L’epica finale del Mondiale di calcio ha chiuso nel migliore dei modi un anno particolare nello sport. Ecco una personalissima selezione dei libri più significativi (o divertenti, o meglio scritti) che ci hanno accompagnati in questo settore nel 2022.
Finalmente Messi
Questa è una storia nata a Rosario, città calcistica per eccellenza, e che si è chiusa in Qatar nel migliore dei modi. È la storia di Leo Messi e della sua ricerca di un’identità, perché Leo “porta il peso di dover essere Maradona tutti i giorni”. Dopo aver esplorato il personaggio Cristiano Ronaldo, Fabrizio Gabrielli si è dedicato all’eterno rivale del portoghese, a quel numero 10 che ha legato la maggior parte della sua carriera al Barcellona. C’è la ricostruzione dettagliata delle sue vittorie e delle sue magie, certo, ma c’è soprattutto l’analisi di un rapporto non sempre facile (anche se ora, con il Mondiale in tasca, è destinato a cambiare) tra l’Argentina e un campione capace di riscrivere il concetto di “impossibile”.
MESSI, di Fabrizio Gabrielli, Edizioni 66THA2ND, 300 pagine.
Alé Argentina
Olivier Guez torna a scrivere di pallone, dopo il delizioso Elogio della finta, dedicato al calcio brasiliano. Questa volta si occupa di Argentina, prendendo come spunto lo sport più popolare per parlarci di un intero paese, quello della pampa e dei gaucho. Guez esplora la passione clamorosa per il pallone, ci parla dei grandi interpreti, dai campioni anteguerra a Messi. Tutto o quasi scompare di fronte a Maradona, per sempre “Aquilone Cosmico”, per citare la telecronaca di Victor Hugo Morales, dopo la rete all’Inghilterra nel Mondiale del 1986. Un libro molto bello, scritto tra il 2019 e il 2020, peccato solo che sia stato pubblicato, a causa del Covid, due anni dopo. Così la tragica fine di Diego è solo sfiorata nella postfazione.
NEL PAESE DELL’AQUILONE COSMICO, di Olivier Guez; Neri Pozza Editore, 120 pagine.
Un mondiale da numeri 1
Qatar 2022 sarà ricordato come il torneo di Mbappé e Messi, ma sono stati tanti i portieri ugualmente protagonisti, dall’argentino Martinez al croato Livakovic. E’ divertente ripercorrere la storia dei Mondiali vista dalla… porta, attraverso cioè le prodezze dei numeri 1. Da Ballesteros, primo campione con l’Uruguay del 1930 al belga Courtois, Guanto d’Oro nel 2018, dalla paratissima di Banks su Pelè in Brasile-Inghilterra dei Mondiali del ’70 a quella di Zoff, sempre contro il Brasile, decisiva nella nostra scalata a Spagna ’82, e poi Combi, Zamora, Buffon, Neuer, Maier, Fillol, lo sfortunato Barbosa…
PORTIERI & MONDIALI, Storie di numeri uno dal 1930 ad oggi, di Massimiliano Lucchetti, Urbone Publishing, 350 pagine.
La cattiva coscienza dello sportwashing
Il termine “sportwashing” – l’uso cioè che certi governi fanno dello sport per migliorare la propria immagine, distogliendo l’attenzione dalla pessima situazione dei diritti umani nel proprio paese – è tornato alla ribalta nei giorni del Qatar. Coluccia e Giustini hanno ricostruito dettagliatamente le controverse vicende che hanno portato all’assegnazione del Mondiale 2022, allargando l’analisi alle altre nazioni asiatiche (Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Bahrein) impegnate nell’acquisizione di società di calcio (dal Psg al Manchester City) e nell’organizzazione di eventi sportivi. Ridisegnando così i confini e gli equilibri dello sport mondiale.
CALCIO DI STATO, il Mondiale in Qatar e non solo, di Giorgio Coluccia e Federico Giustini; Ultra sport Edizioni, 248 pagine.
L’era di Rombo di Tuono
E’ il più grande cannoniere della storia della Nazionale, con 35 reti segnate in 42 partite, malgrado due gravissimi infortuni in maglia azzurra. I tratti spigolosi del volto, i gol in acrobazia, il sinistro al tritolo. Per chi ha vissuto il calcio tra gli anni Sessanta e Settanta è stato il campione più popolare, quello che – rifiutando la corte della Juventus – decise di legare definitivamente carriera e vita alla Sardegna e al Cagliari, spinto con i suoi gol allo scudetto del 1970. Con l’aiuto della penna esperta di Gigi Garanzini, Riva ha dettato qui la sua vita, già di per sé un fatto straordinario, conoscendo la sua proverbiale ritrosia. E’ il racconto di un altro calcio, di un’altra Italia, della continua ricerca di una medicina chiamata gol. “Mi dava una scarica nervosa incontrollabile, e per quella settimana ero tranquillo”.
