrittori immaginari, come ad esempio le due hostess Trudy Baker e Rachel Jones di Caffè, tè, me?. Ma era anche il ghost di celebrità, come l’attrice Veronica Lake, o la soprano, figlia del Presidente, Margaret Truman.

La signora Colombo

La signora in giallo nacque nel 1984 sotto i migliori auspici, ideata da ottimi professionisti che avevano dimostrato un notevole fiuto, anticipando la direzione che avrebbe preso il gusto del pubblico.

In realtà ci avevano già provato, visto che il pubblico dei mystery era soprattutto femminile e che, a fine anni ’70, le donne cominciavano ad essere stufe marce di non essere mai rappresentate come protagoniste. Per questo, nel 1979, Link e Levinson avevano fatto un primo tentativo, proponendo uno spin-off di Colombo, intitolato Mrs. Columbo (il nome originale del poliziotto interpretato da Peter Falk era infatti Frank Columbo), in cui Kate Mulgrew interpretava la moglie del celebre tenente. Così la signora Columbo, perennemente nominata dal marito ma mai vista, divenne giornalista e investigatrice.

Colombo. Peter Falk

Ma il fermo rifiuto del “marito”, ovvero di Peter Falk, a comparire nella serie, nonostante venisse nominato in continuazione, determinò il successivo cambiamento del titolo in Kate the Detective e quindi Kate Loves a Mystery.
In mezzo a un tale caos, Mrs. Columbo non trovò adeguata rispondenza di audience e la serie fu cancellata dopo due stagioni.

Link e Levinson decisero allora di riprovarci, ispirandosi a un cliché letterario ben consolidato. Toccò a Miss Marple. Solo che gli eredi della Christie negarono il permesso di ispirarsi al personaggio, così i due autori dovettero inventarsene uno completamente nuovo.

Copiare Miss Marple

Assassinio allo specchio

Tuttavia, di Miss Marple, qualcosa era rimasto. Fin da subito, gli autori pensarono ad Angela Lansbury che aveva da poco interpretato Miss Marple con grande successo in un film. La zitella detective in passato era stata interpretata da diverse attrici – Gracie Fields, Margaret Rutherford e Inge Langen – che l’avevano resa una specie di virago. Ma in Assassinio allo specchio (The Mirror Crack’d), aveva avuto le sembianze molto femminili di Angela Lansbury, attrice che aveva saputo invecchiare senza pretendere di rimanere la sex symbol che era stata da giovane.
La Lansbury non aveva però perso un briciolo della sua eccezionale presenza scenica e quindi era perfetta per dare vita a un personaggio che sarebbe piaciuto, per ragioni diverse, sia al pubblico maschile sia a quello femminile. Ma soprattutto a quello femminile.

Link, Levinson e Fischer avevano dunque creato il nuovo personaggio cucendolo letteralmente addosso all’attrice e, come quasi quarant’anni di successo avrebbero dimostrato, la Lansbury vi entrò nella stessa maniera in cui si indossa un abito realizzato su misura dal miglior sarto sulla piazza.

Nascita di Jessica Fletcher

Nacque così Jessica Beatrice McGill, vedova Fletcher, un’insegnante di inglese che si è scoperta autrice di gialli di successo. Sulla sessantina, Jessica Fletcher vive a Cabot Cove, paesino di 3.600 abitanti, sulla costa del Maine. Lei sa tutto di tutti i suoi concittadini e, al momento di esercitare le sue abilità deduttive, non teme rivali.
Inizialmente stenta un po’ a imporsi a sceriffi e poliziotti tutt’altro che entusiasti di ritrovarsi tra i piedi una dilettante, ma gradualmente si ritaglia uno spazio nelle indagini dei gravi delitti di cui si occupa.

Jessica Fletcher. Angela Lansbury

Naturalmente, gli autori si resero conto che il numero di delitti possibili in una cittadina di mare, abitata quasi esclusivamente da famiglie benestanti, è giocoforza limitato. Perciò, con una certa ironia, lo sceriffo Mort Metzger (interpretato da Ron Masak) osserva che, per essere una cittadina così piccola, Cabot Cove presenta un tasso di criminalità davvero spaventoso.

Troppi crimini a Cabot Cove

Per risolvere il problema, evitando di scadere nella comicità involontaria, nel 1991, la location della serie fu trasferita a New York, più esattamente a Manhattan, dove Jessica andò a insegnare criminologia in un college. La seguì Mort Metzger, che già in origine era stato presentato come un poliziotto newyorkese trasferitosi in provincia perché troppo stressato dalla città. A loro si affiancò anche un poliziotto newyorkese, Artie Gelber, che era un grande ammiratore di Jessica. A interpretarlo il caratterista Herb Edelman, la cui prematura scomparsa nel 1996 fu forse una delle ragioni che accelerarono la chiusura della serie.

