Stavolta per scegliere i migliori gialli dell’anno mi sono rivolta proprio a chi i gialli li scrive. Non sempre gli autori di noir e polizieschi leggono gialli e di sicuro non leggono solo quelli ma amano questo genere e me ne hanno parlato con grande passione. Ecco i loro preziosi consigli.
Silvana La Spina
Ultimo libro: L’uomo del Viceré
Per me i migliori sono stati Delitto d’inverno di John Banville e poi Il castello di Barbablù di Javier Cercas, l’ultimo della trilogia iniziata con Terra Alta (qui trovi la nostra recensione).
Questi sono entrambi romanzi molto letterari e poi Banville è uno scrittore d’eccellenza. È la sua scrittura che mi piace, non tanto le trame. Banville ha una scrittura leopardiana, di una chiarezza cercata con metafore strepitose e inattese (leggi qui la nostra recensione).
“Dolce e chiara è la notte e senza vento” e uno vede la notte. C’è anche un anatomopatologo ed è ambientato negli anni Cinquanta quando l’Irlanda era sottoposta alla Chiesa in una maniera esagerata. Quindi c’è il tentativo di non violare alcune regole come abbiamo visto nel film Magdalene, in cui avvenivano cose terribili.
Anche nel romanzo di Cercas c’è un protagonista molto interessante, Melchor Marin, un poliziotto grande lettore che infatti chiama la figlia Cosette come il personaggio de I miserabili. Quindi c’è letteratura e indagine. Con lui la letteratura diventa vita. Poi c’è sempre l’eterno problema spagnolo, i ricordi della guerra civile, perciò è un libro molto moderno.
Cercas non ha una scrittura perfetta come quella di Banville, che è brillante e chiara. Io amo molto questi due autori, poi il mio sogno è poter scrivere come Ellroy ma naturalmente nessuno ce la fa.
Jacopo De Michelis
Ultimo libro: La stazione
Tre mi hanno particolarmente colpito e interessato e sono Il caso Alaska Sanders, anche se con Joël Dicker ho un rapporto un po’ contrastato perché ci sono cose che mi piacciono molto dei suoi libri e altre meno.
Ma trovo che abbia un’indubitabile caratteristica che lo rende unico e geniale; quella di costruire delle trame intricatissime che però funzionano come un perfetto meccanismo ad orologeria, piene di colpi di scena, indizi, rivelazioni e scoperte.
Anche in questo romanzo – che forse non è allo stesso livello de La verità sul caso Harry Quebert – è comunque notevole dal punto di vista della strutturazione della trama che riesce ad avviluppare il lettore in maniera straordinaria.
Un altro libro che mi ha molto colpito e mi è piaciuto parecchio è Le notti senza sonno di Gian Andrea Cerone. Mi sento solidale con lui perché è un esordiente non precoce come me. Un ottimo giallo, un procedural thriller all’italiana, una bella storia molto ben costruita con bei personaggi, raccontata bene e con una bella rappresentazione di Milano.
In parziale conflitto di interessi, un altro romanzo che mi ha colpito soprattutto per la sua novità e originalità, di cui ho curato l’edizione come editor per Marsilio, s’intitola La valle dei bambini perduti di Arthur Nuraj, uno scrittore albanese che vive in Italia, che ambienta il suo giallo-noir negli ultimi giorni dell’Albania comunista, poco prima che il regime crolli. Un’ambientazione che nel giallo non si era mai letta.
Flumeri e Giacometti
Ultimo libro: Se la città dorme
Di rosso e di luce, prima di tutto ci piace il titolo, bello ed evocativo. Poi amiamo Hieronymus Bosch e la Liguria. E ancora ci piace l’ironia affilata, che non diventa mai sarcasmo perché Valeria Corciolani ama le sue “creature”, tutte. Familiari ma intatti nella loro originalità i personaggi. Su tutti lei, Edna Silvera, colta, ironica, generosa, dall’intuito fulminante, regina indiscussa della divertente e umanissima corte dei miracoli umana e animale che la circonda. Non solo trama perfettamente congegnata dunque, ma anche umanità a piene mani, allegria e suspense.
Dopo l’uscita di scena di Mike Balistreri, protagonista della trilogia del Male di Roberto Costantini, a cui ci siamo appassionate – ecco Aba Abate, divisa tra la sua vita di agente dei servizi (di cui neppure il marito sa nulla) e quella di moglie e madre.
Questa dicotomia, che è il suo tratto distintivo, è secondo noi la parte migliore dei romanzi che la vedono protagonista. Non manca l’abile costruzione narrativa di Costantini, ma è la vicenda umana di Aba che cattura e tiene inchiodato il lettore. In La falena e la fiamma si ricostruisce il suo passato e le scelte che l’hanno portata ad essere ciò che è, ma consigliamo senz’altro la lettura anche dei due romanzi precedenti – Una donna normale e Una donna in guerra.
