Consigli di libri per l’inverno del Prof.Camerini

Kurt Vonnegut
Mattatoio N.5, Madre notte, Ghiaccio-nove…
Tanto per cominciare prendete un Vonnegut a scelta, per ricordare doverosamente, nel centenario della nascita, uno dei padri della fantascienza postmoderna il cui fascino, come afferma Luca Briasco, “risiede nel gusto del paradosso e nella sapida leggerezza con i quali mette in scena le follie della guerra, le ipocrisie di una società borghese sempre più retriva e in fuga da se stessa, i disastri di una scienza votata alla distruzione dell’ambiente e della razza umana, in una parola gli orrori del mondo”.

Hassen Khemiri
Chiamo i miei fratelli
Einaudi
In una città indefinita, tra chiese, statue di re e piste ciclabili – forse Stoccolma – è scattata l’allerta in seguito ad una autobomba. Per Amor, studente colto con la sua kefiah (il copricapo arabo) orgogliosamente esibita, inizia un viaggio dissociato nei meandri di paure mai rimosse, frutto di un’emarginazione razziale strisciante e mai apertamente dichiarata. Il talentuoso scrittore danese di origini tunisine traduce tutto questo in una personalissima tecnica espressiva, vorticosa, concitata e straniante, cifra stilistica sperimentale di un ininterrotto, indistinto monologo interiore. Innovativo e attualissimo (leggi qui la nostra recensione).

Eshkol Nevo
Le vie dell’Eden
Neri Pozza
Tre storie fra loro connesse dalla struttura circolare cara a Nevo e ispirate ai temi canonici della sua narrativa: legami sentimentali complessi e tormentati che – minati dall’ipocrisia o dai silenzi del rancore e della reciproca estraneità – deflagrano sotto l’urto della menzogna e dell’inautenticità. L’egoistica tentazione di sparire per sottrarsi all’ambiguità. Il rapporto fra genitori e figli perché “il mondo si divide in chi li ha e in chi non li ha” e, alla fine, si mente o si decide di non farlo per salvare l’integrità delle loro vite. Ma anche per redimere se stessi costruendo, magari, un fallimentare castello di autoinganni e mezze verità (qui trovi la nostra recensione). Probabilmente il libro migliore dell’autore di Tre piani.

Biancamaria Frabotta
Nessuno veda nessuno
Mondadori
Nella raccolta postuma della poetessa, “femmina nel linguaggio prima che nel corpo”, si condensano tutti i motivi di una straordinaria “viandanza” etica e letteraria. Alla percezione inquieta della precarietà esistenziale, della senilità, di un male comune collettivo e individuale, l’autrice contrappone strenuamente un grumo di valori, passioni e ideali in grado di eludere la deriva e costruire un argine “alla melma del tempo che ci governa e affonda”. Il recupero delle memorie familiari e adolescenziali, gli autori prediletti, il legame tenace con le amiche, fedeli compagne di battaglie politiche e culturali, soprattutto la radicata convinzione che il senso profondo dell’essere umano si attinge solo attraverso la condivisione solidale di un dialogo costante e sincero con il prossimo. Proprio come è attestato nell’inno ubuntu di Desmond Tutu e nella Ginestra dell’amato Leopardi. Per comprendere l’assoluta necessità della poesia oggi.

Autori vari
Racconti del pianeta terra
Einaudi
“Gli uomini sono tutti spariti ma la terra non sente che le manchi nulla, i fiumi non sono stanchi di correre e la luna non fallirà la strada”.
Profetico e modernissimo, Leopardi aveva preconizzato nel distopico Dialogo di un folletto e di uno gnomo – del 1824! – un mondo disabitato, per questo ecologicamente più equilibrato e finalmente tutelato da ogni cieco, arrogante, autolesionistico antropocentrismo. Nella raccolta curata da Nicolò Scaffai, Leopardi è accanto alle fantasie distopiche di Ballard e Margaret Atwood, al catastrofismo apocalittico di Martin Amis e Safran Foer, alle riflessioni di Franzen, tutti autori che, nei loro splendidi racconti, invitano a riflettere sui danni, talora irreversibili, causati all’ecosistema globale dall’uomo. Mentre il nostro Mario Rigoni Stern ci ricorda di ascoltare, con umiltà e devozione, “sussurri e grida” della Natura ferita.