MI CHIAMAVANO ROMBO DI TUONO, di Gigi Riva con Gigi Garanzini, Rizzoli Editore, 206 pagine.
Gazzi, il calcio visto da dentro
È forse il libro di calcio più sorprendente dell’anno, sincero e coinvolgente, scritto non da un campionissimo ma da un calciatore “normale”, se così può essere definito chi comunque ha disputato più di duecento partite in serie A. Alessandro Gazzi (ex Bari, Reggina, Siena, Torino, Palermo, Alessandria) ha scoperto da qualche anno il piacere della scrittura, come sa bene chi frequenta il suo blog su Instagram (14storiedamediano) e racconta una carriera da “portatore d’acqua dai metodi spicci ma leali”. Dall’adrenalina del gol agli attacchi di ansia, dallo splendido ritratto di un Antonio Conte giovanile – tra sfuriate negli spogliatoi e le letture delle poesie di Kipling – all’ombra di Calciopoli, tutto è raccontato con onestà e partecipazione.
UN LAVORO DA MEDIANO, ansia, sudore e serie A, di Alessandro Gazzi, edizioni 66THA2ND, 240 pagine.
Calcio e scaramanzia
Gli “expected goal”, il possesso palla, le statistiche più o meno sensate, il continuo tentativo di racchiudere una squadra in uno schema, un codice di gioco. Però anche le predizioni del Polpo Paul al Mondiale 2010, le catenine portafortuna di Bruno Conti e Paolo Rossi nel 1982, il bacio sulla testa di Barthez portiere della Francia del ‘98, i riti propiziatori degli azzurri nella cavalcata europea di un anno fa. Attratto “dal corto circuito tra la più avanzata tecnologia e il mondo dell’irrazionale”, Fasiolo ci ha regalato una divertente analisi su rituali e bizzarrie davvero di altri tempi. Il Mago tanto caro a Liedholm, Cellino e l’avversione per il numero 17, il colbacco di Giagnoni, Gaucci che voleva bruciare la maglia con il numero 13… Un ritratto dell’altro calcio.
CALCIO MAGICO, oracoli, rituali e scaramanzie, di Francesco Fasiolo, edizioni Ultra Sport, 100 pagine.
Basket, Showtime a Los Angeles
Gli appassionati di basket non si saranno fatti sfuggire la serie Tv “Winning Time”, che ha ricostruito il decennio d’oro – gli Anni Ottanta – dei Los Angeles Lakers, capaci di arrivare nove volte in finale (con quattro vittorie) e soprattutto di rivoluzionare l’appeal della NBA. Tutto questo grazie al presidente Jerry Buss, che costruì attorno ai suoi campioni – da Magic Johnson a Kareem Abdul-Jabbar – uno spettacolo degno di Hollywood, introducendo per primo le cheerleaders e regalando biglietti alle stelle del cinema. In questo librone, Jeff Pearlman ha ricostruito quell’epoca con l’ausilio di oltre trecento interviste. “Showtime erano le Lakers Girls in minigonna e Jack Nicholson seduto in prima fila, Showtime erano la musica alta, i seni prosperosi, le urla dei tifosi”.
SHOWTIME, la dinastia dei Lakers, di Jeff Pearlman, edizioni 66THA2ND, 570 pagine.
Tennis, c’era una volta Fereder
Il ritiro del Grande Roger ha provocato un assembramento sugli scaffali di libri a lui dedicati. Noi abbiamo scelto il volume di Stefano Semeraro, tra le migliori penne sportive in circolazione. Aggiornato fino al suo congedo nella Laver Cup, è il ritratto appassionante del fenomeno svizzero, bravo a trasformarsi da giovane talentuosissimo ma nervoso spaccaracchette a campione senza tempo, capace di coniugare le tante vittorie con uno stile da gesti bianchi. I venti titoli Slam, i record, le sfide con Nadal e Djokovic, le interviste, le curiosità. Con una ricca parte statistica.
IL CODICE FEDERER, di Stefano Semeraro, Edizioni Pendragon, 384 pagine.
