Il tennista scomparso – Daniel Schapira

Il tennista scomparso. Daniel Schapira

Una racchetta contro la dittatura

Sono ancora tutti qui, attorno a noi, e ogni tanto – grazie a un documentario, un film o un libro – tornano a far parlare di sé, a scuotere le nostre coscienze. Sono i fantasmi dei trentamila desaparecidos. Di coloro cioè – dissidenti o semplicemente sospettati di essere tali – che durante i sette anni del regime della Giunta militare in Argentina (dal 1976 al 1983) letteralmente sparirono, per non tornare mai più.

Dopo il bellissimo Argentina 1985, giustamente candidato all’Oscar come miglior film straniero (e visibile su Amazon Prime Video), dobbiamo ringraziare due bravi giornalisti come Roberto Brambilla e Alessandro Mastroluca per avere portato alla nostra attenzione un’altra vicenda di agghiacciante brutalità, da noi poco conosciuta.

Argentina 1985
Juan Pedro Lanzani e  Ricardo Darín in Argentina 1985

Daniel Schapira, il tennista scomparso

È la storia di Daniel Schapira, famiglia medio borghese di provenienza russa, soprannominato per scherzo – e per reazione ai suoi capelli biondissimi – “El Tano”, l’italiano. Daniel, classe 1950, è grande appassionato di tennis, che gioca a Buenos Aires con ottimi risultati, soprattutto in doppio.

Daniel Schapira
Daniel Schapira

Arriva a sfidare in singolare anche un certo Guillermo Vilas, di due anni più giovane e già lanciato verso una straordinaria carriera. E chissà, forse proprio le palle arrotate scagliate dal suo avversario, tanto difficili da ribattere, lo spingono a ridimensionare i suoi obiettivi e a dedicarsi all’insegnamento del tennis.

Parallelamente allo sport della racchetta, Schapira si avvicina al mondo della politica. Da militante della Gioventù Peronista, comincia una seconda fase della sua nuova vita, dove evidentemente si mette fin troppo in evidenza. Dopo il colpo di stato Daniel diventa un bersaglio della polizia militare.
Lascia la casa di famiglia, passa da un nascondiglio all’altro, ma è tutto inutile, nel 1977 viene catturato. Un anno dopo, la stessa sorte toccherà alla moglie Andrea. Di loro due, non si saprà più nulla.

In Dónde está Daniel Schapira. Desaparecido, edito da Battaglia Edizioni, Brambilla e Mastroluca hanno ricostruito con garbo e passione la troppo breve esistenza di Daniel avvalendosi delle confidenze di chi l’ha conosciuto bene o di chi ne ha sentito solo parlare, come Danielito – il figlio nato otto mesi dopo la cattura di Schapira senza che lui sapesse della sua esistenza – e poi parenti, amici, giornalisti, politici, compagni di tennis. Sono strazianti le pagine che raccontano come la mamma di Andrea sia riuscita a “strappare” il nipotino ai militari.

A quasi mezzo secolo dal colpo di stato argentino, l’unico tennista – tra circa una trentina di sportivi – finito nella lista dei desaparecidos è ricordato ora da una targa nel Cenard, il Centro Nazionale di alto rendimento sportivo, e dalla Copa Schapira, riconoscimento assegnato annualmente al miglior tennista argentino della stagione. Mentre in suo onore è stato anche creato il “Giorno nazionale dei maestri di tennis”, celebrato il 18 ottobre, a ricordo del suo compleanno.

Resta soprattutto il valore altissimo del sacrificio di un ragazzo che amava il tennis, nella speranza che ciò che è successo in quegli anni in Argentina non possa davvero accadere più, “nunca mas”.

Massimo Grilli

Massimo Grilli

Dunque, sono Massimo Grilli, ho 64 anni e sono nato a Roma. Per quarant’anni ho lavorato al Corriere dello Sport-Stadio. Amo Georges Simenon, Kurt Vonnegut, Cormac McCarthy, James Ellroy, Don Winslow, Michael Connelly, i francesi come Lemaitre, Carrère, Manotti, e tutti i libri di sport scritti bene.

Un commento

  1. Salve,
    Sono italiana, ma per cose del destino dei miei genitori, ho abitato ed abito in Argentina.
    In tutti questi anni sono ritornata in Italia vivendo in Milano.
    Ma in quell’epoca lavoravo in una banca Argentina ed ho vissuto in prima persona tante cose che non me lo aspettavo.
    Non mi sono mai associata ai gruppi rivoluzionari già che pensavo che una cosa sono le buone intenzioni ed un’altra non sapere chi ti sta maneggiando.
    Ho avuto tanti inviti, già che al principio parlavano liberamente. In quell’epoca lavoravo nel ‘ Centro de Cómputos ‘ di Renault.
    Quando uscivo dalla sala da pranzo in varie opportunità un ragazzo mi fermò per farmi la predica. Questo successe varie volte, ma non mi convinceva, come sarebbe finito questo movimento?, già che si parlava di tante ideologie con differenti dirigenti.
    Dopo qualche anno alcuni miei compagni ed amici furono incarcerati. Altri scapparono. Altri non si sa se sono vivi o morti.
    La realtà è che Fermenich, che era uno dei dirigenti, credo che abito’ in Spagna ed ora in Sud America restò con ha un grande capitale, mentre i ragazzini che arruolavano finirono vendendo nelle isole spagnole y famosi braccialetti intrecciati… altri peggio.
    Non sto negando quel periodo ma si deve sapere che non tutti finirono come in un film.
    Alcuni maneggiano molti soldi.
    Attentamente.

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