Chris Offutt
Di seconda mano
Minimum Fax
Esponente, insieme a Dorothy Allison, di una letteratura “regionale” ma non marginale, Offutt è narratore autentico, capace di restituire con disincantata, minimalista referenzialità il respiro del suo Kentucky che sa di “bourbon e tabacco”, chitarre, radio vintage e impianti stereo un po’ retrò. Un respiro affannoso, spezzato, pure irriducibile e resiliente per le troppe, amare disfatte quotidiane cui le donne protagoniste delle undici brevi trame non vogliono rassegnarsi, è trasfigurato con hemingwayana “onestà”. E Carver non è poi così lontano.

Leonardo Colombati
Sinceramente non tuo
Mondadori
Sullo sfondo di una Roma, vera coprotagonista dell’intreccio – quella del quadrante nord “microcosmo variegato di immobiliaristi, notai in Smart, chirurghi e faccendieri abbronzati”, ma anche la Roma perduta dei circoli di biliardo, i mercatini dell’usato démodé, le mercerie e le portinaie, le “hostarie con tovaglie a quadretti rossi”. E’ qui che si svolge una storia insieme struggente e divertita di amicizia e complicità che è soprattutto, il bilancio provvisorio di un’epoca, gli anni ’80-’90. Il bilancio delle sue icone musicali, cinematografiche, letterarie declinate nelle colte, appassionate citazioni. Quando il passato non vuole lasciarci.

Claire Keegan
Piccole cose da nulla
Einaudi
In un villaggio dell’Irlanda 1985, provata da disoccupazione e conflitti sociali, il commerciante di torba e carbone Bill Furlong, figlio illegittimo, si confronta traumaticamente con il rimosso, irrisolto segreto della sua esistenza e la scandalosa piaga delle “Case Maddalena”. Diffuse sin dal XIX sec. anche in Inghilterra e definitivamente chiuse nel 1996, erano solo apparentemente conventi di suore destinati al recupero di ragazze madri “perdute e dissolute”. In realtà si trattava di luoghi di sfruttamento, crudeltà, reclusione coatta, spesso con il consenso ipocrita di famiglie perbeniste e il silenzio connivente di un’intera comunità. Nella selezione del Booker Prize, questo romanzo breve, intenso e coraggioso, dallo stile nitido e asciutto, privo di concessioni alla retorica dei sentimenti nell’affrontare tematiche spinose. Per riflettere e, certamente, commuoversi. Il clima natalizio ci metterà del suo.

William Faulkner
Non si fruga nella polvere
Adelphi
Uscito nel 1948, dodici anni prima del Buio oltre la siepe – con cui presenta evidenti analogie – un noir opportunamente ripubblicato dopo la magistrale traduzione per Einaudi di Fernanda Pivano fatta troppi anni fa. È insieme un bildungsroman e uno spaccato impietoso del Sud rurale, proiettato verso il neocapitalismo postbellico e pure incapace di chiudere i conti con la metastasi endemica e strisciante del razzismo secessionista. La vicenda della difesa del nero Lucas, accusato dell’omicidio di un bianco, viene vissuta e descritta dall’ottica interna del sedicenne Chick Mallison in un alternarsi caleidoscopico di coordinate spazio-temporali, emozioni, analessi (flashback) e cortocircuiti mentali che hanno reso inimitabile la prosa di Faulkner.