Pugilato, trionfi e tragedie di Emile Griffith
“Ho ucciso un uomo e mi hanno perdonato, ho amato un uomo e mi hanno condannato”. Il bellissimo racconto della vita romanzesca di Emile Griffith, di giorno campione dei pesi medi e di notte frequentatore di bar per gay, segnata dal crudele incontro del 1962 con il cubano Danny Parejo, che alla cerimonia del peso l’aveva apostrofato con un velenoso “Ehi, maricòn”. In quel match Griffith fu spietato con il suo avversario, che perse i sensi sul ring e morì poco dopo. Una tragedia che gli fu perdonata dall’ambiente americano, non così la sua omosessualità. C’è spazio poi per i tre match del 1967 al Madison Square Garden con il nostro Benvenuti, “quell’italiano bello e cortese, che chiamavano l’Intellettuale”.
IN UN MONDO DI MASCHI, la doppia vita di Emile Griffith, di Donald McRae, Mondadori Editore, 486 pagine.
Formula 1, Verstappen il predestinato
A soli 25 anni, Max Verstappen ha già conquistato due titoli mondiali. Facile pensare che possa insidiare i sette titoli iridati di Michael Schumacher e Lewis Hamilton. La storia di un predestinato – il padre, Jos, è stato pilota di Formula 1 per un decennio – è qui raccontata da André Hoogeboom, olandese come Max, in una biografia brillante malgrado (o forse proprio per questo) non sia stata autorizzata, vista la mancata collaborazione alla stesura del libro da parte della famiglia del pilota. Belle le pagine dedicate all’incontro del 2016 con un mito dello sport olandese, Johan Cruyff.
MAX VERSTAPPEN, l’uomo che ha riscritto la storia della Formula 1, di André Hoogeboom, Piemme Editore, 270 pagine.
Sci, il Mondiale cancellato di Cortina
Questo libro ha il merito il rispolverare il ricordo di una competizione dimenticata, il Mondiale di sci nordico che Cortina d’Ampezzo ospitò nel 1941, in piena Seconda Guerra Mondiale. Vergani ricostruisce l’atmosfera di quei giorni di febbraio e i profili di alcuni tra i protagonisti, come Celina Seghi – scomparsa quest’anno a 102 anni – che vinse l’oro nello slalom, oppure come il giovanissimo Zeno Colò, che non prese parte alle gare ma che, come apripista nella discesa libera, fece registrare un tempo che gli avrebbe regalato il secondo posto. Dopo la guerra, la Federazione Internazionale cancellò i risultati di Cortina, che qui rivivono con l’ausilio anche di numerose foto e la ristampa delle classifiche originali, vergate in corsivo.
CORTINA 41, il Mondiale fantasma, di Max Vergani, Edizioni Incontropiede, 90 pagine.
Scacchi, gli occhi di Alechin
Le storie legate agli scacchi ed ai loro sulfurei campioni – già la foto in copertina vale l’acquisto di questo libro – sono sempre molto particolari. L’opera di Larrue è dedicata a quel personaggio inafferrabile che fu il russo Alechin, campione mondiale nel 1927, titolo strappato al cubano Capablanca. Gran bevitore e superbo seduttore, visse molte vite: a Mosca evitò una condanna a morte grazie all’intervento di Trockij, in Francia giocò con Marcel Duchamp poi, durante la stagione di Vichy, divenne intimo collaboratore dei gerarchi nazisti. Dopo la guerra dovette rifugiarsi in Portogallo, dove morì a 53 anni in circostanze misteriose, come ben si addice a un personaggio del suo calibro. Uno splendido ritratto dello scacchista “più immorale della storia” e di un mondo ormai in dissoluzione.
LA DIAGONALE ALECHIN, di Arthur Larrue, edizioni Neri Pozza, 256 pagine.
Atletica, Elogio della Maratona
La corsa, la maratona, hanno ispirato in tempi recenti molti scrittori, basti pensare a Murakami (L’arte di correre) o per rimanere nei nostri confini, Covacich (Sulla corsa). Adesso è il turno di Andrea Marcolongo, che sfrutta i suoi amati greci per coniugare divertimento e divulgazione, raccontando come – dopo anni trascorsi tra libri e grammatiche – abbia provato a ‘correre come correvano i greci’. Utilizzando come fonte di ispirazione il primo manuale di sport della storia, “De arte gymnastica” del filosofo Filostrato, Marcolongo ci accompagna nella lunga preparazione alla prima maratona della sua vita, a ripercorrere cioè quei 42 chilometri e 195 metri che hanno reso immortale l’impresa compiuta dal soldato Filippide duemilacinquecento anni fa.