Quella di Piergiorgio Pulixi è una serialità sui generis ed è uno dei motivi per cui ci piace. Ne La settima luna non siamo più nella sua Sardegna ma in una cupa e nebbiosa Lomellina, insieme al trio di investigatori a cui ci siamo affezionate: l’affascinante, intelligente e tormentato criminologo Vito Strega e le ispettrici Mara Rais ed Eva Croce. Personaggi agli antipodi ma complementari, che hanno costruito una solida amicizia. Anche in questo caso, più che il plot sono le implicazioni e i retroscena psicologici, i rapporti umani complessi e uno spietato scavo introspettivo che ci hanno reso impossibile staccarci dalle pagine.
Riccardo Bruni
Ultimo libro: Chiusa nel buio
Sicuramente tra i miei preferiti c’è La svedese di De Cataldo, che credo sarà l’inizio di una serie. Un noir solido, bello, che racconta come sanno fare i noir la parte scura delle nostre città e del mondo in cui viviamo, quella che in genere non vediamo. La svedese è un personaggio bello, che ti conquista subito. È l’ascesa di questa ragazza nel mondo del crimine, dove non ci sono innocenti ma – per dirla con Stieg Larsson – solo diversi gradi di colpevolezza. Nel noir infatti, a differenza del giallo, non c’è la differenza tra buoni e cattivi e alla fine non si ricompone niente.
Un altro che ti vorrei citare è La testa perduta di Damasceno Monteiro in cui Tabucchi sforna un noir – visto che c’è il ritrovamento di un corpo e un giornalista che indaga – in cui ci sono tutti i canoni fondamentali della scrittura del giallo, però ti dimostra come uno scrittore altissimo come lui utilizzi questa struttura per raccontare il mondo.
Quindi ti apre a una struttura narrativa che può essere usata per cose fine a se stesse, ma anche come chiave per la lettura di una società. È un romanzo veramente bello che mi è piaciuto tantissimo.
Poi c’è Appartamento 401 di Yoshida Shuichi che è molto interessante perché, oltre a contenere un mistero – in un quartiere si verificano delle aggressioni e non si sa chi è stato – questo è un manuale sulla gestione del punto di vista. Quando un ragazzo va a vivere insieme ad altri nel quartiere, si verificano delle aggressioni a giovani donne. C’è il sospetto che sia lui, c’è un certo livello di suspense, però il bello del libro è che ogni parte è raccontata utilizzando il punto di vista di un personaggio. Si inizia con un personaggio, si continua con un altro, poi si passa a un altro ancora, ma raccontano tutti la stessa storia e vivono tutti nello stesso appartamento. Letto nel 2022, dopo che siamo stati chiusi in casa per mesi, fa un certo effetto.
Letizia Triches
Ultimo libro: Delitti all’imbrunire
L’ultimo che ho letto è di un’autrice che io amo tantissimo, Paola Barbato. Lei nasce come fumettista e autrice dei testi di Dylan Dog ed è uno di quegli autori che, pur senza guardare il titolo del libro o la copertina, io riconosco immediatamente. Riconosco il loro timbro, anche se lei è in continuo rinnovamento. La cattiva strada è un thriller veramente perfetto e durante tutto il tempo della lettura ti senti come se fossi all’erta. La tua testa gira insieme a quella del protagonista intorno alla parola “pericolo”. Però poi c’è anche un’altra parola chiave che è “tempo”. Perché è una storia che si svolge in un arco temporale brevissimo. Inoltre lei ha una componente che cerco di fare anche mia: è una vera maestra del non detto.
Anche L’ultimo ospite l’ho amato tantissimo. A me piacciono le storie che passano attraverso la psicologia dei personaggi e lei ha delle coppie che sono proprio fuori dagli schemi. I suoi personaggi poi ti restano dentro come se fossero delle persone reali.
Un altro autore che ha la stessa sintonia sul personaggio è Sandrone Dazieri. Io sto leggendo e mi sento di consigliarlo a scatola chiusa, anche se non sono arrivata alla fine, Il male che gli uomini fanno. Anche lui ha delle coppie che collaborano, amici o forse più di amici, come Colomba Caselli e Dante Torre, che facevano parte di una trilogia veramente molto bella. Quello che sto leggendo adesso invece è un volume a sé stante e non so se avrà un seguito, ma se lo meriterebbe tutto.