Benardo Zannoni I miei stupidi intenti Sellerio
Tralasciando la tradizione classica non solo favolistica, da Bestie del dimenticato Tozzi, gli animali sono state presenze costanti della letteratura italiana novecentesca. Proiezioni spesso inquietanti di una natura umana ritratta e deformata nelle sue devianze comportamentali. E su saggi, caustici gatti e cani che diventano voci narranti, il catalogo è imbarazzante. Dopo il bestiario di Piero Balzoni del 2015 in Come uccidere le aragoste e il recente Scarafaggio antropomorfo Jim Sams di McEwan, c’è la faina del giovanissimo scrittore che ha vinto il premio Campiello, il Bagutta Opera Prima e il premio Salerno Letteratura. Lucida, sensibile testimone di meraviglie e misfatti del nostro vivere, è una piacevole rivelazione.

Éric-Emmanuel Schmitt
Il figlio di Noè
E/O
Riedito in una nuova versione – con il titolo differente rispetto a Il bambino di Noè – il romanzo breve fa parte della trilogia Il ciclo dell’invisibile, dedicato alle grandi religioni storiche rivelate, insieme a Ibrahim e i fiori del Corano e allo splendido Oscar e la dama rosa. È una storia struggente pervasa da umorismo, coraggio, speranza, cristiana fede, volontà di denuncia delle ambiguità del “mondo adulto”. Che il protagonista sia un adolescente nel reparto pediatrico di un ospedale renderà più ricco e sereno il Natale di chi legge. Miracoli della buona Letteratura.

María Oruña
Quel che la marea nasconde
Ponte alle Grazie
Nel meccanismo narrativo perfettamente costruito sul piano logico-indiziario, la violenza è anche psicologica, interiore, simbolica, al di là di quella apparentemente immotivata che ha causato la morte dell’agiata Judith nello “spazio chiuso” della cabina di una nave. “Una versione di qualcosa che può accadere nella vita reale” secondo la giallista spagnola con un passato di avvocato per la prima volta pubblicata in Italia. Promettente.

Edith Wharton
Fantasmi
Neri Pozza
Tornano in libreria undici esemplari storie postume, sospese fra il gotico e il soprannaturale della Wharton, prima donna ad aggiudicarsi il Pulitzer nel 1921 con L’età dell’innocenza. Brividi e inquietudini suscitate da proiezioni spettrali che liberano latenti fobie ancestrali e insieme evocano tematiche care all’autrice: la critica intransigente di logori conformismi e opprimenti convenzioni borghesi. Da riscoprire.

Edvard Munch
La danza della vita. La mia arte raccontata da me
Donzelli
Note intime e diaristiche, aforismi, considerazioni teoriche sull’arte, analisi tecniche delle proprie opere più celebri e celebrate – dall’Urlo al Bacio e Angoscia – ma anche di quelle meno note come gli autoritratti del 1926 e 1929. La preziosa collazione di scritti, arricchita da suggestive illustrazioni, include liriche e due originali racconti. In uno stile parossistico e spezzato da un artista che nella scrittura, anche creativa, seppe trovare l’equivalente, altrettanto inquieto e visionario, di un tratto pittorico ossessivo e destrutturato sino alla deformazione. Sorprendente e necessario.

Alessandro Piperno
Proust senza tempo
Mondadori
Nelle segnalazioni del 2021, Di chi è la colpa compariva fra i romanzi più caldamente raccomandati, ma Piperno è anche saggista brillante e raffinato, in grado di far convivere – per nulla facile né frequente – erudizione e discorsività, rigore analitico e intelligibilità fuori da ogni sterile accademismo autoreferenziale. Se poi le “intermittenze del cuore” di lettore intercettano un’opera come la Recherche – empaticamente destinata, per sua ammissione, a segnare e orientarne l’esistenza – l’esito è veramente unico.

Aggiungerei fra i libri consigliati anche ‘Berta Isla’ e ‘Tomas Nevinson’di Javier Marias