Ovviamente ci furono anche molti altri personaggi, alcuni fissi, altri di passaggio e delle guest star che hanno regalato un cameo alla serie, si perde letteralmente il conto: George Clooney, Kabir Bedi, Capucine, June Allyson, Marisa Berenson, Ernest Borgnine, Martin Landau, Jean Simmons, Eli Wallach, Elliott Gould, Vera Miles, Leslie Nielsen, Andy Garcia, Tom Selleck… ma l’elenco è lungi dall’essere esaurito.

Gli scrittori investigatori

Ellery Queen

Ai poliziotti scrittori su Cronache Letterarie abbiamo già dedicato un articolo, ma anche il modello “scrittore di gialli-investigatore dilettante” protagonista di una fiction, ha precedenti illustri, dei quali uno dei principali è sicuramente lo stranoto Ellery Queen.
Nella narrativa lo scrittore investigatore non è frequente, ma ci sono alcuni esempi di successo, come La verità sul caso Harry Quebert e gli altri romanzi di Joël Dicker.

Tra gli esempi meno conosciuti, si può citare George Bagby, che è uno degli pseudonimi dell’americano Aron Marc Stein. Il suo protagonista è un poliziotto newyorkese, l’ispettore Schmidt, poi c’è uno scrittore, chiamato come l’autore “George Bagby”, che lo assiste ed è il suo biografo, un po’ come Watson con Holmes…
Sì, certo, il caso più noto è senz’altro quello del dottor Watson che non solo aiuta Sherlock Holmes a risolvere i casi, ma li racconta nei romanzi che poi pubblica.

La ripetizione dello schema

Don Matteo

Ne La signora in giallo, gli episodi seguono uno schema abbastanza fisso. Prima Jessica Fletcher si reca a un evento editoriale. Poi il delitto rompe gli equilibri, la polizia punta inevitabilmente su un innocente che le chiede aiuto, oppure è lei stessa a offrirglielo perché non convinta della versione ufficiale. La Fletcher indaga e raccoglie abbastanza indizi da scagionare il sospetto e indica come possibile colpevole un altro. In questo è aiutata dagli altri personaggi che sono spesso dei gran chiacchieroni. Quindi, la signora Fletcher ha un confronto diretto con il colpevole, che a volte confessa, altre volte cerca di farla fuori e viene fermato dai poliziotti.

Sicuramente tra i motivi del successo di questa serie gialla c’è lo schema molto rassicurante, adatto a una fascia di pubblico anziana, o a un target famigliare, proprio come il suo “coetaneo” Derrick, o il nostrano Don Matteo. I delitti avvengono per moventi comprensibili anche se non condivisibili, con modalità poco truculente, ma poco verosimili. Il ritmo è lento, i dialoghi prevalgono notevolmente sull’azione, l’happy end è garantito.

Roberto Cocchis

Roberto Cocchis

Classe 1964, insegnante di liceo, autore di un piccolo successo editoriale (Il giardino sommerso, Lettere Animate, 2017) e di altre opere di narrativa, collaboratore di Cronache Letterarie e di Vanilla Magazine; amo i misteri e i gialli, sia quelli veri sia quelli inventati, con preferenza per quelli dimenticati e soprattutto quelli introvabili: vedi la mia rubrica su Cronache Letterarie.

Un commento

  1. Anche io ho visto ‘ La signora in giallo ‘.
    Certo, come lei dice è più per famiglie e ragazzini di altri tempi; adesso non lo vedrebbero.
    Ma ha il pregio che si può vedere per rilassarsi, senza colpi bassi, né sangue che scorre come un fiume, né budelle sparpagliate di qua e di là.
    Cosa che ogni volta si fa’ più truculenta.
    Conta molto la interprete: se ci risulta simpatica, e poi il ritmo.
    Certo è un po’ decade’, ma al suo tempo ci regalava dei minuti di giustizia, simpatia, e un pizzico di terrore, ricetta valida per non pensare ai propri problemi, e quando è finito l’episodio ci alziamo senza rimordimenti, né stress e possiamo felicemente continuare con la nostra vita, naturalmente dopo aver scaricato la tensione.

    Atte.
    Silvia Tomaselli Clementi

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