Poi vi suggerisco una chicca, un libro scritto nei primi anni Cinquanta da Ira Levin. Credo che sia il suo primo libro, scritto a ventiquattro anni e ambientato nell’America degli anni Cinquanta, che però è vista da uno che ci vive, quindi è godibilissimo anche come costume. Un bacio prima di morire, che è stato ripubblicato nel 2021 da BigSur, non è un giallo classico perché il colpevole lo sai fin dall’inizio, però c’è uno stratagemma raffinatissimo, di cui non ti rendi conto finché non ci sei caduta dentro con tutte le scarpe, come è successo a me.
Roberto Cocchis
Ultimo libro: Gente d’altri paraggi
Per i miei migliori, parto proprio dal primo che ho letto, ossia La donna che scriveva Haiku di Seicho Matsumoto (leggi qui la nostra recensione). Che io abbia una passione sviscerata per Matsumoto è cosa risaputa. Questi racconti mi sono sembrati eccezionali per moltissime ragioni, delle quali ne sottolineo una: sono storie molto cinematografiche, che si seguono come un film. Però, a differenza di certi autori di adesso che imitano spudoratamente i cliché cinematografici, Matsumoto non imita nessun cliché, semmai è il cinema a prendere ispirazione dal suo stile.
Il secondo nome che faccio è quello di Dorothy Hughes, un’autrice americana che ai suoi tempi è stata anche una brillante critica letteraria. Della Hughes sono stati tradotti cinque romanzi, in gran parte degli anni ’40, quindi capaci di far respirare l’aria di quegli anni.
Purtroppo al momento se ne trova in commercio soltanto uno: Il capro espiatorio. Hughes sfrutta la cornice delle storie per parlare di temi come la presenza di filonazisti negli Usa o le discriminazioni razziali, e proprio perché lo fa in modo non didascalico riesce a essere molto efficace.
L’ultimo nome tra le scoperte di quest’anno è quello di Celia Fremlin. Tra le brave autrici di scuola inglese del giallo psicologico, la Fremlin è una delle più misconosciute in Italia. Lei e la quasi omonima e quasi contemporanea Celia Dale meriterebbero moltissima attenzione da parte dei nostri editori! Dei suoi tanti romanzi ne abbiamo potuti leggere solo due. Attualmente se ne trova in commercio uno, Possesso, oltre all’antologia di racconti Non dormite a luce spenta, entrambi pubblicati da DMG. Le sue sono storie alla Ruth Rendell ma che virano spesso e volentieri verso i toni gotici o addirittura horror.
Omar Di Monopoli
Ultimo libro: Brucia l’aria
È uscito da poco Le linee sporche di Dio di Torcuato Luca De Tena che è un autore basco degli anni ’70. Questo romanzo sta diventando un film Netflix ed è ambientato in una clinica. È il romanzo che ha ispirato Dennis Lehane per Shutter Island da cui Scorsese ha tratto il film con Di Caprio. La storia è incentrata su una detective che dice di essere entrata in un manicomio per fare un’indagine e per tutto il romanzo tu non sai se è realmente una matta che è convinta di essere una detective, o se è veramente una detective che indaga. Inoltre, nel romanzo c’è un’atmosfera alla Qualcuno volò sul nido del cuculo, quindi con una grande attenzione verso le condizioni reali dei malati di mente, sottoposti ad elettrochoc e a farmaci, documenta le condizioni dell’apparato sanitario occidentale nei confronti della malattia psichica.
Un altro interessante che posso segnalarti è un autore italiano, Emanuele Kraushaar. La società degli uomini-barbagianni è la strana storia di un tizio che passa la notte in una casa nel bosco e trova una sorta di diario in cui si parla della società di uomini barbagianni, una società criptica del passato che però lentamente finisce per irretire sia il lettore che il protagonista. Gli uomini barbagianni si nutrono di carne umana e sono le donne che vanno a caccia degli uomini per riprodursi. Quello che mi è sembrato interessante di questo libro è il tentativo di fare una letteratura weird in Italia, con rimandi a Lovecraft e alla letteraturaccia pulp anni Cinquanta americana, in una storia tutta italiana.
Ci sarebbe anche l’ultima raccolta di racconti di Joyce Carol Oates che s’intitola Notte al neon. Della Oates più che dire che è una dea non posso fare. Il primo racconto, che si chiama Deviazione, è un viaggio nella follia di una donna alla guida di un’auto ed è fantastico; dovrebbero proporlo a tutte le scuole di scrittura del pianeta. Iperprolifica, la Oates è sempre di livello altissimo e il Nobel glielo dovrebbero dare in automatico.
Intriganti queste presentazioni ne cercherò un paio in libreria. C’è l’imbarazzo della scelta
Questo è il genere di articolo che ogni lettore vorrebbe trovare…! Grazie mille, ci sono spunti molto interessanti 🙂
Grazie Nicola e grazie anche Stefania… sì, è stato un po’ lungo lavorarci, ma alla fine ne è valsa la pena 🙂
Grazie proverò La svedese